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20 Aprile 2025 11:03

Guerra Israele, 007 spiazzati e difese aeree in crisi

L'obiettivo di Israele è quello di evacuare entro le prossime 24 ore tutti i residenti delle cittadine vicino al confine con Gaza. Lo ha dichiarato, ripreso dai media, il portavoce dell'esercito Daniel Hagari. Hagari ha poi spiegato che ci sono ancora combattimenti a Kfar Aza dove i soldati stanno cercando di liberare gli ostaggi presi sul posto da Hamas

I video di quei pick-up che percorrono lentamente le strade di città ed i villaggi del sud con a bordo i terroristi di Hamas con passamontagna, divise nere e le armi in pugno sono entrate nelle case, negli occhi increduli e frastornati nella storia di Israle. Immagini c maihe non erano viste in 75 anni di vita dello Stato ebraico che, nel giorno del Kippur come 50 anni fa si è fatto cogliere impreparato e ora si interroga su come sia stato possibile portare a termine una sfida del genere senza che nemmeno uno spiffero arrivasse alle orecchie solitamente attente della sicurezza israeliana. 

Qualcuno ha definito l’invasione di ieri come l’11 settembre di Israele, preparato e pianificato in tempi sicuramente non rapidi durante i quale non erano mancati episodi e segnali che avrebbero potuto essere interpretati. Qualcosa di grosso bolliva in pentola L’ultimo in ordine di tempo è stata la riunione avvenuta non più tardi di tre settimane fa in Libano cui hanno partecipato i capi di Hamas insieme ai vertici di Hezbollah, della Jihad islamica e il comandante delle forze iraniane Quds. Ma anche non più tardi di una settimana fa la lettera del ministro degli Esteri della Giordania, cui spetta la vigilanza e la tutela dei luoghi sacri per i musulmani a Gerusalemme. Paese con cui Israele intrattiene rapporti diplomatici e di buon vicinato. Una lettera da tenere in considerazione e che forse avrebbe dovuto innalzare il livello di attenzione dell’intelligence israeliana.

La Giordania aveva condannato “l’ingresso di coloni e membri della Knesset nella moschea di Aqsa” e le restrizioni per “l’accesso alla Spianata“. La “profanazione dei luoghi santi“, è stata indicata da Hamas come una delle due cause di reazione manifestata con la propria sanguinosa offensiva. Ma anche il rifiuto costante di Israele di liberare i prigionieri: un motivo che spiega il numero elevato di ostaggi civili e militari rapiti e portati nella Striscia di Gaza. Questo apre nuovi probabili scenari perché Israele farà di tutto per onorare quel patto stretto con i suoi soldati di riportarli a casa a qualsiasi costo, come è avvenuto per Ghilad Shalit scambiato nel 2011, da solo, con 1027 prigionieri.

Hamas ha spinto da parte sua sull’acceleratore approfittando di un momento di tensioni e profonde divisioni interne nella società israeliana. Le proteste contro il governo più a destra della sua storia e contro le riforme sono arrivate alla 40ma settimana consecutiva, ed in piazza hanno sfilato anche migliaia di riservisti. Gli israeliani però ritrovano la loro unità proprio sul tema della sicurezza e le manifestazioni previste come ogni sabato, sono state annullate. La capacità di realizzare un’impresa, che sembrava impensabile, ha ridato smalto ad Hamas che governa ininterrottamente da 16 anni – in maniera disastrosa – una lingua di terra abitata da 2 milioni di persone ma che ultimamente deve fare i conti con la concorrenza della Jihad islamica, gruppo direttamente collegato con Teheran.

E da quei pick-up è partito anche un messaggio chiaro rivolto all’Arabia che nelle ultime settimane sembrava avvicinarsi ad un accordo con Israele. La sottovalutazione da parte dell’ Intelligence israeliana di quanto sarebbe potuto accadere ha origine da una errata valutazione della mappa del rischio: l’attenzione si è focalizzata da molti mesi sui territori caldissimi della Cisgiordania dove è stata avviata una stretta e le operazioni antiterrorismo si sono ripetute quotidianamente. Gli ultimi violenti scontri risalgono a luglio, a Jenin con diversi morti e centinaia di arresti.

Da allora quell’area è strettamente presidiata e questo avrebbe scoperto il fianco verso l’enclave di Gaza, dove proprio ieri, migliaia di persone hanno festeggiavato la ricorrenza della nascita di Hamas. I responsabili militari, in questa regione, si sono affidati alla tecnologia di Iron Dome, (Cupola di ferro), il sistema di difesa brevettato dagli israeliani che finora ha protetto le città e i villaggi confinanti con la Striscia. Una barriera elettronica sofisticata che, nel giro di una manciata di secondi, calcola il possibile raggio di caduta del missile e decide se intercettarlo (operazione che ha un costo elevato) o lasciarlo cadere in mare o nelle campagne disabitate. 

L’obiettivo di Israele è quello di evacuare entro le prossime 24 ore tutti i residenti delle cittadine vicino al confine con Gaza. Lo ha dichiarato, ripreso dai media, il portavoce dell’esercito Daniel Hagari. Hagari ha poi spiegato che ci sono ancora combattimenti a Kfar Aza dove i soldati stanno cercando di liberare gli ostaggi presi sul posto da Hamas. L’ala armata di Hamas ha dichiarato che i suoi uomini stanno in questo momento combattendo contro le Forze di difesa israeliana (Idf) in sette zone al confine tra la Striscia di Gaza e Israele. Si tratta di Ofakim, Sderot, Yad Mordechai, Kfar Aza, Bèeri, Yeted e Kissufim, riferisce il gruppo.

Le Forze di difesa israeliane si starebbero preparando a una incursione via terra nella Striscia di Gaza. come dimostrerebbero le decine di carri armati israeliani che si stanno dirigendo verso l’enclave palestinese, testimoniati dai video condivisi sui social. In precedenza l’Idf aveva spiegato che era iniziata l’evacuazione dei residenti israeliano vicino alla Striscia di Gaza. Da qui sono entrati i centinaia di miliziani di Hamas che hanno fatto la loro incursione in Israele.

L’aeronautica militare israeliana ha diffuso video in cui mostra gli attacchi condotti contro obiettivi di Hamas nella Striscia di Gaza. Le forze di difesa israeliana hanno spiegato di aver colpito obiettivi del gruppo terroristico senza specificare quali. L’emittente pubblica israeliana Kan ha spiegato che sono state attaccate le case di alti funzionari di Hamas nella Striscia di Gaza. Si tratta di Yahya Sanwar, Nizar Awadallah, Fathi Hamad, Itsam al-Dealis, Kamal Abu Awan e Abu Mùaz Saraj.

Tajani: “Non ci sono notizie negative sugli italiani in Israele”

“Non ci sono notizie negative sugli italiani in Israele”: lo ha dichiarato il ministro degli Esteri, Antonio Tajani ai microfoni del Tg1 . “Sono 18mila i nostri connazionali che vivono lì – ha detto Tajani -, molti hanno doppio passaporto, e ci sono anche i militari, chiamati al servizio di leva, e ci sono circa 500 turisti italiani che sono temporaneamente in Israele, e abbiamo calcolato che sono una decina quelli che si trovano nella Striscia di Gaza, dove ci sono i carabinieri che formano i poliziotti palestinesi. Al momento, ripeto non abbiamo notizie negative“, ha aggiunto.

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