Il conduttore di “Striscia la Notizia” e i 20 milioni pagati: «Un tapiro a me? Non lo farei entrare». Il presentatore si è accordato con l’Agenzia delle entrate che gli contestava la residenza a Montecarlo
Si pensava che Ezio Greggio fosse attapirato. Una settimana fa, era stato reso noto che il conduttore più amato di “Striscia la notizia” avrebbe pagato all’Agenzia delle Entrate 20 milioni di euro per mettersi in regola con il Fisco. Il suo legale, l’avvocato Giulia Bongiorno, aveva però spiegato in una nota scritta che «L’accordo sottoscritto da Ezio Greggio con l’Agenzia delle Entrate riguarda una Società terza con sede all’estero» e dunque sarà questa società irlandese – che gestisce i diritti di immagine di Greggio – a versare «gli importi concordati, anche se non dovuti, al solo fine di evitare una annosa disputa».
Greggio cos’è successo?
«Come ha scritto proprio il Corriere io non devo pagare quella cifra né tantomeno devo mettermi in regola col Fisco: lo sono sempre stato. Lo ha anche detto recentemente una sentenza a mio favore».
Il Fisco ha ipotizzato scorrettezze nei rapporti con la società irlandese, la «Wolf Pictures Ltd».
«È la società che utilizza i miei diritti, e che da oltre vent’anni produce e distribuisce film all’estero. Il problema è nato sull’interpretazione di norme sulle ritenute che non dovrebbero essere applicate in Italia».
Il popolo del web è molto duro: qualcuno non avrà mancato di dirle «proprio tu Ezio che in 25 anni di Striscia hai smascherato truffe e inganni, sei finito nei guai». Cosa ha provato? E cosa ha risposto, o cosa risponderebbe?
«A dire il vero sono molto di più i messaggi di solidarietà che ho ricevuto. Ho la coscienza a posto».
Ne ha parlato certamente con Antonio Ricci, suo grande amico e compagno di avventure televisive.
«Ne abbiamo parlato quando mesi fa aveva letto la notizia su un giornale. L’ho tranquillizzato dicendogli che la mia residenza a Montecarlo era reale. E lui: “Peccato, speravo nell’arresto così potevo rinnovare il cast di Striscia”».
E il signor Enzino?
«So che ha fatto una serie di anatemi malefici con una sua amica fattucchiera su alcuni nomi di brave persone che ho conosciuto. Di solito funziona».
Ma come ha vissuto tutta questa storia: con paura, imbarazzo, angoscia, rabbia, noncuranza?
«Purtroppo questi sentimenti e queste sensazioni li ho provati per altro. In poco più di un mese ho perso mia madre, mio cognato e due carissimi amici».
Ha mai avuto paura di perdere la sua immagine di persona perbene e di dover rinunciare alla conduzione di “Striscia”?
«No anche perché sono certo di essere ricordato per le cose buone che ho fatto sia in tv che al cinema (tra l’altro i tre film con Mel Brooks). Quasi giornalmente ricevo messaggi di famiglie italiane che leggendo il mio nome sulle incubatrici che ho donato a circa 70 reparti di ospedali pediatrici italiani, mi manifestano la loro gratitudine ed il loro affetto. Le apparecchiature che la mia Associazione – che aiuta i bimbi nati prematuri – ha donato in vent’anni hanno salvato 11 mila bambini. Mi hanno telefonato tanti medici, infermieri, famiglie che ho aiutato contribuendo a salvare i loro figli e mi hanno detto “Lei è una persona per bene. Grazie per quello che fa”».
Ora c’è ancora qualche pendenza da risolvere in mano alla sua legale, l’avvocato Giulia Bongiorno?
«Io non ho pendenze, come diceva un pisano in piedi guardando la torre».
Ai suoi figli cosa ha detto?
«Guardi ai miei figli c’è poco da dire. Da bambini hanno fatto tutte le scuole a Monaco. Ora sono cresciuti: uno studia in una delle più prestigiose Università di Londra e l’altro ha un’azienda a Monaco che si occupa di risparmio energetico».
Cosa le ha insegnato tutta questa vicenda?
«Che non bisogna mai perdere la pazienza e la speranza».
Lei che è un comico provi a trovare l’aspetto umoristico della storia.
«C’è sicuramente. Quando lo trovo glielo farò sapere».
A settembre tornerà a “Striscia”?
«All’inizio dell’autunno sarò occupato su un progetto americano, molto ambizioso. Appena mi sarà possibile, come ho fatto negli anni scorsi, tornerò dietro al bancone».
Il festival che lei organizza a Montecarlo va sempre a gonfie vele?
«L’ultima edizione di quest’anno è stata forse la più bella e la più seguita. Abbiamo messo in gara tra loro le commedie che hanno avuto il maggior successo nei loro Paesi. Un Galà finale all’Auditorium col tutto esaurito che ha visto tra gli italiani presenti fra l’altro Checco Zalone e Siani».
Altri progetti artistici?
«Torno a far l’attore l’anno prossimo in un film drammatico che gireremo con ogni probabilità tra Slovenia ed Albania. Una storia che mi ha affascinato, mi vedrà tra i coproduttori con due società straniere».
Senta il Fisco vuole anche vederci chiaro sulla sua residenza a Monaco che le ha permesso di vedere tassati i suoi redditi in misura molto minore che in Italia.
«Intanto io ho sempre pagato tutte le imposte fino all’ultimo centesimo in Italia, lo dice anche la sentenza. Poi, Fisco e Tribunali hanno stabilito che ero regolarmente residente all’estero. In Italia al massimo lavoro 4 mesi l’anno. Non era una residenza fittizia: lì avevo casa, famiglia, interessi economici. A un certo punto mi hanno chiesto di pagare come se fossi residente in Italia e quando il Fisco con la gentilezza e il tatto che li contraddistingue ti chiede un favore…come fai a negarglielo?»