di Gianantonio Stella *
Smascherata su un “ritocchino” al curriculum (la laurea in legge) la deputata Petra Hinz ha lasciato giorni fa il Bundestag: “Chiedo scusa a tutti“. E prima di lei, per altri “lifting” alle referenze, si erano dimessi in tanti, come l’Ad di Yahoo! Scott Thompson. Per non dire di casi estremi e tragici, come quello della lanciatissima Dianna Green che, inserita tra le manager americane del futuro, non resse alla vergogna d’un master inventato e si sparò.
L’assessore all’ambiente di Roma Paola Muraro, al contrario, non ha fatto una piega per essere stata infilzata sul curriculum presentato all’Ama e dunque al Campidoglio dove spiegava d’avere fornito “supporto tecnico professionale alla Procura di Napoli per la formulazione dell’impianto accusatorio del processo instaurato in conseguenza dell’emergenza rifiuti”. Dettaglio non secondario: se un pilota mena vanto delle ore volate, un bomber dei goal segnati e un chirurgo dei trapianti fatti, quale “medaglia” può esser per un grillino più preziosa che una consulenza sui rifiuti ai magistrati di Napoli?
Macché, ha spiegato al “Fatto” (sia pure senza l’onore della prima pagina) l’ingegner Paolo Rabitti, lui sì consulente da decenni di varie procure in alcune delle inchieste più scottanti: la donna scelta da Raggi per risolvere i problemi dei rifiuti capitolini stava allora dall’altra parte, come “consulente di Fibe, una controllata di Impregilo che gestiva il ciclo rifiuti in Campania“.
E coi giudici, ripete oggi, “parlò sì, ma perché interrogata“. Prima dai giudici, poi in aula. I periti chiamati dai magistrati Giuseppe Noviello e Paolo Sirleo, ricordano i giornali dell’epoca, erano Mauro Sanna, Massimo Falleni e, appunto, Rabitti.
E siamo sempre alla stessa domanda: per carità, niente di “penalmente rilevante“. Ma se si trattasse di un assessore rosso, verde o giallo i grillini starebbero altrettanto sereni?
*tratto dal quotidiano Corriere della Sera