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5 Novembre 2024 03:27

Il commiato di Mattarella: “Grazie italiani, non mi sono mai sentito solo”

Nell'ultimo discorso di fine anno il Capo dello Stato ha rivolto un pensiero a quanti si sono impegnati per contrastare il Covid. E ai giovani Mattarella ha detto: «Prendetevi il vostro futuro perché soltanto così lo donerete alla società». L' ottimismo temperato del carattere di Mattarella è emerso ancora una volta quando si è soffermato sui vaccini. Ha ricordato le vittime, i troppi lutti. Applaudendo e ringraziando idealmente medici e infermieri, e ringraziando quell'80 per cento di italiani che si è vaccinato, che hanno dimostrato "maturità e senso di responsabilità".

di REDAZIONE POLITICA

Completo blu e cravatta d’ordinanza, nel suo ultimo discorso di fine d’anno il presidente della Repubblica era visibilmente emozionato . Capelli ben pettinati, occhiali inforcati, voce pacata e tranquilla, Mattarella ha come sempre dato un messaggio di sostegno e solidarietà a tutti gli italiani che lo seguivano in diretta. Quindici minuti intensissimi in cui si è congedato, ma ha anche mandato un incoraggiamento al Paese.

Nell’ultimo messaggio del settennato di Sergio Mattarella alla Presidenza della Repubblica: «Care concittadine, cari concittadini, Ho sempre vissuto questo tradizionale appuntamento di fine anno con molto coinvolgimento e anche con un po’ di emozione. Oggi questi sentimenti sono accresciuti dal fatto che, tra pochi giorni, come dispone la Costituzione, si concluderà il mio ruolo di Presidente, aggiungendo “Come prevede la Costituzione tra poco si conclude il mio mandato” rigorosamente senza alcun riferimento alla partita per la successione che sta per cominciare. “La Repubblica unita e solidale, questo è il patriottismo“. L’auspicio per il futuro: “Ho fiducia, l’Italia crescerà”. Puntuale un nuovo rimprovero ai No Vax:  “Rifiutare il vaccino è un’offesa a chi non può averlo”.

Il capo dello Stato ha citato anche il professore morto nel crollo della palazzina a Ravanusa: “Giovani, voi non siete il futuro siete il presente” con un’unica citazione. La lettera che il professore siciliano Pietro Carmina, una delle vittime del recente crollo di Ravanusa, aveva scritto ai suoi studenti. Era un professore di storia e filosofia ed era andato in pensione due anni fa. Scriveva: “Usate le parole che vi ho insegnato per difendervi e per difendere chi quelle parole non le ha. Non siate spettatori ma protagonisti della storia che vivete oggi. Infilatevi dentro, sporcatevi le mani, mordete la vita, non adattevi, impegnatevi, non rinunciate mai a perseguire le vostre mete, anche le più ambiziose, caricatevi sulle spalle chi non ce la fa. Voi non siete il futuro, siete il presente. Vi prego: non siate mai indifferenti, non abbiate paura di non rischiare per non sbagliare“. Una maniera per ringraziare tutti i docenti, “per la dedizione che mostrano al compito educativo”.

Il presidente Sergio Mattarella ha salutato così stasera nel suo ultimo messaggio di fine anno del settennato. Quindici minuti in piedi, che non hanno mascherato l’emozione per il congedo stringendo per tutto il tempo le sue mani. Chi si aspettava riferimenti alla partita sul suo successore è come prevedibile rimasto deluso. Nessuna allusione, né alcuna indicazione di sorta. Non parlandone ha dato l’impressione definitiva di voler uscire di scena, chiudendo la porta al bis dopo “sette anni impegnativi, complessi, densi di emozioni”.

Mattarella ha così esordito ricordando chetra pochi giorni, come dispone la Costituzione, si concluderà il mio ruolo di Presidente” , ringraziando “ciascuno di voi per avere mostrato, a più riprese, il volto autentico dell’Italia: quello laborioso, creativo, solidale. Ho percepito l’aspirazione diffusa a essere una vera comunità, con un senso di solidarietà che precede, e affianca, le molteplici differenze di idee e di interessi“.

