di Silvia Signore
I ministri della Cultura dell’Ue riuniti in Consiglio a Bruxelles hanno chiesto misure volte a promuovere il comportamento responsabile degli influencer sui social network e lo sviluppo di organizzazioni o meccanismi di autoregolamentazione della loro attività, compreso un eventuale codice etico.
Nelle conclusioni, i ministri hanno anche messo in guardia dall’impatto “potenzialmente dannoso” che queste persone influenti possono avere sulla salute mentale del pubblico e in settori come la democrazia. “Gli europei trascorrono più tempo online, il che significa che gli influencer che creano contenuti per i social media hanno un impatto più grande che mai sul modo in cui percepiamo e comprendiamo il mondo”, ha affermato il ministro belga (presidente di turno dell’Ue) della Gioventù e dei media, Benjamin Dalle.
I responsabili della Cultura hanno chiesto a Bruxelles di sviluppare un approccio politico incentrato sull’alfabetizzazione mediatica degli ‘influencer‘ e su un comportamento responsabile sui social network e sulle piattaforme video per garantire che rispettino le regole che regolano le loro azioni sul web. In questo senso, il testo approvato cerca di promuovere la comprensione da parte dei creatori di contenuti dell’impatto che la loro attività può avere sulla popolazione condividendo disinformazione, disinformazione, incitamento all’odio e contenuti illegali o dannosi.
Inoltre, i ministri europei si sono concentrati sull’aumento degli influencer minorenni e sulla necessità che genitori o tutori proteggano i bambini e garantiscano che siano consapevoli dei relativi obblighi legali derivanti dall’uso dei social network.
Le conclusioni incoraggiano i Paesi del blocco a sviluppare un codice etico per questi influencer e a garantire che partecipino allo sviluppo di aspetti della politica comunitaria sui media che potrebbero riguardarli, compreso un maggiore uso dell’intelligenza artificiale.
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