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22 Dicembre 2024 09:58

Il 14 novembre parte il processo del “Caso Scazzi” in Corte d’Assise d’appello

Il processo di primo grado concluso ad aprile 2013 con la condanna all’ergastolo per Sabrina Misseri e sua madre Cosima Serrano

Si svolgerà il prossimo 14 novembre l’inizio del processo in secondo grado innanzi ai giudici della Corte d’assise d’appello di Taranto per l’omicidio della 15enne Sarah Scazzi, avvenuto ad Avetrana in provincia di Taranto lo scorso  26 agosto 2010. Il corpo della povera ragazza venne ritrovato all’interno di un pozzo nelle campagne adiacenti. Il dibattimento si terrà

Il 20 aprile 2013 la Corte d’assise di Taranto condannò all’ergastolo Sabrina Misseri e sua madre, Cosima Serrano, a loro volta rispettivamente cugina e zia della vittima. Nei confronti di Michele Misseri, zio della vittima e marito di Cosima e quindi padre di Sabrina, furono inflitti otto anni di reclusione con l’accusa di soppressione di cadavere.  Altre pene inflitte per 2 anni all’ avv. Vito Russo, ex legale difensore di Sabrina Misseri, per intralcio alla giustizia. Nei confronti dei tre favoreggiatori, la Corte aveva comminato un anno di reclusione per Antonio Colazzo e Cosima Prudenzano e di un anno e 4 mesi a Giuseppe Nigro, (pena sospesa) ed a 6 anni nei  confronti di Carmine Misseri e di Cosimo Cosma (deceduto a causa di un tumore fulminante nella scorsa primavera), entrambi accusati di soppressione di cadavere, 

Per Sabrina Misseri e la mamma i termini di custodia cautelare scadranno il 20 gennaio 2015 e quindi il processo di appello dovrà essere definito entro quella data.In caso contrario le due imputate usciranno il carcere per decorrenza dei termini, e verranno quindi giudicate dal Tribunale a piede libero. 

nella foto Michele Misseri
nella foto Michele Misseri durante il processo di 1° grado

La condanna all’ergastolo a carico delle due principali imputate e cioè Cosima Serrano e sua figlia Sabrina Misseri  è avvenuta poichè la corte d’assise in primo grado ha ritenuto di aver raccolto  oltre ogni ragionevole dubbio, le prove necessarie a comprovare che Sarah Scazzi il pomeriggio del 26 agosto si recò a casa Misseri, ove avrebbe avuto una prima lite con le due donne, cercando di fuggire,  ma venne raggiunta per la strada e riportata con la forza in casa, dove è stata uccisa, venendo strangolata secondo l’accusa dalla due donne. Una ricostruzione all’interno della quale vi è stata alcuna credibilità per le dichiarazioni di Michele Misseri, in quanto secondo i giudici il contadino di Avetrana «non ha ucciso Sarah Scazzi, non ha assistito al delitto, non ha appreso dai reali protagonisti i dettagli dell’accaduto, non ha cognizione del contesto nel quale l’omicidio si è verificato».

Poche parole ma significative e necessarie per annientare le prove a sorpresa dei dei difensori di Sabrina Misseri e Cosima Serrano, ed a dichiarare inattendibile la tesimonianza-sceneggiata del contadino di Avetrana, il quale si presentò davanti alla corte d’assise,  con una corda ad effetto scenico simile a quella con la quale con cui venne uccisa e strangolata la nipotina di 15 anni, non venendo ritenuto credibile.

nella foto l'arresto di Cosima Serrano
nella foto l’arresto di Cosima Serrano

All’interno delle motivazioni della sentenza letta dal presidente della Corte dr.ssa Rina Trunfio  lo scorso  20 aprile del 2013, la figura ed il ruolo di Michele Misseri trovano uno spazio importante. Il ritrovamento del cadavere di Sarah Scazzi dopo 40 giorni di inutili ricerche da parte delle forze dell’ordine, avvenne infatti grazie a lui, e sempre grazie a lui si arrivò all’arresto di sua figlia, coinvolta dopo aver trascorso una settimana  a meditare in una cella del carcere di Taranto. E’ sempre  grazie a lui che si deve l’incidente probatorio avvenuto il 19 novembre 2010, in cui, mentre ascoltava i singhiozzi e i lamenti della sua adorata figlioletta, ammise, dinanzi a tutte le parti processuali presenti, la sua verità, che venne cambiata decine di volte, tra programmi televisivi, fantomatiche interviste esclusive ma sicuramente poco attendibili, ed a un mare di lettere spedite alla moglie e la figlia mentre si trovavano in carcere . Chiaramente di parere opposto sono i suoi legali, il prof. Franco Coppi e l’avvocato Nicola Marseglia i quali all’interno della memoria d’appello, da cui è scaturito il nuovo processo in secondo grado sostengono al contrario e chiedono alla Corte di Appello  che «Sabrina Misseri va assolta dall’accusa di aver ucciso la cugina Sarah Scazzi per non aver commesso il fatto. E se la corte d’assise d’appello non ravviserà elementi a carico di Michele Misseri, chiuda il dibattimento senza colpevoli». Si preannuncia un’acceso scontro processuale che puntualmente alimenterà i programmi televisivi. Mentre una povera  innocente ragazza è stata uccisa senza alcuna colpa. Ed è questo  secondo noi che i giudici dovranno ben tenere presente.

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