di Antonello de Gennaro
Abbiamo appreso che il Sindaco di Taranto Ippazio Stefàno ha invitato a Palazzo di Città i responsabili dei quotidiani stampati presenti a Taranto, fra i quali la Gazzetta del Mezzogiorno (sede a Bari e proprietà siciliana) , ed il Nuovo Quotidiano di Puglia (sede a Lecce e proprietà romana) e delle televisioni locali fra cui una tv di Ostuni ed una di Matera (!!!) , escludendo le testate giornalistiche online come la nostra che hanno un editore vero. Oggetto dell’invito? Concordare una campagna pubblicitaria-redazionale che il Sindaco vuole fare negli ultimo mesi del suo mandato a Palazzo di Città. Tutto questo allorquando il Governo ha emanato la nuova riforma della Legge sull’ Editoria che riconosce la par condicio fra la carta stampata ed i giornali online.
L’ennesima manifestazione di “voto scambio” di questa amministrazione, dopo l’ultimo episodio degli immobili de destinare senza alcun bando “pubblico” e trasparente, come prevede la legge ad associazioni locali. Sulla mancata trasparenza e connivenza di questo Consiglio Comunale con ambienti malavitosi e “mafiosi” si è già peraltro espresso pubblicamente il Procuratore Distrettuale Antimafia di Lecce dr. Cataldo Motta. Il Comune di Taranto meriterebbe di venire commissariato e richiederebbe un’immediato intervento dell’ Autorità Giudiziaria, che evidentemente ha le mani bloccate, considerato che ben due mariti di pubblici ministeri della Procura di Taranto ricoprono cariche e consulenze lautamente retribuite nelle aziende municipalizzate. Altro che lo scandalo della Procura di Trani… ! Lo scandalo è Taranto.
Per non parlare poi delle consulenze legali affidate da questo Comune ai soliti “amici degli amici“, per fronteggiare la moltitudine di cause di ogni genere che vede soccombere il Comune di Taranto, e basta visionare un qualsiasi ordine del giorno per rendersene conto. O delle consulenze affidate dalle municipalizzate a parenti del Sindaco Stefàno e non solo.
Non stiamo piangendo, non ci stiamo lamentando di essere stati esclusi dal Comune di Taranto, nella suddivisione delle miserie di un Comune che cerca il consenso usando i soldi dei cittadini, anzi questo è per noi un motivo di orgoglio, una prova pubblica di totale indipendenza dalla politica.
Noi non siamo in vendita, ma oltre a rendere pubblico quanto accaduto, domani denunceremo tutto ciò al Comando Generale della Guardia di Finanza, alla Procura della Repubblica di Taranto e Potenza ed alla Procura Regionale della Corte dei Conti.
La stampa deve essere libera e se un Comune intende spendere dei soldi pubblici lo deve fare con bandi di evidenza pubblica e non con riunioni “carbonare” a cui questa gentaglia evidentemente è abituata. Chiederemo l’intervento dell’ Ordine dei Giornalisti di Puglia e del Consiglio Nazionale dell’ Ordine dei Giornalisti , affinchè intervengano e vigilino sulla correttezza dell’operato dei giornalisti di queste testate che sono tenuti a rispettare le norme deontologiche ed a non prostituirsi per qualche centinaio di euro. Anche perchè per alcuni non sarebbe la prima volta.
Abbiamo contattato il primo cittadino Stefàno via mail, via telefono, sms e persino via Pec , ma nessuno da Palazzo di Città ha avuto il coraggio di risponderci e l’educazione e correttezza di richiamarci. Un Comune che ha come addetto stampa un’ex vigilessa (vietato dalla Legge in quanto non iscritta all’ Ordine dei Giornalisti) , ed un primo cittadino sotto processo per il disastro ambientale dell’ ILVA. O forse era impegnato in qualche riunione della sua corrente per decidere chi appoggiare come prossimo candidato sindaco ? O forse era occupato con i suoi “sodali” a decidere chi “comprare” come e con che soldi ?
Una cosa è certa: Taranto non merita di essere amministrata da certa gente.
Ecco di cosa si occupa il consiglio comunale di Taranto:
cause perse, debiti, spese legali…è politica questa ?