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22 Luglio 2024 17:06
22 Luglio 2024 17:06

I documenti che accusano la compagna e suocera di Soumahoro: “Hanno mostrato elevata spregiudicatezza criminale”

Tutta la famiglia della moglie di Aboubakar Soumahoro è indagata : finiscono nei guai Liliane Murekatete e di Michel Rukundo, moglie e suocera del deputato

Indagata tutta la famiglia della moglie di Aboubakar Soumahoro. Nel registro degli indagati della Procura di Latina accanto al nome della suocera Marie Therese Mukamitsindo si sono aggiunti quello di Liliane Murekatete e di Michel Rukundo, rispettivamente moglie e cognato del parlamentare che dalla lettura delle 59 pagine dell’ordinanza del Gip del Tribunale di Latina, hanno due ruoli al centro dell’inchiesta della procura. Dalle carte si legge che tutti e tre “seppur allo stato formalmente incensurati, hanno mostrato elevata spregiudicatezza criminale nell’attuare un programma delinquenziale a gestione familiare protratto nel tempo e rivestendo le qualifiche societarie documentate in atti” . Indagato anche Richard Mutangana, l’altro cognato di Soumahoro che era intervenuto durante le polemiche che avevano investito Liliane per i suoi vestiti e borse firmate.  Il numero complessivo sale a sei indagati.

Liliane Murekatete

La Guardia di Finanza ha sequestrato oltre 600 mila euro alla suocera di Soumahoro a seguito della misura interdittiva del divieto temporaneo di contrattare con la pubblica amministrazione e di esercitare imprese e uffici direttivi di persone giuridiche . Il riferimento è a reati tributari: fatture “per operazioni inesistenti” tra il 2015 e il 2019. Liliane Murekatete moglie del parlamentare Soumahoro, è stata indagata per la mancata vigilanza su alcune imposte per un importo di 13 mila euro, al momento è stata raggiunta dalla sola misura interdittiva.

Secondo la procura di Latina il ruolo di Liliane non è marginale né  relativo solo al passato. Nelle carte dell’inchiesta si legge che la donna e Michel “in concorso tra loro e con Mukamitsindo, nella loro qualità di consiglieri del cda della Karibu dal 3 aprile 2018 a oggi,  al fine di evadere l’imposta sui redditi e sul valore aggiunto indicavano elementi passivi fittizi o, comunque omettevano di vigilare affinché altri, in particolare la Mukamitsindo, li indicassero“. A questi fini “utizzavano fatture relative a operazioni inesistenti”. Liliana Murekatete, secondo quanto si legge nell’ordinanza del Gip di Latina, in concorso col fratellastro Michel Rokundo (anch’egli indagato), e con la madre di entrambi Mukamitsindo, nella loro qualità di consiglieri di amministrazione della Karibu dal 2018 a oggi “al fine di evadere l’imposta sui redditi e sul valore aggiunto indicavano (o omettevano di vigilare affinché altri e in particolare la Mukamitsindo indicassero) elementi passivi fittizi” nella dichiarazione dell’anno di imposte 2019, “utilizzando fatture relative a operazioni inesistenti emesse dall’associazione di promozione sociale ‘Jambo Africa’, per un imponibile complessivo di 55.701 euro, “con Ires dovuta e evasa pari a complessivi 13.368 euro“.

Secondo quanto riporta l’ordinanza del gip: “L’indagine ed il correlato procedimento penale ricostruiscono un collaudato sistema fraudolento fondato sull’emissione e l’utilizzo di fatture per operazioni soggettivarnente e oggettivamente inesistenti e altri costi inesistenti adoperati dalla Karibu nelle dichiarazioni relative agli anni 2015-2016- 2017- 2018 e 2019 non solo con la specifica finalità evasiva ma per giustificare in sede di rendicontazione la richiesta di finanziamenti alla Direzione Centrale del sistema di protezione dei richiedenti asilo e rifugiati”.

Marie Therese Mukamitsindo, suocera di

La misura interdittiva è applicata dunque ai membri del Consiglio di amministrazione della cooperativa sociale integrata “Karibù” finita al centro degli accertamenti degli inquirenti nei mesi scorsi. “La signora Murekatete si dichiara assolutamente estranea rispetto ai fatti contestatile, che peraltro riguardano un presunto danno erariale di 13mila euro, e siamo certi che a breve, anzi a brevissimo, verrà fatta chiarezza e dimostrata la totale innocenza della mia assistita“. dichiara l’avvocato Lorenzo Borrè, difensore di Liliane Murekatete.

L’inchiesta viene condotta dalla procura di Latina sull’attività delle cooperative coinvolte nella gestione di richiedenti asilo e di minori non accompagnati nell’ambito della provincia del capoluogo laziale. Aboubakar Soumahoro si difende. “Sono profondamente amareggiato, dispiaciuto e preoccupato per l’indagine che adesso vede coinvolta direttamente la mia compagna Liliene Murakatete che confido dimostrerà la sua innocenza – dice Soumahoro -. Per quanto appreso, attualmente la Cooperativa Karibù è commissariata per decreto del Ministero; sono intervenuti questa mattina provvedimenti di sequestro ed interdittivi. La situazione amministrativa della Coop. Karibù e del Consorzio AID è quindi congelata, in mano al ministero, in mano alla magistratura, nella quale ripongo la massima fiducia”.

Il Comune di Roma ha versato in nove anni fino a 3 milioni di euro alla cooperativa Karibu. Ma poi nel dibattito in Commissione Trasparenza in Campidoglio è venuto alla luce che non era in regola . E’ stata la “scoperta” di un’irregolarità alla base dello stop ai pagamenti. La dirigente Angelina Di Prinzio e l’assessora alle politiche sociali Barbara Funari hanno spiegato che la coop di Maria Thérèse Mukamitsindo e di Liliane Murekatete ha iniziato ad avere rapporti con il Campidoglio nel 2013, cioè nell’anno del passaggio di consegne tra il sindaco uscente Gianni Alemanno e quello entrante Ignazio Marino. Il Campidoglio aveva un impegno di spesa con la coop Karibù pari a 4 milioni e 679 mila euro. dei quali sono stati pagati soltanto 3. Anche le ultime fatture, da 49 mila e 12 mila euro, non sono state liquidate in quanto la coop non aveva il “Durc” in regola.

Il “Durc” è il Documento Unico di Regolarità Contributiva. Si tratta dell’attestazione della regolarità dei pagamenti all’Inps, all’Inail e alla Cassa Edile. Dal 2009 è obbligatorio per le ditte che lavorano in regime di appalto o subappalto. La regolarità della contribuzione si può verificare online. La risultanza ha una validità di 120 giorni. “Abbiamo fatto un intervento sostitutivo con l’Inps – ha affermato la dirigente Di Prinzioabbiamo fatto richiesta della certificazione antimafia e anche della cessione del credito“. Il Campidoglio dopo la prefettura di Latina ha deciso di togliere alle coop della famiglia di Aboubakar Soumahoro la gestione dei centri di accoglienza sul suo territorio. Ed ha deciso di spostare sette minori sinora ospitati dalla cooperativa Karibu.

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