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22 Dicembre 2024 17:00

I troppi “amici” del dottor Falcone

Un ricordo sincero e diretto del collaboratore informatico del giudice Giovanni Falcone, affidato al Blog "MAFIE" del nostro collega Attilio Bolzoni

di Giovanni Paparcuri

Avanti. Mi è stato chiesto di scrivere un mio ricordo sul dottore Falcone e su cosa è cambiato dopo la sua morte e quella del dottore Borsellino. Ci sarebbero tanti ricordi, ma voglio dare un significato a quella parola “Avanti”, che uso come titolo per questo mio pensiero. “Avanti” era la password che usava il dottore Falcone per il suo pc, e quando mi diede la sua fiducia confidandomela, per me è stato molto importante: il dottore Falcone si fidava di me. Per tanti anni ho sempre cercato di dare un significato alla fiducia che mi aveva concesso, oggi forse l’ho trovato.

Come è mio solito non sono ipocrita, né faccio uso di retorica, quindi devo dire, purtroppo, che dopo ventincinque è cambiato poco o niente. Forse l’unica nota positiva è la voglia di legalità che vedo in molta gente onesta. Abbiamo anche conquistato la libertà di parlare liberamente di mafia e antimafia (quella vera, cioè senza ipocrisia e retorica). Libertà che non c’era nel passato, anche per mancanza di coraggio.

 

Comunque, perché dico che è cambiato poco? Basta fare un piccolo elenco di alcune indagini e/o arresti per corruzione, per mafia, per malaffare.- Il presidente degli imprenditori siciliani, Antonello Montante, che sarebbe sotto inchiesta per reati di mafia da parte della procura di Caltanissetta.- Episodi di corruzione con la complicità di un magistrato ed una cancelliera del Tribunale di Latina.
– Altre vicende di corruzione di un commissario della polizia municipale di Palermo, tale Vivirito.
– Il caso della giudice Saguto.
Mafia capitale;
– Il presidente della Camera di commercio di Palermo, Roberto Helg, condannato per estorsione.
– Pasta e legumi per i bisognosi usati come ricatto elettorale o venduti.
– La vergogna dei ponti che cedono, i viadotti chiusi, la Sicilia che è divisa in due.
– Una figuraccia mondiale. Il cluster bio-mediterraneo gestito dalla Sicilia sporco, deserto e allagato. Così si è presentato, nel giorno di debutto dell’Expo, il grande padiglione che riunisce 11 Paesi dell’area mediterranea.
– Mafia: collaboratore rivela, boss volevano uccidere il pubblico ministero Paci
– Indagine di Riscossione Sicilia, dossier consegnato alle procure. Ecco i nullatenenti con aereo e yacht, ottocento evasori, un miliardo di euro spariti
– La lite delle parti civili. L’antimafia che ama la “roba”
– Una villa in cambio di fondi Ue: indagato l’ex presidente dell’Ars Cascio
– Vecchi mafiosi, già arrestati negli anni scorsi, una volta scontata la pena, sono tornati a comandare nel loro territorio;
– Pregiudicati per reati non di mafia, che aspettano di fare il salto di qualità: vogliono diventare mafiosi anche loro
Arrestata presidente antiracket Salento
– eccetera eccetera

I paladini, quelli che predicano bene ma razzolano male.  Ci voleva l’arresto del Presidente Roberto Helg per scoprire apertamente che certa antimafia non è vera antimafia? E poi, in questi anni ho assistito – nel nome di Falcone e Borsellino – ad una gara per dimostrare che uno è più antimafioso dell’altro. Esibendo teorie e nascondendosi dietro ipocrisie, spacciando “verità non vere”, organizzando complotti, sferrrando attacchi, processi in piazza, alimentamdo polemiche, un tifo da stadio per sostenere sottoscrizioni. Ci sono stati abbracci con personaggi discutibili, si scrivono libri che non si basano su fatti veri,  talk show gridati, fiction dove il cattivo diventa super eroe, gruppi, associazioni, striscioni, cortei, passerelle che non hanno nulla a che vedere con la vera antimafia.

Per non parlare poi di quelli che si paragonano ai giudici Falcone e Borsellino, o di quelli che con dei fotomontaggi pensano di accattivarsi simpatie o consensi, paragonando il loro sorriso a quello di quei grandi magistrati. Ma non capiscono che non è così che si possono portare avanti le loro idee. Ci vogliono fatti e non stupidi slogan.

Il dottore  Falcone era una mosca bianca, ficcatevelo in testa.

Giorgio Petta, “vecchio” giornalista siciliano, mi ha detto di non avvilirmi e che se dipendesse da lui, in tutti questi convegni che si organizzano leggerebbe i Promessi Sposi, perchè proprio attraverso i personaggi di questa opera ci renderemmo conto che non è cambiato nulla. Infatti uno dei temi più importanti è la giustizia, a partire dell’impedimento di fare sposare Renzo e Lucia. Mosso dalla curiosità ho letto qualcosa, e in effetti devo dire che Giorgio Petta aveva ragione. Attraverso quei personaggi de I Promessi Sposi si racconta bene anche la situazione attuale, il collasso delle istituzioni civili. In parole povere ho ragione: non cambia nulla.

Però dico che non abbandono, né possiamo abbandonare la lotta per un’Italia migliore. Perché, per sconfiggere le mafie, bisogna innanzitutto recidere la cultura mafiosa. E’ questo il vero problema: fronteggiare la contiguità con il malaffare. È una sfida difficile ma bisogna andare sempre avanti, il dottore Falcone andava sempre avanti, è andato sempre avanti nonostante tutto e tutti.

Non scrivo nulla delle sue amarezze a proposito di quello che gli è capitato intorno, né scrivo nulla sui pseudo amici e collaboratori che negli ultimi ventincinque anni si sono moltiplicati a dismisura. Su quel periodo posso dire soltanto: è vero che quei giudici erano soli, ma noi collaboratori, i veri collaboratori, non li abbiamo mai lasciati soli e loro lo sapevano.

Concludo scrivendo ancora una volta la password “AVANTI”. Era questo il significato per la quale l’aveva scelta: andare avanti, nonostante le minchiate, la retorica, l’ipocrisia.

*Collaboratore informatico del giudice Giovanni Falcone

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