di REDAZIONE CRONACHE
Lo stabilimento di AstraZeneca in Italia finisce sotto la lente dei Carabinieri del Nas, inviati dal Governo dopo i sospetti europei su eventuali esportazioni da parte della società farmaceutica anglo-svedese fuori dall’Ue. Bolle che registrano milioni di dosi contenute in lotti diretti da Anagni a Bruxelles, due dei quali bloccati dai militari dell’ Arma e successivamente ripartiti per il Belgio.
Sullo sfondo le “forti inadempienze” del colosso AstraZeneca denunciate dall’Europa: “di 120 milioni di dosi” che secondo il contratto con l’ Unione Europea avrebbe dovuto consegnare nel primo trimestre 2021 , tagliate a “30 milioni ma non è nemmeno vicino a questa cifra“. E’ stato lo stesso premier, Mario Draghi, intervenendo in Senato a precisare che i lotti per 2milioni di vaccini “sono partiti per il Belgio, alla casa madre. Da dove andranno da lì non so. Intanto la sorveglianza continua per quelli rimanenti”. Anche i Paesi Bassi, per voce del premier olandese, Mark Rutte, sono pronti a “bloccare l’esportazione di vaccini se la Commissione Ue lo richiede“. La Francia carica AstraZeneca per aver mantenuto “quasi integralmente i suoi impegni con la Gran Bretagna ma non con l’Unione europea” in materia di consegna dei vaccini ed è “una situazione completamente inaccettabile. L’Unione europea non sarà lo zimbello della vaccinazione”.
E’ stata proprio la Commissione europea a far esplodere una situazione già tesa da settimane per la campagna vaccinale che ancora stenta in tutti i Paesi dell’Ue a causa della carenza di dosi . La presidente Ursula von der Leyen in una telefonata tenutasi sabato scorso, ha chiesto a Draghi una verifica, dopo la richiesta di ispezione avviata dal commissario dell’Ue Thierry Breton, alla guida della task force sui vaccini: i dubbi erano riferiti ad alcuni lotti che non tornavano nei conti della Commissione e che sarebbero stati giacenti presso lo stabilimento della Catalent di Anagni, alle porte di Frosinone, a poche decine di chilometri da Roma, dove da settembre si infialano i vaccini al ritmo di 5-6 milioni di dosi. E dove ce ne sarebbero state ferme secondo i sospetti, accertati dai NAS ben 29 milioni di dosi.
L’allarme è scattato ed immediatamente il premier Draghi ha informato il ministro della Salute, Roberto Speranza. Nel giro di qualche ora tra il 20 e il 21 marzo – i Carabinieri del Nucleo Antisofisticazione si sono presentati alla Catalent scoprendo che i carichi ispezionati avevano come destinazione il Belgio. Due erano già partiti: ma adesso tutti quelli in uscita vengono verificati e controllati dagli uomini dei NAS. La task force della Commissione europea, invocando ancora una volta “l’importanza della piena trasparenza sul numero di dosi che vengono prodotte nei siti europei di AstraZeneca, ha chiesto conferme sull’esatta provenienza dei lotti individuati ad Anagni”.
Lo stesso commissario Thierry Breton aveva sollecitato l’intervento dopo una sua visita nello stabilimento di Leida, nei Paesi Bassi, gestito dalla Halix, uno dei due impianti in Ue utilizzati dalla casa farmaceutica per produrre il vaccino. La società di Oxford ha poi chiarito in una nota che nello stabilimento di Anagni ci sono “altre 16 milioni di dosi di vaccino in attesa del rilascio del controllo di qualità e destinate all’ Europa. Quasi 10 milioni di dosi saranno consegnate ai paesi dell’Ue durante l’ultima settimana di marzo, il saldo ad aprile, poiché le dosi sono state approvate per il rilascio dopo il controllo di qualità”. Al momento, quindi, “non sono previste altre esportazioni, oltre ai Paesi Covax (sigla di riferimento del programma di distribuzione del siero alle nazioni a basso medio reddito – ndr)”, per i quali “ci sono 13 milioni di dosi“.
Non appena la notizia è stata divulgata, il Financial Times ha reso noto che la Commissione Europea era intenzionata a bloccare l’esportazione dei lotti alla luce del regolamento Ue per il controllo dell’export, entrato in vigore il 1 febbraio, a meno che non fossero destinate al mercato dell’Unione europea. Il vicepresidente della Commissione Ue, Valdis Dombrovskis, ha parlato oggi di «forti inadempienze» di AstraZeneca nella distribuzione dei vaccini nell’Unione europea. “Spetta all’azienda ( cioè AstraZeneca, ndr) decidere dove vanno le dosi stoccate ad Anagni, ma non possiamo fare a meno di notare che AstraZeneca è molto indietro con le consegne all’Unione europea” ha dichiarato Dombrovskis.
AstraZeneca con un proprio comunicato ha precisato che nello stabilimento di Anagni ci sono “altri 16 milioni di dosi di vaccino in attesa del rilascio del controllo di qualità e destinate all’Europa“. La casa farmaceutica lo ha reso noto con l’intento di “chiarire alcune dichiarazioni inesatte relative alle dosi di vaccino nello stabilimento di Anagni». aggiungendo che “Quasi 10 milioni di dosi saranno consegnate ai paesi dell’Ue durante l’ultima settimana di marzo, il saldo ad aprile, poiché le dosi sono state approvate per il rilascio dopo il controllo di qualità“.
“Confidiamo che AstraZeneca faccia il possibile per garantire che tutti i lotti disponibili siano spediti non appena il processo di controllo qualità sarà completato”, fanno sapere le stesse fonti alle agenzie di stampa. Nel frattempo, Breton ha dichiarato: “Quel che è certo è che a parte una quantità prevista per Covax, il resto delle dosi sarà distribuito esclusivamente tra i Paesi dell’Ue“.
Sul fronte interno, il leader della Lega, Matteo Salvini, chiede “chiarezza immediata da parte dell’azienda e dell’Europa” perché “sarebbe incredibile con le carenza di dosi che ha l’Italia, se fosse vero che AstraZeneca ha 29 milioni di dosi ferme in uno stabilimento di Anagni”. Progressi arrivano anche in merito ai progetti per la produzione in Italia: in questo senso il Ministero della Difesa è al lavoro, con “notevoli progressi”. Al centro del programma c’è l’accordo che l’Agenzia industrie Difesa ha siglato con la ‘Fondazione Toscana Life Science‘ su ricerca e sviluppo per valutare la possibilità di realizzare anche un impianto di produzione di vaccini di origine virale. La sede della produzione sarà lo stabilimento chimico farmaceutico militare di Firenze che a quanto si apprende non sarà pronto prima della fine del 2021.