ROMA – Mentre il Governo Conte taglia i fondi alla stampa nello stesso tempo consente al ministro della Giustizia Alfonso Bonafede di finanziare (per le marchette) il suo giornaletto. Incredibilmente lo stesso Guardasigilli dalla pagina Facebook, lo scorso l’8 gennaio 2019, ha annunciato il “lancio” di un giornale pagato con i fondi del ministero della Giustizia e scrive : “Il nuovo anno porta la prima novità al ministero della Giustizia. Su www.gnewsonline.it potete trovare le attività del ministro, dei sottosegretari e dei dipartimenti del dicastero” ed aggiunge “Vi presento il nuovo quotidiano on line del ministero della Giustizia. Per informare puntualmente, fare approfondimento, contribuire al pubblico dibattito“.
Un’iniziativa che in realtà mira esclusivamente ad incentivare gli altoparlanti della comunicazione del ministro grillino con uno strumento un po’ retrò che scimmiotta i giornaletti delle amministrazioni comunali, pagati con i soldi dei cittadini, ed utilizzati per propagandare le “marchette” del sindaco di turno.
Nel suo lunghissimo post su Facebook però il guardasigilli Bonafede omette un passaggio fondamentale: il sistema di finanziamento del giornale. Infatti 24 ore prima del lancio, nel ministero di via Arenula il 7 gennaio 2019, viene firmato il contratto per l’assunzione di un consulente esterno: Gianni Parlatore che pesa sulle casse dello Stato per 32mila euro l’anno. Ma qual’ è il lavoro del nuovo consulente esterno del ministro grillino? Semplice: seguire il “marchettificio” del Guardasigilli.
Spulciando i primi articoli, pubblicati sul giornaletto on line, in molti articoli compare la firma del nuovo collaboratore del ministro Bonafede. In realtà, lo staff che lavora al “giornaletto” di Bonafede, pagato sempre con i soldi pubblici del contribuente, è più numerosa: direttore della testata è Andrea Cottone, che ha un rispettabile contratto da 120mila euro, ma il cui incarico in realtà sarebbe quello di coordinare l’ufficio stampa del ministero. Tra i redattori compare un’altro collaboratore del ministro, tale Massimo Filippone: incarico di 24mila euro l’anno. il quale oltre a collaborare con l’ufficio stampa deve curare i contenuti degli articoli che vengono inseriti nel portale. Ed ancora un altro consulente esterno Gianluca Rubino con contratto di 27 mila euro l’anno e il cui nome compare nella struttura redazionale del giornaletto per la propaganda ministeriale-politica.
La testata gnewsonline.it venne registrata nel 2005, ma nel passato veniva utilizzato come semplice contenitore per news di servizio del ministero. Adesso con l’ingresso (e l’assunzione) dei comunicatori dei Cinque stelle. il fine è cambiato: occorre promuovere l’immagine del Guardasigilli. I risultati al momento non sono dei migliori: il suo “lancio” è stato un flop. Infatti è partito proprio dalla redazione del giornale www.gnewsonline.it il video sull’arresto di Cesare Battisti. Un filmato che ha scaricato sul ministro soltanto critiche e giudizi negativi. Al punto tale da indurre persino Rocco Casalino, il portavoce del premier Giuseppe Conte, a prendere le dovute distanze.
Il marchettificio per la comunicazione del ministro Bonafede è stato messo a disposizione anche dei sottosegretari alla Giustizia (Vittorio Ferraresi) di rigorosa fede ed appartenenza grillina. Così come dei sindaci dei Movimento Cinque stelle, che in realtà non c’entrano assolutamente nulla con il governo. Come ad esempio il caso di Chiara Appendino finita sul portale del Ministero per un progetto del Comune di Torino sulla rieducazione dei detenuti.
Il paradosso che mentre il M5s fa la guerra ai contributi per l’editoria indipendente, nello stesso tempo i grillini finanziano con soldi pubblici il giornale controllato dal ministro. E non solo….