di REDAZIONE CRONACHE
Un detenuto di 28 anni, ristretto nel reparto di Alta Sicurezza per reati connessi alla criminalità organizzata (camorra) ha sparato ieri nel carcere di Frosinone, dove nessuno sarebbe rimasto ferito, utilizzando una pistola entrata in carcere non si sa come. L’incredibile vicenda è stata resa nota dai sindacati della polizia penitenziaria. Questa mattina lo stesso capo del Dap, il dr. Bernardo Petralia, su indicazione della ministra della Giustizia, si è recato nel carcere di Frosinone per capire come tutto ciò sia potuto succedere. Il detenuto è stato immediatamente trasferito in un altro penitenziario. La Procura della repubblica di Frosinone ha immediatamente aperto un’inchiesta, per stabilire quando e come è stata introdotta nel carcere la pistola, e il Dap ha fatto un interpello per reclutare rinforzi da inviare a Frosinone, struttura particolarmente problematica.
Per i sindacati della polizia penitenziaria “il carcere è diventato il luogo di regolamento dei conti a colpi di pistola tra affiliali alla criminalità organizzata. Se non interverranno misure immediate, tra le quali il potenziamento di mezzi e personale, torneremo indietro agli anni bui dei terroristi detenuti”.
Nella serata di ieri si è appreso da fonti di via Arenula che la ministra guardasigilli Marta Cartabia, “a fronte della gravità di quanto successo“, aveva chiesto al capo del Dap, Petralia, di annullare gli impegni per la giornata di oggi, per andare di persona nel carcere di Frosinone. Stamattina nel carcere ciociaro è arrivato prima il provveditore del Lazio Carmelo Cantone, e nel pomeriggio alle 16 si svolgerà sarà una riunione straordinaria all’interno del carcere alla presenza del direttore del Dap , del direttore generale del personale (Massimo Parisi) e del direttore generale detenuti (Gianfranco de Gesu).
I fatti si sarebbero verificati nel pomeriggio di ieri, quando il detenuto a seguito dell’ autorizzazione ad uscire dalla cella per fare la doccia ha puntato una pistola in faccia al poliziotto penitenziario e si è fatto consegnare le chiavi delle altre celle altrimenti lo avrebbe ammazzato. Successivamente ha raggiunto le celle di altri detenuti napoletani ed albanesi che lo avevano minacciato e picchiato nei giorni scorsi, e, dopo avere tentato inutilmente di aprirle ha sparato tre colpi di pistola all’interno.
Il detenuto oltre alla pistola possedeva illegalmente anche un telefono cellulare dal quale ha chiamato il suo avvocato che lo ha convinto a consegnare la pistola al personale della Polizia Penitenziaria prontamente accorso. Arma consegnata insieme al telefonino dopo aver ingoiato la sim card del telefonino.
(Articolo in aggiornamento…)