di REDAZIONE ECONOMIA
L ’amministratore delegato e direttore generale Tim, Luigi Gubitosi, nel corso del panel “La magia del pubblico e il boom del digitale: un nuovo mondo è possibile?”, organizzato a Milano in occasione del Prix Italia è stato molto chiaro: “Tra 10 anni è difficile immaginare che ci sarà tanto satellitare nell’offerta televisiva, tra 15-20 anni calerà anche il digitale, nonostante l’importanza del passaggio al Dvb T2. Lo streaming è già, e lo diventerà ancora di più, la forma prevalente di televisione”.
A confrontarsi sul ruolo dei media tra live e digitale, una tavola rotonda coordinata dalla giornalista Barbara Stefanelli, vicedirettore vicario del Corriere della Sera a cui hanno partecipato Marcello Foa presidente Rai, Luigi Gubitosi ad Tim, Dominique Meyer sovrintendente della Scala di Milano e Vanessa O’ Connor direttrice Comunicazione dell’ European Broadcasting Union. “Lo streaming è il nostro futuro, avremo una tv sempre più ibrida — sostiene Gubitosi — è un processo inesorabile da cui l’arte trarrà vantaggi”.
Una verità sostenuta dai numeri degli ascolti, “Il concerto pasquale di Andrea Boccelli nel Duomo di Milano è stato seguito da 2,5 milioni di spettatori in diretta su YouTube per poi raggiungere i 27 milioni di views on demand. Cifre che richiamano inevitabilmente l’attenzione degli sponsor” ha evidenziato la Stefanelli .
“Alcuni trend sulla tv tradizionale continueranno – ha proseguito Gubitosi -. Per la programmazione lineare rimarranno alcuni modelli attuali, ma la fruizione diventerà ibrida. Ho difficoltà a vedere nel futuro una forma di fruizione lineare a pagamento”.
Gubitosi ha portato come esempi le strategia di Disney, che ha deciso di puntare sullo streaming, e del passaggio dei diritti tv della serie A a Dazn. “E’ un esperimento positivo – ha detto l’ ad e dg di TIM -, perché spingerà verso la fruizione dello streaming. Un processo naturale che avvantaggerà certe forme di arte. La cultura, ad eccezione di quello che accade su Rai Cultura, non è tipicamente televisiva, ma può trovare una nuova collocazione”.
L’ex direttore generale della Rai ha ricordato che già nel corso del suo mandato c’erano elementi di cambiamento, con una forte richiesta di eventi, come il Festival di Sanremo. “Nel futuro ci sarà tanta domanda di eventi che si assocerà alla nuova tecnologia – ha concluso -. E’ un’evoluzione lenta ma inesorabile. A tutto questo si reagisce aumentando la capacità e le competenze, cambiandole”.