Sedicesimo giorno di guerra in Ucraina e ennesima sconfitta della diplomazia: l’incontro tra i ministri degli Esteri russo, Serghei Lavrov, e quello ucraino, Dmytro Kuleba, non è stato utile a raggiungere un qualsiasi accordo né tantomeno al cessate il fuoco. Dopo oltre due settimane di conflitto, secondo Kiev “le forze russe hanno ucciso più civili che militari ucraini”. Anton Gerashchenko, consigliere del ministro dell’Interno ucraino ieri sera ha dichiarato: “i russi hanno bombardato un istituto di ricerca nucleare a Kharkiv provocando un incendio“. Le principali città ucraine restano ancora sotto assedio: secondo Irina Vereshchuk ministra per la reintegrazione dei territori occupati, “a Mariupol è in corso una catastrofe umanitaria al punto tale che è impossibile lasciare gli aiuti. La città è sotto il fuoco nemico senza sosta“.
Ad Antalya, con la Turchia da mediatrice, Kuleba ha riferito di aver chiesto una tregua di 24 ore e un corridoio umanitario per la fuga dei civili da Mariupol, dove ieri l’attacco a un ospedale pediatrico – che per Mosca era base dei nazionalisti del Battaglione di Azov – ha sollevato un coro di critiche internazionali. Per Kuleba, però, Lavrov “è venuto ad Antalya per parlare e non per decidere“. “Spero che porterà le richieste dell’Ucraina a Mosca“, ha twittato. Al termine dell’incontro i due ministri non hanno neanche tenuto una conferenza stampa congiunta. Il ministro russo Lavrov non ha mostrato di voler fare concessioni, ripetendo le richieste russe che l’Ucraina sia disarmata e accetti uno status neutrale. Di fatto una nuova richiesta di resa a cui Kuleba ha ribadito che l’Ucraina “non si è arresa, non si arrende e non si arrenderà“.
Mosca ha sottolineato che “non vi è alternativa“ ai colloqui russo-ucraini intavolati sul territorio bielorusso ma che Kiev continua a guardare con scetticismo, chiedendo invece un incontro diretto tra i presidenti Vladimir Putin e Volodymyr Zelensky. Su questo, Lavrov ha assicurato che il leader del Cremlino “non è contrario” a vedere il collega, ma a patto che sul tavolo ci siano temi “specifici” che però al momento appare difficile delineare.
Alla domanda di un giornalista turco se la Russia stesse pianificando di attaccare altre nazioni, Lavrov ha risposto “non abbiamo intenzione di attaccare altri Paesi” e ha affermato che “non abbiamo attaccato neppure l’Ucraina”. Il ministro ha insistito sul fatto che Putin ha lanciato “l’operazione speciale” il 24 febbraio poiché la situazione in Ucraina “rappresentava una minaccia diretta per la Federazione Russa”.
La ministra Vereshchuk ha poi fatto un punto sui vari corridoi umanitari: circa 60 mila persone sono state evacuate da Sumy, Trostyanets, Krasnopillya a Poltava. Altre 3 mila sono state evacuate da Izyum a Poltava (in 1.600 secondo l’amministrazione militare ). Medicine, acqua e generi alimentari sono stati trasportati ad Izyum. nellNe ultime 24 ore circa 20 mila ucraini sono stati deportati dalle città ucraine Bucha, Irpen, Vorzel e Gostomel a Kyev . 52 bambini e 55 donne dal reparto di maternità dell’ospedale sono state evacuate da Vorzel. L’evacuazione continua. La ministra ha anche detto che non è stato possibile aprire il corridoio umanitario da Volnovakha a Pokrovsk per cinque giorni. Dalla Russia si insiste invece sulla possibilità di aprire “tutti i giorni dalle 10” i corridoi umanitari “verso la Federazione russa, in modo unilaterale”.
