Fra le persone “spiate” di Puglia e Basilicata che in questa vicenda chiaramente sono tutte parti lese emergono i protagonisti dell’inchiesta sul presunto “Sistema Sesto” che coinvolse l’ex presidente della Provincia di Milano, Filippo Penati , che si è conclusa nel niente evaporando come una bolla di sapone. Coinvolti passivamente l’imprenditore dei trasporti Piero Di Caterina, di origini pugliesi e milanese di adozione, Roberto De Santis, salentino, da sempre ritenuto il referente imprenditoriale di Massimo D’Alema. Non manca Enrico Intini, 62enne di Noci, un altro imprenditore della stessa area politica, il quale dopo alcuni incidenti giudiziari di una decina di anni fa , dalle quali è uscito indenne, è sparito dai radar per lanciarsi su nuovi e lucrosi business.
Coinvolto anche l’ imprenditore pugliese Antonio Albanese coeditore de “La Gazzetta del Mezzogiorno” (plurindagato ed attualmente sotto processo), e Domenico Distante, imprenditore 62enne di Francavilla Fontana, editore dell’emittente televisiva pugliese “Antenna Sud“, e Cosimo Tosto, imprenditore barese cinquantenne, titolare della società di costruzioni Replan Esg. La ricerca degli “spioni” ha riguardato anche l’architetto Renato Giuseppe Sarno, originario tarantino, che è stato il grande accusatore di Penati , così come l’altro imprenditore salentino Antonio Cannalire che fu arrestato nell’ambito dell’inchiesta sulla Bpm (salvo poi essere assolto) e oggi ha trovato collocazione in una società dello Stato. Dalle banche dati sono state estrapolate illegalmente secondo quanto sostenuto dagli inquirenti, informazioni private sulla famiglia De Lorenzis di Racale (Lecce), in particolare sul 52enne Pasquale De Lorenzis e tutta la sua famiglia cioè i fratelli Cosimo, Nadia, Pietro Antonio, Romino e Saverio imprenditori nel settore dei giochi e delle slot machine , anche loro protagonisti di disavventure giudiziarie concluse nel 2022 con l’assoluzione in Cassazione e la restituzione dei beni sequestrati., e il barese Antonio Snidar, proprietario di sale gioco. Altri imprenditori del mondo del gioco sarebbero stati “attenzionati” forse nell’ambito di un’enorme compravendita.
Nelle migliaia di pagine dell’inchiesta compare anche un imprenditore di origini lucane, già coinvolto in inchieste relative alle energie rinnovabili. Il barese Maurizio Lasagna di origini alberobellesi, 50 anni, coniugato, avvocato civilista, candidatosi in una lista del centrodestra alle Regionali 2020 in Puglia , che conquistò circa 1.600 voti. Una coppia barese (marito e moglie), due medici (una di Lecce e l’altra in servizio in un ospedale del Foggiano), un imprenditore di Ceglie Messapica che in passato vide il suo nome comparire in uno dei «leaks» relativi alle società offshore. Coinvolto l’ imprenditore salentino Cosimo Sisto, il barese (originario di Corato) Piero Di Caterina e il foggiano (di San Severo) Primiano Calvo. “Spiato” anche Amalia Alicino, moglie di Gianluca Jacobini; ex condirettore della Banca Popolare di Bari.
L’inchiesta della procura di Milano ha coinvolto quattro persone posti agli arresti domiciliari e alla sospensione dal servizio di due pugliesi appartenenti alle Forze dell’ Ordine. Uno è Giuliano Schiano, salentino in servizio alla Dia di Lecce (da cui è stato sospeso), l’altro è Marco Malerba, brindisino, ispettore della Polizia di Stato in servizio al commissariato di P.S. Rho, nell’hinterland alle porte di Milano.
Sono stati denunciati a piede libero anche altri due pugliesi e un lucano: Tommaso Cagnazzo, maresciallo dei carabinieri anche lui in servizio alla Sezione operativa della Dia di Lecce, Armando Gianniello, brindisino del commissariato di Rho, e Vincenzo De Marzio, originario di Salandra nel Materano, un ex carabiniere che secondo gli inquirenti partecipava all’associazione con il compito principale di procacciare clienti ma anche “contribuendo materialmente all’espletamento dei servizi illeciti, comprese le intercettazioni abusive“.
Tra le persone denunciate dai Carabinieri alla Dda di Milano nell’informativa di oltre 4mila pagine depositata, compare Oreste Dell’Ernia 64anni di Adelfia (Bari) , nei cui confronti gli investigatori ipotizzano i reati di rivelazione di segreti d’ufficio e accesso abusivo a sistema informaticoin quanto avrebbe lavorato in collaborazione con Andrea De Donno, (entrambi specialisti in attività intrusive nei telefoni e di localizzazione). Come la localizzazione effettuata a Bari nell’ottobre 2022 e ricostruita tramite la telefonata di Dell’Ernia a Gallo: il pedinamento nel capoluogo pugliese nel quartiere di Japigia di una Mercedes a bordo della quale probabilmente c’era l’imprenditore Tosto, e che quel giorno era seguita anche dalla Guardia di finanza.