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Il settore commerciale degli arredamenti per la casa, al dettaglio e all’ingrosso, con sede nella zona industriale di Francavilla Fontana è finito (e non per la prima volta) al centro della complessa verifica fiscale. I beni immobili coinvolti nel sequestro preventivo che è finalizzato a garantire allo Stato l’eventuale recupero delle imposte evase, al termine e all’esito dell’iter giudiziario, sono la sede stessa delle attività commerciali, un capannone adibito a deposito e un altro capannone non ancora attivo.
L’attività scaturisce a seguito di due verifiche fiscali, eseguite lo scorso anno, al termine delle quali è stato ricostruito un “giro d’affari” effettivo di gran lunga superiore a quello dichiarato. Il valore dei beni sequestrati corrisponde all’ammontare delle imposte evase dalle suddette imprese. I due soci ed il consulente fiscale sono stati denunciati alla locale Autorità Giudiziaria per dichiarazione fraudolenta mediante altri artifici, per emissione e utilizzazione di fatture per operazioni inesistenti continuata, nonché per occultamento di documenti contabili.
I finanzieri del Nucleo provinciale di Polizia Tributaria nel corso della verifica in pieno svolgimento, hanno dovuto fare i conti con il blocco improvviso del server aziendale con conseguenza scomparsa dei dati. Gli anni di contribuzione presi in considerazione dagli investigatori sono il 2014 per una delle due società, e il 2010-2013 per l’altra. Uno dei metodi adottati per nascondere il reale giro di affari delle società sottoposte alle indagini era quello della contestuale registrazione delle fatture degli ordinativi effettuati all’estero o in Italia da parte di entrambe le Srl.