Nelle prime ore della mattinata odierna finanzieri del Gruppo di Taranto comandato dal Ten. Col. Domenico Mallia hanno eseguito, 9 arresti, in questa provincia ed in quella di Matera, dei quali 6 in carcere e 3 ai domiciliari, nei confronti di altrettante persone tutte indagate per i reati di associazione per delinquere finalizzata all’esercizio abusivo di attività finanziaria ed all’usura.
I predetti provvedimenti, disposti dal G.I.P.dott. Filippo Di Todaro del Tribunale di Taranto su richiesta della Procura della Repubblica di Taranto al termine di un’intensa attività investigativa eseguita dalle Fiamme Gialle con servizi di osservazione, pedinamento ed intercettazioni telefoniche, che hanno consentito di individuare un’organizzazione delinquenziale dedita ad un’intensa attività di finanziamenti a tassi usurari in danno di piccoli imprenditori in difficoltà economiche.
L’organizzazione faceva capo a Cosimo Damiamo Surgo 53enne lizzanese già coinvolto in passato in vicende analoghe e già sottoposto alla misura di prevenzione della sorveglianza speciale di P.S. con l’obbligo di soggiorno nel comune di Lizzano, al quale è stata notificato l’arresto in carcere ove è detenuto, e veniva affiancato nell’attività usuraia dai figli Pasquale Surgo (anch’egli già in carcere per precedenti condanne) e Christian Surgo, e dal fratello Vittorio Surgo che sono stati incarcerati a loro volta.
Arrestati anche Giovanni Caniglia, Maurizio Leone di Carosino, ed Ottavio Fornaro di San Marzano di San Giuseppe , e due usurai lucani che operavano nelle zone di Policoro e Bernalda in provincia di Matera, Marcello Iannuzziello e Marco Rago.
Le operazioni di finanziamento illecite erano caratterizzate dall’applicazione di tassi d’interesse di natura usuraria pari al 10% mensile, a fronte dei quali venivano richiesti ed ottenuti in garanzia assegni ed effetti cambiari dagli usurati . Quando i malcapitati usurati non riuscivano a far fronte ai pagamenti degli interessi, si procedeva alla loro ricapitalizzazione, facendo così aumentare in modo esponenziale l’importo del capitale da restituire.
Una delle persone arrestate si è resa responsabile anche del reato di favoreggiamento personale, in quanto, mediante l’emissione di fatture fiscali riferite ad operazioni oggettivamente false, ha mascherato taluni prestiti usurari, facendo figurare come se i titoli di garanzia prodotti dagli usurati fossero riconducibili al pagamento delle predette fatture. Un imprenditore, al quale sono stati elargiti più prestiti in denaro a tassi usurari, opera nel settore della vendita ambulante presso i mercati rionali delle province di Taranto e Brindisi (da qui la denominazione data all’operazione di servizio). Nei confronti degli arrestati e dei loro familiari conviventi è stato altresì eseguito, sempre su disposizione del predetto G.I.P., il sequestro preventivo ex art. 321 C.P.P., di beni e disponibilità finanziarie, il cui valore complessivo è di circa 200 mila euro.
Surgo era stato già condannato nel processo antiusura “Re Mida” nato dalle verifiche patrimoniali sull’ex operaio , da parte della Guardia di Finanza e la DIA Direzione investigativa antimafia di Lecce che nel 2015 avevano provveduto al sequestro nei confronti del lizzanese Cosimo Damiano Surgo a seguito del sequestro emesso dal Tribunale di Taranto nel 2009, di nove appartamenti, due ville lussuose, due locali commerciali, 17 ettari di terreni e sette autoveicoli per un valore di 7 milioni di euro . Il provvedimento di sequestro era stato emesso dai giudici della Corte d’Appello di Lecce, sezione distaccata di Taranto, i quali avevano confermato il sequestro emesso dal tribunale di Taranto degli immobili ubicati a Lizzano, Pulsano, San Giorgio Jonico e Sava.