Un’ordinanza di custodia cautelare è stata eseguita da militari del comando provinciale della Guardia di Finanza di Lecce nei confronti di 19 presunti appartenenti ad un’organizzazione italo-albanese dedita al traffico di eroina, cocaina e marijuana. Durante le indagini sono state sequestrate droga, mitragliatori kalashnikov e munizioni. I provvedimenti restrittivi sono stati emessi dal gip Michele Toriello su richiesta del sostituto procuratore della Dda di Lecce Guglielmo Cataldi.
L’organizzazione malavitosa curava il commercio della droga: i componenti albanesi si occupavano dell’approvvigionamento della ‘materia prima’, mentre gli italiani provvedevano al trasporto della droga, al suo deposito e al relativo occultamento.
I soggetti coinvolti nell’inchiesta, sono tutti più o meno noti alle forze dell’ordine e riconducibili all’operazione “Sunrise” (effettuata nel 2010), si relazionavano con i ‘clienti’ del sodalizio e provvedevano a distribuire la droga sul mercato locale e nazionale. Oggi, quindi, gli arresti e il massiccio sequestro di 136 chili di marijuana, 14 di eroina, un chilogrammo di cocaina, tre kalashnikov con relative munizioni e un potente gommone utilizzato per le traversate dell’Adriatico.
INDAGATO MILITARE GDF – Tra le 19 persone coinvolte nell’operazione antidroga della Gdf che ha smantellato una vasta organizzazione italo-albanese, c’è anche un appuntato della Guardia di Finanza . Si tratta di Cristian Giannone, di 41 anni, di Cavallino (Lecce), in servizio presso il gruppo di Lecce. Il finanziere accusato di rivelazione del segreto d’ufficio, è stato interdetto dai pubblici uffici dal gip che ha rigettato la richiesta di arresto avanzata dalla Procura di Lecce. Intrattenendo rapporti diretti con uno degli arrestati – secondo l’accusa – Giannone ha comunicato gli estremi delle pattuglie della Guardia di Finanza in uscita per l’indagine, fornendo le targhe delle auto-civetta. In cambio – secondo il pm – ha ricevuto soldi e benefit.