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21 Novembre 2024 13:55

GUARDIA DI FINANZA: SEQUESTRATI BENI PER 56 MILIONI DI EURO A SEGUITO DI UNA MAXI TRUFFA NELLE ENERGIE RINNOVABILI

AGGIORNAMENTO ALL'INTERNO L'inchiesta è nata grazie alle rilevazioni aeree della Guardia di Finanza e delle conseguenti segnalazioni al Comando Provinciale di Taranto competente per territorio, dalle quali si evincevano numerosi impianti privi però di alcuna autorizzazione provinciali e regionali. ALL'INTERNO TUTTI I NOMI DELLE SOCIETA' COINVOLTE

di REDAZIONE CRONACHE

Le Fiamme Gialle del Nucleo di Polizia Economico Finanziaria del Comando Provinciale di Taranto hanno eseguito un decreto di sequestro preventivo riguardante beni mobili, immobili e disponibilità finanziarie, per un ammontare complessivo di 56 milioni di euro. Il provvedimento, emesso dal GIP Dr.ssa Rita Romano del Tribunale di Taranto, su richiesta del pm Dr.ssa Maria Grazia Anastasia, rappresenta la conclusione di indagini finalizzate ad accertare l’indebita percezione di contributi statali erogati dalla “G.S.E. S.p.a.” (Gestore dei Servizi Energetici) per le fonti di energie rinnovabili nel settore del fotovoltaico, società quest’ultima interamente controllata dal Ministero dell’ Economia e Finanze.

L’inchiesta è nata grazie alle rilevazioni aeree della Guardia di Finanza e delle conseguenti segnalazioni ai comandi competenti, dalle quali si evincevano numerosi impianti privi però di alcuna autorizzazione provinciali e regionali. Dalle risultanze delle eccellenti indagini della Guardia di Finanza si è evinto anche qualcos’altro, e cioè del mancato controllo da parte degli uffici tecnici del Comune di Ginosa, ma sopratutto dei controlli superficiali e poco efficienti da parte dalla G.S.E. s.p.a. nell’erogare i fondi pubblici alle varie società oggi destinatarie dei sequestri operati dalla Fiamme Gialle.

A ben 8 società tutte aventi sede nelle province di Milano, Bergamo, Lecco e Bolzano, è stata infatti contestata l’illecita percezione di contributi pubblici, per un totale di 15 milioni di euro, attraverso la realizzazione in agro di Ginosa (TA) di 4 impianti di produzione di energia elettrica tramite conversione fotovoltaica, ciascuno dei quali di potenza superiore al massimo consentito di 1 MW.

Le attività investigative hanno consentito in particolare di appurare che l’illecita realizzazione sarebbe stata posta in essere anche attraverso la produzione di documentazione artificiosa al Comune di Ginosa, attestante l’illecito frazionamento dei 4 impianti in 11 parchi fotovoltaici, limitrofi tra loro, ciascuno dei quali di potenza di poco inferiore a 1 MW.

Disposti i sequestri di 6.674.716,54 di euro nei confronti delle società Emmezeta Solar Energy srl, Runway srl, Eureka Sunpower srl, Baschenis srl, Heron Energy srl , Oliver’s Dream srl e Gifalco srl, in relazione all’impianto fotovoltaico della potenza nominale di circa 4 MW realizzato a Ginosa (Taranto) in località Girifalco.

Disposti i sequestri di 3.642.453,93 di euro nei confronti delle società Heron Enunpower srl e Quickly srl, in relazione all’impianto fotovoltaico della potenza nominale di circa 2,5 MW realizzato a Ginosa (Taranto) in contrada Ciavurro.

Disposti i sequestri di 2.599.508,41 di euro nei confronti delle società Oliver’s Dream srl , Runway srl, , in relazione all’impianto fotovoltaico della potenza nominale di circa 2 MW realizzato a Ginosa (Taranto) in località Lama di Pozzo o Lago Lungo .

Disposti i sequestri di 2.507.043,82 di euro nei confronti delle società Runway srl, , in relazione all’impianto fotovoltaico della potenza nominale di circa 2 MW realizzato a Ginosa (Taranto) in contrada Ciavurro .

Complessivamente sono state segnalate all’Autorità Giudiziaria 12 persone (fra i rappresentanti legali ed amministratori delle citate società) a vario titolo, per le ipotesi di reato di associazione per delinquere finalizzata alla truffa aggravata per il conseguimento di erogazioni pubbliche, falsità ideologica commessa dal privato in atto pubblico.

Il provvedimento odierno riguarda il sequestro degli 11 parchi fotovoltaici, il cui valore complessivo ammonta a 26 milioni di euro, nonché di beni e disponibilità finanziarie, a carico dei responsabili delle società in argomento, fino alla concorrenza dei predetti 15 milioni di euro di contributi illecitamente percepiti.

Nell’ambito dello stesso provvedimento della magistratura è stato altresì disposto il sequestro preventivo, per la responsabilità amministrativa degli enti coinvolti, di beni e disponibilità finanziarie riconducibili alle suindicate 8 società, per ulteriori 15 milioni di euro.   

La società pubblica GSE da noi contattata ci ha inviato la seguente comunicazione:

il Gestore dei Servizi Energetici non può fornire dettagli specifici sulla vicenda, in quanto la stessa è oggetto di un’indagine da parte dell’Autorità giudiziaria. In generale, in casi come questi, il GSE, essendo parte lesa, viene informato dalla Procura dell’esistenza di un Provvedimento di sequestro preventivo e, nel caso le indagini conducano al rinvio a giudizio del soggetto che ha posto in essere la truffa, il GSE si costituisce parte civile e qualora venisse accertato il reato, si attiva per recuperare gli incentivi indebitamente percepiti.Infine, il GSE collabora quotidianamente con gli organi di Polizia giudiziaria e in particolare con la Guardia di Finanza, che ha un presidio all’interno della sede del GSE“.

In pratica la società “pubblica GSE si lava le mani alla Ponzio Pilato, cerca di darci lezione (che non ci servono) di procedura penale, e non ammette alcuna propria responsabilità (che è inconfutabile !) in relazione alla truffa di contributi pubblici, soldi dei contribuenti che senza i rilievi aerei della Guardia di Finanza non sarebbero mai emersi ! E questi dirigenti li pagano anche…!

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