di Antonello de Gennaro
La giovane nuotatrice Benedetta Pilato deve ancora compiere 16 anni vive con mamma e papà a Talsano, alle porte di Taranto, la più giovane di sempre a salire sul podio a rappresentare il nostro Paese nelle più importanti competizioni internazionali di nuoto, si allena nella piscina privata “Meridiana” di Taranto (che è lunga solo 25 metri) sotto il controllo del suo allenatore, Vito D’Onghia, che è per lei come un fratello maggiore.
Benedetta per allenarsi in una piscina olimpionica, cioè quella di 50 metri deve recarsi ogni volta a Scanzano in Basilicata. Una vera e propria vergogna per il Comune di Taranto che incredibilmente versa dal 2004 49.166 euro al mese alla società Mediterraneo srl (della famiglia Cassalia n.d.r.) per poter usufruire soltanto la mattina di 128.329 spazi-acqua destinati a studenti, anziani, disabili ed altre categorie sociali, a spese del Comune.
Piscina-giugno-tarantoUna piscina questa di 25 metri che peraltro è di proprietà dell’ Amministrazione Comunale di Taranto, che da 16 anni versa al gestore privato (il cui contratto è di 30 anni) la somma di 403.000 euro l’anno. Ad oggi quindi sono stati pagati circa 6 milioni e mezzo di euro a fronte di un investimento della società privata di meno di un milione di euro !
Ma c’è di più. A causa delle norme governative conseguenti al Covid 19, la piscina è stata per mesi chiusa, ma i gestori hanno privato lo stesso a farsi pagare questi soldi, e soltanto grazie ad una diretta- sui socialmedia del nostro Direttore è stato bloccato il pagamento.
“Spero che una piscina la costruiscono a Taranto prima o poi . Magari i miei risultati aiuteranno” dice Benedetta Pulito, medaglia d’argento agli ultimi Campionai mondiali di nuoto, l’azzurra più giovane a salire sul podio nella storia del nuoto italiano.
Ma i “furbetti del cloro” si sono fatti pagare dal Comune di Taranto oltre 20mila euro per inesistenti spese di manutenzione, che invece avrebbe dovuto sopportare il gestore. Ma per il poco solerte e notoriamente “distratto”…Carmine Pisano, dirigente dello staff del Sindaco Melucci in una determina dirigenziale sostiene che “Le disposizioni normative relative allo stato di emergenza sanitaria in atto non hanno più consentito il regolare svolgimento delle attività sportive” aggiungendo che ” comunque andava garantita la necessaria attività di mantenimento e di minima manutenzione, nonché i servizi di gestione obbligatoria dell’impianto sportivo polivalente Mediterraneo Village, anche nel periodo emergenziale in corso“
Piscina_maggio-29milaIl Comune di Taranto con nota agli atti d’ufficio (prot. n.52847 del 04/05/2020) considerava, “alla luce della logica sottesa al mantenimento del bene pubblico, esclusivamente le spese pertinenti la gestione obbligatoria parametrate all’incidenza del periodo emergenziale in corso….. la somma quantificata per il mese di maggio risulta essere pari ad € 23.918,33 oneri esclusi ( cioè l’ IVA)“
Quello che sfugge…a Pisano ed al Comune di Taranto è che le normative post-Covid19 prevedono che in piscina la superficie a disposizione di ognuno debba arrivare a 7 metri quadrati, gli istruttori di nuoto dovranno avere la mascherina anche se non a stretto contatto con i nuotatori. Per le piscine inoltre sono state previste delle analisi chimiche, oltre alle batteriologiche e, per tutti vale l’obbligo di disinfezione degli attrezzi (da quelli in sala pesi ai galleggianti in acqua) a ogni uso o a fine giornata se utilizzati anche da un solo nuotatore. Cambiato anche l’accesso alle docce: consentito a ‘numero chiuso‘. Ma tutto questo è stato ignorato dal Comune !
Per meglio capire la “pochezza” politica e la “follia” (solo follia…?) degli amministratori pubblici tarantini che hanno consentito e continuano a consentire questo spreco di denaro pubblico, basti pensare che in Piemonte il Comune di Cuneo ha realizzato uno “Stadio del Nuoto”, dotato di una piscina olimpionica (cioè di 50 metri di lunghezza) coperta, realizzata grazie a un bando di project financing. I costi di costruzione sono ammontati a circa 8 milioni di euro e l’area interessata dal progetto si estende complessivamente su 14.000 metri quadrati.
La costruzione che ospita la piscina è costituita da una copertura realizzata con delle travi di legno lamellare a campata unica di 40 metri. Sono, inoltre, presenti una struttura in cemento armato, dei tamponamenti laterali realizzati con pannelli prefabbricati in calcestruzzo tonalizzato e una grande parete vetrata, di 430 metri quadrati di ampiezza.
Un paragone questo che serve a capire come si realizzano strutture sportive pubbliche, ma sopratutto a capire come amministratori pubblici infedeli e dirigenti comunali incapaci consentano a dei “predoni” di denaro pubblico di arricchirsi a spese del contribuente. Anche grazie ad una Procura della Repubblica “dormiente”, impegnata soltanto ad occuparsi delle proprie carriere professionali.
O forse l’amministratore della Mediterraneo srl , tale Antonello Cassalia, si sente “protetto” dalle frequentazioni sociali con la pm (pubblico ministero) Lucia Isceri della procura jonica ? Ma tutto questo sino a quando …? Ecco perché secondo noi a Taranto serve al più presto un nuovo vertice della Procura che metta fini ai numerosi conflitti d’interesse al suo interno.
“L’attività di palestre, piscine e centri sportivi di tutta Italia è stata sospesa per effetto del Dpcm del Governo firmato dal presidente del Consiglio Conte lo scorso 9 marzo – spiega il Codacons – Questo ha comportato 76 giorni complessivi di chiusura degli impianti, e il diritto degli utenti al rimborso parziale degli abbonamenti. Considerato che 20 milioni di cittadini praticano sport in Italia e sono regolarmente iscritti a palestre, centri fitness, circoli sportivi, corsi specifici, ecc., e che il costo medio di un abbonamento annuale è pari a 450 euro, il valore complessivo dei rimborsi spettanti agli utenti è di circa 1,88 miliardi di euro“, sottolinea l’associazione dei consumatori.
“Lo stesso Decreto Rilancio, all’articolo 216 comma 4, prevede in capo ai gestori degli impianti sportivi l’obbligo di rimborsare i propri clienti per la chiusura degli esercizi, anche attraverso voucher di pari valore, utilizzabile entro un anno dalla cessazione delle misure di sospensione dell’attività sportiva“. Proprio per aiutare i cittadini a far valere i propri diritti e ottenere il rimborso previsto dalla legge, “il Codacons ha attivato uno specifico servizio di assistenza telefonica, attivo dal lunedì al venerdì dalle ore 14 alle ore 17 al numero 89349966“, conclude la nota.
*ha collaborato Paolo Campanelli