di REDAZIONE CRONACHE
Piercamillo Davigo, ex consigliere del Consiglio Superiore della Magistratura, verrà ascoltato questa mattina a Roma come teste dal il procuratore di Roma Michele Prestipino e dall’ aggiunto Paolo Ielo magistrati inquirenti della Procura di Roma nell’ambito dell’indagine a carico dalla sua segretaria Marcella Contrafatto, sino a quando non è andato in pensione, accusata di aver diffuso in forma anonima ad alcuni giornali i verbali secretati degli interrogatori resi tra dicembre 2019 e gennaio 2020 dall’avvocato Piero Amara ai pm di Milano sulla presunta “loggia Ungheria“. Davigo per il momento viene ascoltato a Roma come persona informata sui fatti.
Il quotidiano La Stampa ha rivelato che, il pm milanese Paolo Storari è stato convocato dalla procura di Roma ed è formalmente indagato per rivelazione del segreto d’ufficio. Sarà interrogato nella mattinata di sabato, accompagnato dall’avvocato Paolo Della Sala.
Secondo quanto ha sostenuto Storari vi sarebbe resistenza dei vertici della Procura milanese a svolgere accertamenti e quindi decidse di muoversi autonomamente contatta il consigliere del Csm Piercamillo Davigo, ex pm del pool “Mani Pulite” e gli consegna le copie dei verbali di Amara che però sarebbero privi di firme quindi di lavoro. Ma nel consegnarli adotta una procedura irregolare e quindi illegittima, infatti non presenta un esposto, e tantomeno chiede la tutela del Csm. Storari riferisce a Davigo dice di essere ostacolato e lascia copie estratte dal suo computer , ben sapendo considerato che egli stesso lui uno dei titolari del fascicolo d’indagine che quei verbali erano stati secretati.
Storari si rivolge Davigo procedendo però in maniera informale ed il consigliere del Csm (ora in pensione n.d.r.) ne parla con il vicepresidente David Ermini a cui avrebbe rivelato di avere copia dei verbali. Non contento e sempre con colloqui personali, senza formalizzare alcun atto, ne parla con altri consiglieri togati del Csm: Giuseppe Cascini e Giuseppe Marra, il laico nominato dal M5S Fulvio Gigliotti, e probabilmente anche con altri altri. Dopodichè Davigo, sempre senza formalizzare parla anche con Giovanni Salvi procuratore generale presso la Corte di Cassazione al quale riferisce che ci sono contrasti interni alla procura di Milano, e come sostiene Davigo, gli avrebbe parlato dell’ un’inchiesta delicata che coinvolge Amara. Ma il procuratore generale Salvi smentisce e nega che Davigo gli abbia mai parlato di verbali.
“Informai immediatamente il Procuratore della Repubblica di Milano. – dice Giovanni Salvi – In un colloquio avvenuto nei giorni successivi nel mio ufficio, il 16 giugno, il dottor Greco mi informò per grandi linee della situazione e delle iniziative assunte. Si convenne sulla opportunità di coordinamento con le Procure di Roma e Perugia. Il coordinamento fu avviato immediatamente e risultò proficuo”.
L’impiegata Marcella Contrafatto che è stata sospesa dalle sue funzioni dal Csm, è indagata per calunnia i quanti i verbali da lei spediti a La Repubblica ed il Fatto Quotidiano erano accompagnati da una lettera in cui il “corvo” di Palazzo dei Marescialli tacciava di inerzia i vertici della Procura milanese. Un altro plico sempre anonimo viene inviato al consigliere del Csm Nino Di Matteo il quale lo rende noto nel corso di una riunione del plenum del Consiglio Superiore dela Magistratura, scoperchiando e rivelando l’accaduto.
Ad ottobre 2020 Davigo va in pensione e lascia il Csm, e la sua segretaria Marcella Contrafatto, passa a lavorare con il consigliere laico Fulvio Gigliotti nominato dal M5S. Qualche giorno dopo il giornalista Antonio Massari del Fatto Quotidiano riceve un plico con e copie dei verbali di Amara ed una lettera anonima che accusa i magistrati di Milano di non aver indagato. Il cronista molto correttamente, rispettando la Legge, non pubblica nulla e presenta una denuncia a Milano. Analoga circostanza accade anche con Liana Milella giornalista di La Repubblica che prima riceve una telefonata da un numero anonimo e poi riceve presso la propria abitazione lo stesso plico, ma anche lei non pubblica nulla si rivolge alla Procura di Roma presentando una denuncia.
