di REDAZIONE POLITICA
Un fedelissimo del governatore veneto Luca Zaia “uomo forte” della Lega, Roberto Marcato, potente assessore per lo Sviluppo economico della giunta veneta ma anche esponente storico del Carroccio, partito in cui milita dal ’92 “a nome di migliaia di militanti” chiede i congressi, e rimarca l’identità antifascista della Lega, promuove l’ulteriore estensione del Green pass ed infatti il ministro Giancarlo Giorgetti, citando il pragmatismo proprio ieri ha ribadito che il certificato verde “può essere utile“.
Messaggi sicuramente non distensivi nei confronti della leadership di Salvini . L’ assessore veneto Marcato punta il dito su diversi punti sensibili della gestione del segretario. “I commissariamenti all’inizio sono una strada obbligata. E da noi sono stati decisi infatti due anni fa, subito dopo la nascita della Lega per Salvini premier che ha sostanzialmente preso il posto della Lega Nord. Poi c’è stato il Covid che ha rallentato un po’ tutto” dice l’esponente leghista veneto ” Ma adesso serve che si celebrino i congressi, locali e regionali. E’ un fatto di democrazia. Lo chiedono migliaia di militanti. E poi, insomma, noi della Lega siamo abituati così. Io sono entrato trent’anni fa, ricordo che poco dopo che mi tesserai partecipai subito a una riunione di sezione per eleggere il segretario”.
Rispondendo ad un giornalista di REPUBBLICA che gli faceva notare che Salvini ha detto che autorizzerà i congressi dopo le amministrative, Marcato replica “Ne prendiamo atto. Ha autorizzato congressi di sezione e provinciali, che sono di competenza delle segreterie regionali. Ma i congressi regionali spetta allo stesso Salvini convocarli. Non ho dubbi che lo farà”, aggiungendo “la Lega è sempre stata riottosa nei confronti dei capicorrente. Ha provato a farne una Tosi e si è visto che fine ha fatto. Io dico solo che la permanenza dei commissari, che pure fanno un lavoro lodevole, sta suscitando malumori diffusi“.
Roberto Marcato sul Green Pass allinea alle posizioni filogovernative “Guardi, io in piazza contro un provvedimento del governo non sarei andato e non andrei. Detto ciò, con i No vax violenti non parlo neppure, perdo solo tempo a confrontarmi con chi è rimasto al Medioevo. Ma con chi ha dubbi, ristoratori o genitori di ragazzi incerti sui rischi del vaccino, bisogna confrontarsi. Convincerli. Altrimenti passano sul fronte opposto e li perdi” e si dice favorevole ad un’ulteriore estensione del lasciapassare sanitario “Non vedo molte altre soluzioni per spingere la campagna vaccinale. Che è una necessità”.
Anche il “caso Durigon” ha acceso il dibattito sull’identità della Lega e sul suo spostamento a destra.
“Ribadisco che è naturale avere sensibilità diverse, in un partito di dimensione nazionale. Detto ciò, io per avere mosso dei rilievi circa la vicenda Durigon mi sono beccato gli striscioni dei neofascisti. Ma una cosa è certa: ho aderito alla Lega perché non era né di destra né di sinistra, era autonomista con una visione innovativa e con l’obiettivo di cambiamento del sistema pubblico. Un partito sicuramente antifascista. In quello vorrei continuare a militare. Le posizioni di estrema destra non dovrebbero avere accoglienza nella Lega. Io con chi dice che Mussolini era uno statista neanche mi fermo a discutere. Non dovrebbero farlo, credo, neppure quelli di Fratelli d’Italia”.