Dallo studio realizzato nell’ambito delle attività del Centro Salute e Ambiente della Regione Puglia, in collaborazione con il Dipartimento di Epidemiologia del Servizio Sanitario Regionale del Lazio, dell’ Asl di Taranto, di Arpa Puglia e di Ares Puglia sono emersi degli aspetti interessanti meritevoli di attenzione: la produttività dell’ILVA ha manifestato delle variazioni nel periodo 2008-2014 con un declino a seguito della crisi economica (2009), un successivo aumento negli anni 2010-2012, e un declino nel 2013-2014. C0nseguenziale quindi che l’andamento produttivo, e la conseguente variazione delle emissioni abbia determinato degli effetti effetto sui livelli di inquinamento nelle aree urbane limitrofe allo stabilimento siderurgico. L’andamento della mortalità ha viaggiato di riflesso sull’andamento della produttività che causava e causa l’inquinamento nei quartieri Tamburi e Borgo di Taranto. Si sono riscontrate quindi a seguito di incrementi del PM10 di origine industriale delle variazioni nei tassi di mortalità fino al 2012, per poi osservare una sensibile riduzione sia dell’inquinamento che della mortalità nel 2013-2014.
Lo studio è stato effettuato sulle 321.356 persone residenti tra il 1 gennaio 1998 ed il 31 dicembre 2010 nei comuni di Taranto, Massafra e Statte. Tutti i soggetti sono stati seguiti fino al 31 dicembre 2014, ovvero fino alla data di morte o di emigrazione. Ad ogni individuo, sulla base dell’indirizzo di residenza, sono stati attribuiti gli indicatori della esposizione alla fonte di inquinamento presente nell’area utilizzando i risultati di modelli di dispersione in atmosfera degli inquinanti scelti come traccianti (Pm10 ed So2, ovvero polveri sottili e anidride solforosa). Entrambi gli inquinanti, tra i cittadini più esposti (concentrazione di 10 microgrammi per metro cubo), sono responsabili di nuovi casi di tumore al polmone: +29% causato dalle polveri e +42% dalla anidride solforosa. Lo studio, inoltre, ha evidenziato che l’esposizione alle polveri industriali è responsabile del 4% in più di mortalità. In particolare, l’aumento di mortalità per tumore polmonare è del 5%, mentre la percentuale sale al 10% per infarto del miocardio. Quanto alla mortalità per effetto della anidride solforosa, questa registra un aumento del 9%: in particolare +17% per tumore polmonare, +29% per infarto del miocardio.
Analizzando lo stato di salute dei bambini di età compresa tra 0-14 anni residenti a Taranto, “si sono osservati eccessi importanti per le patologie respiratorie: in particolare tra i bambini residenti al quartiere Tamburi si osserva un eccesso di ricoveri pari al 24%”; una percentuale che sale “al 26% tra i bambini residenti al quartiere Paolo VI”. Sono alcuni dati contenuti nel rapporto secondo cui “c’è relazione causa-effetto tra emissioni industriali e danno sanitario”, in cui si illustrano i risultati dell’indagine epidemiologica condotta per valutare l’effetto delle sostanze tossiche di origine industriale emesse dal complesso ILVA sulla salute dei residenti.
Alla presentazione a Bari è intervenuto il Presidente della Regione Puglia, Michele Emiliano, “novello ambientalista” dell’ultima ora, con evidenti chiare motivazioni elettorali e speculari anti-Renzi, dichiarando che “oggi abbiamo una riunione straordinaria di giunta nella quale dovremo valutare se impugnare davanti alla Corte Costituzionale l’ultimo decreto Ilva. Questa giornata comincia con l’esame dei dati e prosegue con la valutazione tecnico-giuridica sulla eventuale lesione delle attribuzioni della Regione Puglia a seguito di questo decreto” dimenticando di ricordare un piccolo particolare: questi studi non li ha voluti, ne disposti lui.
Ma Emiliano ancora una volta ha la memoria corta, dimenticando di essere stato il segretario regionale pugliese del Pd , quando alcuni esponenti del suo partito sono stati intercettati, rivelandosi fiancheggiatori della famiglia Riva, che corrompeva la politica locale a 360° gradi, partendo dal Pd passando dal PdL-Forza Italia per poi finire a Sinistra Ecologia e Libertà guidata da Nichi Vendola. Senza dimenticare alcuni giornalisti ed editori…Tutto questo Emiliano lo dimentica o finge di non ricordarlo, probabilmente troppo oberato ad “ispirare” liste elettorali in prossimità delle prossime elezioni amministrative di Taranto che si svolgeranno nel 2017.
Cioè quando è stato dato avvio al risanamento ambientale, dopo che il Governo Letta e poi il Governo Renzi hanno commissariato l’ ILVA rimuovendo il controllo e la gestione della proprietà Gruppo Riva, tanto “cara” alla Federacciai di Gozzi ( a sinistra nella foto) non ha mai attuato alcun risanamento ambientale . I Riva probabilmente erano troppi impegnati all’epoca dei fatti a “spostare” la modica… cifra di 2 MILIARDI di euro di utili dall’ Italia alla Svizzera sotto gli occhi dell’informazione locale pilotata, foraggiata e corrotta, e nel disinteresse a dir poco sospetto della Procura di Taranto e della Guardia di Finanza di Taranto che in quegli anni sembravano non accorgersi di nulla di quanto avveniva, pur in presenza di una causa civile intrapresa dal gruppo Amenduni, socio al 10% dell’ ILVA di Taranto.
Non sono mancati infatti fra i fornitori dell’ ILVA (gestione Riva) importanti lavori affidati a società di un esponente politico del centrodestra, imparentato con un magistrato della Procura di Taranto, o ad un imprenditore imparentato a sua volta con un giudice del Tribunale di Taranto molto presente nelle vicende giudiziarie dell’ ILVA. Ma tutto questo, Emiliano ed i suoi “seguaci” tarantini dell’ ultim’ora, ed alcuni “pennivendoli” locali noti per essere i ventriloqui della procura e delle associazioni ambientalisti (che si reggono su fondi e finanziamenti a dir poco occulti), non lo dicono. Per non parlare poi del giornalista Michele Mascellaro “premiato” con l’ assunzione come addetto stampa nell’attuale gruppo regionale pugliese del Pd . Ma tutto questo Emiliano lo dimentica. Chissà come mai…