Nel vocabolario di Mattarella “solidarietà” è una parola chiave . Come lo è la parola “fiducia“. “L’Italia crescerà“, ha detto il capo dello Stato “Il suo destino dipende anche da ciascuno di noi”. Siamo migliori di come ci dipingiamo. Ma questa è anche la stagione dei doveri. “Dalle difficoltà si esce soltanto se ognuno accetta di fare fino in fondo la propria parte. Se guardo al cammino che abbiamo fatto insieme nutro fiducia”.

L’ ottimismo temperato del carattere di Mattarella è emerso ancora una volta quando si è soffermato sui vaccini. Ha ricordato le vittime, i troppi lutti. Applaudendo e ringraziando idealmente medici e infermieri, e ringraziando quell’80 per cento di italiani che si è vaccinato, che hanno dimostrato “maturità e senso di responsabilità“. Rivolgendosi a chi avverte “un senso di frustrazione” per l’ondata di contagi invita a vedere il bicchiere mezzo pieno: “Non dobbiamo scoraggiarci. Si è fatto molto. I vaccini sono stati, e sono, uno strumento prezioso, non perché garantiscano l’invulnerabilità ma perché rappresentano la difesa che consente di ridurre in misura decisiva danni e rischi, per sé e per gli altri”. “Ricordate dove eravamo un anno fa? A come abbiamo trascorso le festività natalizie e come invece è stato possibile farlo in questi giorni, sia pure con prudenza e limitazioni”.

“I vaccini hanno salvato tante migliaia di vite, hanno ridotto di molto la pericolosità della malattia – ha detto Mattarella -. La ricerca e la scienza ci hanno consegnato, molto prima di quanto si potesse sperare, questa opportunità. Sprecarla è anche anche un’offesa a chi non l’ha avuta e a chi non riesce oggi ad averla“. Il senso del messaggio è di non perdersi d’animo. “Ricordo la sensazione di impotenza e disperazione che respiravamo nei primi mesi della pandemia di fronte alle scene drammatiche delle vittime del virus. Alle bare trasportate dai mezzi militari. Al lungo, necessario confinamento di tutti in casa. Alle scuole, agli uffici, ai negozi chiusi. Agli ospedali al collasso. Cosa avremmo dato, in quei giorni, per avere il vaccino?“.

Il presidente della Repubblica ha tenuto a sottolineare che la Costituzione è stata la sua unica bussola, anche per ribadire che gli italiani sono partecipi di un unico destino. “Unità istituzionale e unità morale sono le due espressioni di quel che ci tiene insieme. Di ciò su cui si fonda la Repubblica. Ciascun presidente all’atto della sua elezione avverte due esigenze di fondo: spogliarsi di ogni precedente di appartenenza e farsi carico esclusivamente dell’interesse generale, del bene comune come bene di tutti e di ciascuno. E poi salvaguardare ruolo, poteri e prerogative dell’istituzione che riceve dal suo predecessore e che – esercitandoli pienamente fino all’ultimo giorno del suo mandato – deve trasmettergli integri al suo successore“.

Nel discorso del Capo dello Stato c’è stato un passaggio di gratitudine per sindaci e governatori in prima linea. “Il volto reale di una Repubblica unita e solidale. E’ il patriottismo concretamente espresso nella vita della Repubblica“. Un riferimento garbatamente polemico contro quell’altro patriottismo, evocato da Matteo Salvini e Giorgia Meloni. Alla fine un capitolo sui giovani tema che da sempre gli è molto caro. Dice: “I giovani sono portatori della loro originalità, della loro libertà. Sono diversi da chi li ha preceduti. E chiedono che il testimone non venga negato alle loro mani. Alle nuove generazioni sento di dover dire: non fermatevi non scoraggiatevi, prendetevi il vostro futuro perché soltanto così lo donerete alla società”.

Messaggio-di-Fine-Anno-Mattarella

Il mandato di Mattarella scadrà il 3 febbraio ed i suoi collaboratori stanno già preparando gli scatoloni. per traslocare dal Quirinale a Palazzo Giustiniani, al Senato della Repubblica dove sono ospitati ed accolti gli ex presidenti della Repubblica. Il Capo dello Stato a gennaio ha soltanto due impegni in programma: il 6 gennaio la finale di pallavolo femminile, ed un incontro con l’astronauta Samantha Cristoforetti. L’agenda di Mattarella per il resto non contiene impegni. Un chiaro segnale a quella parte di politica chi lo tira per la giacca per una sua riconferma.

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