di ISIDORO TROVATO*
Il primo di giugno potrebbe bussare alla porta il Fisco e, come al solito, non sarebbero buone notizie. L’avviso arriva dallo stesso Ernesto Maria Ruffini, direttore dell’Agenzia delle Entrate, perché lo stop per gli accertamenti vale di sicuro fino a maggio. Invece dal 1° giugno, in assenza della proroga di 2 anni della attività di accertamento (che è stata stralciata al Senato) l’Agenzia procederà a notificare 8,5 milioni di atti nei riguardi dei contribuenti.
A tal proposito Elbano de Nuccio, presidente Ordine dei Dottori Commercialisti di Bari, componente del Consiglio di gestione OIC (Organismo Italiano Contabilità), unico membro italiano del board di IFAC (International Federation of Accountants) avanza una sua proposta: “Un accordo tra Fisco e imprese per spalmare i loro debiti tributari consolidati alla data del 23 febbraio 2020 in 20 anni, a partire dal primo gennaio 2021, con un meccanismo di premialità volto a riconoscere una riduzione del debito tributario della società, in misura inversamente proporzionale alla tempistica di pagamento. Da un lato lo Stato inizierebbe a incassare immediatamente i propri crediti, potendo così sostenere l’enorme sforzo finanziario in atto, dall’altro si darebbe ossigeno ai bilanci societari oberati dai debiti”.
La possibilità di diluire il debito in 20 anni potrebbe essere l’occasione per dare ossigeno ai bilanci societari soffocati dai debiti con un meccanismo di premialità volto a riconoscere una riduzione del debito tributario della società, in misura inversamente proporzionale alla tempistica di pagamento, in pratica prima paghi e più risparmi. E la pratica non sarebbe nemmeno un inedito assoluto. “Del maxi-debito fiscale spalmato in più di 20 anni – ricorda de Nuccio – esiste già un precedente normativo in ambito calcistico, quello della Lazio“.
” Se un debito venisse pagato prima dei vent’anni, a esempio in 15 anni, l’erario potrebbe riconoscere uno sconto del 20% di sconto, in 10 anni del 30% e così via – spiega de Nuccio – Con la concessione di rateizzazioni più lunghe per il pagamento dei debiti fiscali, ci sarebbe l’evidente vantaggio anche per l’erario che inizierebbe ad incassare immediatamente i propri crediti, con conseguenti benefici per la liquidità del bilancio statale, scongiurando il rischio di mancato recupero dei crediti tributari per effetto del fallimento dei contribuenti. È necessario, però, accompagnare questa proposta con la semplificazione delle procedure per incentivare l’adempimento spontaneo dei contribuenti “.
Senza la proroga biennale o accorgimenti alternativi invece gli italiani sarebbero investiti da una pioggia di cartelle esattoriali visto che l’Agenzia ha tenuto a precisare che è in grado di notificare entro le scadenze. I contribuenti però saranno meno in grado di rispettarle quelle stesse scadenze.
*articolo tratto dal CORRIERE DELLA SERA