Sono proprio le indagini su quella telefonata anonima, infatti che hanno consentito alla Procura romana di arrivare alla segretaria di Davigo che viene perquisita ma decide di non rispondere al procuratore capo Prestipino ed all’ aggiunto Ielo quando le viene chiesto chi le abbia dato i verbali, e la Contrafatto che nel suo lavoro ha funzioni di un pubblico ufficiale viene accusata anche di aver calunniato con la sua lettera anonima i magistrati milanesi accusandoli di non voler indagare.
Quello che adesso va chiarito è quale interesse avrebbe avuto la segretaria di Davigo a far circolare quei verbali, da chi li ha avuti. E’ molto grave infatti che in una situazione così delicata, con documenti “secretati” arrivati al un membro del Csm, che se li tiene sulla scrivania senza formalizzare alcunchè contrariamente ai suoi doveri d’ufficio. Motivo questo per cui Davigo potrebbe vedere la sua posizione cambiare nel corso dell’interrogatorio di oggi e da “persona informata sui fatti” ad essere iscritto nel registro degli indagati.
Uno dei punti fondamentali da accertare è esattamente il luogo dove è avvenuta la consegna dei documenti dal pm Storari a Davigo un dettaglio che costituisce in realtà un elemento essenziale per determinare quale Procura debba indagare. Se Davigo li abbia ricevuti da Storari a a Roma, in tal caso la competenza sarebbe della procura romana; qualora il passaggio delle carte sia avvenuto a Milano in tal caso il fascicolo sarebbe di competenza della procura di Brescia, che già ha avviato verifiche proprio sui rapporti interni al palazzo di giustizia del capoluogo lombardo. In questa eventualità alla procura di Roma, resterebbe soltanto l’indagine sulla fuga di notizie e sull’attività illecita svolto della segretaria del CSM Marcella Contrafatto.
La rivelazione dei verbali e del passaggio di carte fra il pm Storari della Procura di Milano e Piercamillo Davigo, ha acceso forti dissapori e scontri al quarto piano del Palazzo di Giustizia milanese, creando un vero e proprio terremoto tra le correnti della magistratura arrivando sino nella Capitale a Palazzo dei Marescialli . Anche la Procuratrice Generale di Milano Francesca Nanni, esercitando i suoi poteri di sorveglianza, ha richiesto all’ufficio del Procuratore capo Francesco Greco i necessari chiarimenti ed informazioni sulla vicenda per determinare cosa sia accaduto per poter successivamente riferire al Procuratore Generale della Cassazione in vista di una probabile, pressochè certa azione disciplinare.
Della vicenda si sta occupando anche la procura di Perugia, alla quale si era rivolto il consigliere del Csm Nino Di Matteo che è stato il primo e unico componente del Csm che ha denunciato pubblicamente la vicenda, quando gli erano arrivati in via anonima i verbali in questione.
Nel frattempo quasi tutti i gruppi parlamentari sia della maggioranza che dell’opposizione della Camera dei Deputati, hanno chiesto che il ministro della Giustizia Marta Cartabia “riferisca con urgenza in Aula sulla vicenda relativa ai verbali di Amara e i dossier al Csm“. La Guardasigilli ed il procuratore generale della Cassazione hanno avuto un colloquio e Salvi ha confermato che si sta valutando l’avvio di un procedimento disciplinare nei confronti del pubblico ministero Storari. Ed analoga valutazione dovrà farla anche il Csm. chiamato a valutare eventuali incompatibilità tra Storari e i colleghi della procura di Milano, e quindi un suo trasferimento ad altro ufficio giudiziario.
Sarà interessante vedere anche cosa farà e dirà il grillino Gigliotti finora silente e taciturno, nella cui segreteria lavora la Contrafatto dopo il pensionamento di Davigo, che è membro della commissione disciplinare