ROMA– “Il Consiglio dei ministri, su proposta del Ministro dell’interno Luciana Lamorgese, a seguito di accertati condizionamenti da parte delle locali organizzazioni criminali, a norma dell’articolo 143 del Testo unico delle leggi sull’ordinamento degli enti locali, ha deliberato lo scioglimento per diciotto mesi del Consiglio comunale di Cerignola (Foggia) e il contestuale affidamento dell’amministrazione dell’ente a una commissione di gestione straordinaria“. Lo si apprende da un comunicato di Palazzo Chigi.
A luglio, il sindaco Franco Metta, mentre erano già noti gli accertamenti ed i controlli effettuati dal Ministero dell’Interno sulla sua amministrazione, durante un incontro con i lavoratori della Mondoservice, cooperativa che gestiva il verde pubblico per conto dell’amministrazione che era stata colpita da un’ interdittiva antimafia del Prefetto di Foggia dr. Raffaele Grassi poliziotto di primissimo livello, ex direttore dello S.C.O. il Servizio Centrale Operativo della Polizia di Stato, aveva urlato in diretta Facebook: “La devono finire di rompere i coglioni, noi non siamo mafiosi”. Adesso l’ex sindaco Metta dovrà spiegare cosa sa dell’improvviso ritiro dell’altra ditta, che aveva regolarmente e legittimamente vinto la gara.
Da quanto è stato possibile apprendere la situazione al Comune di Cerignola era già da tempo assai compromessa che ha comportato lo scioglimento. Non soltanto per come veniva gestiti affidamenti e appalti pubblici in maniera illegale, ma anche per le ripetute continue frequentazioni dirette degli amministratori comunali con noti pluripregiudicati condannati anche per reati associativi.
Nella relazione del Ministero consegnata al Consiglio dei Ministri si parla apertamente di “assidui rapporti tra il sindaco Franco Metta ( a lato nella foto ) ed esponenti di rilievo della criminalità locale”. Il primo cittadino di Cerignola sarebbe persino intervenuto in episodi di abusivismo per invitare gli agenti della Polizia Locale a chiudere gli occhi in favore di pregiudicati. Ed avrebbe “celebrato il matrimonio di un pluripregiudicato per poi partecipare al ricevimento nuziale, alla presenza di numerosi esponenti della criminalità, con reati anche di tipo associativo, condividendo immagini sui social network”.
“Frequentazioni e cointeressenze tra amministratori comunali ed esponenti della criminalità organizzata – si legge nella decisione interdittiva– rappresentate dalla circostanza che il primo cittadino (cioè Franco Metta) e un assessore hanno presenziato all’inaugurazione di uno dei locali gestiti da componenti della famiglia criminale egemone. Ad alcuni di questi gestori sono state rilasciate autorizzazioni permanenti all’occupazione di suolo pubblico, in palese contrasto con il regolamento comunale che prevede per tale tipo di concessioni una durata massima di cinque anni”.
Secondo la relazione della DIA, la Direzione Investigativa Antimafia al Parlamento, Cerignola è tra i paesi ritenuti “centrali” nella geografia mafiosa foggiana, essendo la ‘base’ del clan Piarulli-Ferraro, con testa da anni nel Milanese. La malavita cerignolana è da sempre il terrore delle società di portavalori, in quanto in quasi tutti i colpi milionari messi a segno contro mezzi blindati o caveau in tutta Italia, partecipano sempre bande di cerignolani che operano con modalità paramilitari, armati fino ai denti e senza paura di sparare, anche 170 colpi come avvenne nel 2016 lungo la A12 in provincia di Livorno, molto spesso concludono in pochi minuti le loro rapine senza spargere sangue e portandosi a casa milioni di euro.