La Terza Commissione del Csm ha aperto una pratica sul concorso per 330 posti di magistrato ordinario, indetto nell’ottobre del 2019 dal ministero della Giustizia. La richiesta è stata avanzata dall’ avv . Stefano Cavanna consigliere laico del Csm , dopo la denuncia arrivata il 14 settembre scorso con un un corposo dossier per presunte irregolarità nella correzione degli elaborati, che era pervenuto a Palazzo dei Marescialli da parte di due candidati originari del Piemonte che erano stati bocciati alle prove scritte.
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I due partecipanti al concorso dopo aver visionato i temi dei concorrenti che erano invece stati ammessi agli orali, avevano raccolto un ricco florilegio di strafalcioni, “orrori” giuridici e segni di riconoscimento come, ad esempio, lo “schemino” redatto dal candidato numero 2814 e che, peraltro, aveva conseguito un ottimo risultato.
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Il consigliere laico Cavanna aveva subito depositato una richiesta di “apertura pratica” al Comitato di presidenza del Csm per svolgere “approfondimenti e verifiche nell’ambito delle competenze e dei poteri del Csm” ed in particolare, mediante “la convocazione dei componenti della commissione esaminatrice del concorso”, affinché riferiscano “sui fatti denunciati dai candidati”, senza escludere altre “iniziative meglio viste e/o ritenute” ed ha chiesto anche la convocazione, a Palazzo dei Marescialli, dei componenti della commissione esaminatrice “per riferire dei fatti denunciati“.
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Il Comitato di presidenza del Csm, composto dal vice presidente David Ermini, dal primo presidente della Corte di Cassazione Pietro Curzio e dal procuratore generale Giovanni Salvi, ha dato semaforo verde alla richiesta del consigliere Cavanna, trasmettendo tutto l’incartamento alla terza Commissione del Csm, di cui fa parte l’avvocato (nominato della Lega) e che ha fra le varie competenze quella sul concorso per diventare magistrato.
Presidente di questa Commissione è Paola Maria Braggion membro togato di Magistratura indipendente, la corrente di destra delle toghe, . Vice presidente è il professore milanese Alessio Lanzi, membro laico in quota a Forza Italia . Oltre a Cavanna, la Commissione è poi formata da tre membri togati: l’ex procuratore aggiunto della Procura di Roma Giuseppe Cascini della corrente di Area , Michele Ciambellini togato di Unicost e la togata Ilaria Pepe della corrente che fa capo a Piercamillo Davigo. “Non voglio passare – ha detto Cavanna – come il difensore d’ufficio dei bocciati: bisogna prima capire quali siano le esatte competenze del Csm in questa vicenda e poi agire di conseguenza“.
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La vigilanza sul concorso in realtà spetta al ministro della Giustizia, mentre il Csm propone al Guardasigilli i nomi dei componenti della Commissione esaminatrice. “Mi auguro che ci sia da parte di tutti la volontà di voler approfondire l’argomento. Il tema è importante visto che si stanno reclutando dei magistrati e non degli uscieri, con tutto il rispetto per gli uscieri“, aggiunge il consigliere Cavanna, ritenendo che “la cosa più opportuna è ora convocare i commissari d’esame“.
La Commissione del concorso che a breve avrebbe dovuto convocare coloro che hanno passato gli scritti, ad iniziare dal candidato che invece di scrivere un tema ha disegnato uno schemino con i diagrammi, è presieduta dal consigliere di Cassazione Lorenzo Orilia. Venti sono magistrati, diciotto i giudici e due i pm. Di questi ben sei prestano servizio negli uffici giudiziari della Capitale. Fra i nomi noti, il magistrato Alcide Maritati, già segretario generale dell’Anm e figlio di Alberto Maritati anch’egli magistrato ed ex senatore del Pd, che è stato sottosegretario del governo D’Alema .
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Otto i docenti universitari. “Appena si è diffusa la notizia della mia iniziativa molti magistrati, anche capi di importanti uffici giudiziari, mi hanno scritto per dirmi di andare avanti e di fare chiarezza», racconta con orgoglio e soddisfazione il consigliere Cavanna.
Mentre dal Ministero di Giustizia non arrivano commenti o iniziative, sono in molti a ritenere che vi siano tutti i presupposti affinchè il concorso venga annullato.