L ‘Ucraina ha notificato ufficialmente alle Nazioni Unite che intende ritirare tutti i 308 caschi blu ucraini in servizio nelle sei missioni di peacekeeping dell’Onu, insieme a otto elicotteri Mi-8 di fabbricazione russa che si trovano attualmente in Congo, per rafforzare l’esercito e gli elicotteri nel conflitto contro la Russia.
Nella giornata di ieri giovedì 10 marzo è iniziata a Versailles, in Francia, due giorni di summit che vedranno confrontarsi e discutere i capi di Stati e di governo dell’Unione Europea sul conflitto in corso e della sua auspicata risoluzione. Il presidente francese Emmanuel Macron è pessimista : “Sono preoccupato, non vedo un cessate il fuoco nei prossimi giorni” aggiungendo “A breve termine non vedo soluzioni diplomatiche ma ci spero e continueremo a insistere, a spingere i russi verso un compromesso, ad aiutare. Ma non possiamo deciderlo al posto delle parti in causa“.
Oggi 11 marzo si terrà un incontro tra il ministro degli Esteri italiano Luigi Di Maio, l’Alto Commissario Onu per i Rifugiati Filippo Grandi e con il presidente del Comitato Internazionale della Croce Rossa Peter Maurer: sarà l’occasione per Di Maio per ribadire che l’Italia sta lavorando con il “massimo impegno, questa guerra va fermata”. Il titolare della Farnesina ha anche spiegato che “Italia e Turchia agiranno in maniera coordinata e compatta per raggiungere una tregua umanitaria in Ucraina. Ne ho discusso con il mio omologo Cavusoglu. Insieme abbiamo incontrato il collega qatarino Mohammed Al-Thani, che ho rivisto qui dopo la mia missione in Qatar dei giorni scorsi“.
Si stima che siano 1,9 milioni gli ucraini che sono stati costretti a lasciare le proprie case di fronte all’avanzata russa, spostandosi dalle linee del fronte verso Ovest. Lo ha riferito il portavoce dell’Onu, Stephane Dujarric, dando i numeri della situazione umanitaria che “continua a deteriorarsi a un ritmo allarmante” dopo 15 giorni di guerra. Oltre a quasi 2 milioni di sfollati interni, più di 2,3 milioni sono fuggiti nei Paesi vicini.
Secondo le news diffuse dalla Cnn, sulla base di notizie fornite da fonti della Difesa americana, nelle ultime 24 ore le forze di Mosca hanno coperto altri 5 km muovendosi nell’area dell’aeroporto di Gostomel. I russi continuano ad “avanzare le loro truppe” lungo due linee parallele. Quella più vicina alla capitale “è arrivata a circa 40 km ad est” della città.
“Vediamo che i russi continuano ad avanzare i loro reparti. Sono distribuiti in sostanza lungo due parallele all’esterno di Kiev. La linea più vicina, quella più meridionale, è arrivata a circa 40 km”. La strategia di Mosca, con movimenti e riposizionamenti che gli Usa non possono decifrare in toto, ha prodotto tra l’altro l’isolamento della città di Chernihiv. Secondo la fonte Usa, i russi hanno effettuato “775 lanci di missili” di ogni tipo dall’inizio dell’invasione.
Il Pentagono, prosegue la Cnn, negli ultimi giorni ha verificato un “aumento” da parte delle forze russe dell’impiego di armi “a lunga gittata”, lanciate sia da batterie “mobili” che da “aerei“. Secondo la fonte, le forze russe in Ucraina si sono “adattate” e hanno “superato” le iniziali difficoltà logistiche incontrate nell’invasione, proprio attraverso il ricorso ad armi a lungo raggio lanciate contro i centri dove risiedono i civili ucraini.
Il ministero della Difesa britannico contribuisce ad offrire ulteriori elementi sottolineando l’efficacia della “forte resistenza ucraina” e la strategia adottata da Mosca, che sta impiegando un numero crescente di risorse per assediare singole città. “Le forze russe stanno impiegando un numero crescente di reparti per circondare città chiave. Questo ridurrà il numero delle forze disponibili per continuare la loro avanzata e rallenterà ulteriormente i progressi russi”.