di Antonello de Gennaro
Era il 28 giugno 2012 quando tutt’ Italia scopri l’esistenza di tal Nicola Russo, che all’epoca dei fatti si presentava e dissertava sui socialnetwork come il presidente del Codacons (carica che da sempre è ricoperta dall’ avv. Carlo Rienzi). Sui siti di tutt’ Italia apparve la notizia (falsa) che grazie al Tar del Lazio, il Taranto Calcio avrebbe giocato l’anno successivo in serie B.
Ma in realtà era solo una “bufala“, che adesso verrebbe definita un fake news messo in circolazione dal sito di un’emittente locale e ripresa dal Corriere del Mezzogiorno , edizione pugliese del Corriere della Sera, che per qualche ora aveva fatto sognare i tifosi rossoblù.
Secondo la falsa notizia, il Tar aveva accolto il ricorso presentato dall’avvocato tarantino Nicola Russo dell’associazione “Taranto futura” e dall’associazione “Taranto Vola” e restituito ai pugliesi i sei punti di penalizzazione inflitti per i ritardi nei pagamenti degli stipendi.
Sulle pagine del sito blunote.it, parlò uno dei protagonisti, della figuraccia che coprì di ridicolo l’interca comunità dei tifosi jonici: l’avvocato Nicola Russo: “Mi dispiace – diceva Russo – non volevo finisse in questa maniera. Ci ho sperato, mi sono illuso e adesso, chiaramente, sono molto amareggiato. Ma rifarei tutto, perchè Taranto è una città martoriata e bistrattata che va difesa da tutto e tutti. Rifarei ogni passo, non mi pento di nulla. Le critiche? A me, sinceramente, interessava solo il risultato, il resto è cattiveria pura…”.
Ma la Lega Pro aveva subito smentito, per voce del direttore generale Francesco Ghirelli: “E’ una cosa che non esiste, chi ha seguito la vicenda mi dice che non è stata emessa nessuna sentenza del Tar. Qualche mente fantasiosa ha messo in giro questa notizia, forse inventata, di sicuro frutto della fantasia di qualcuno“.
sentenza-TAR-Russo_Taranto-CalcioA distanza di qualche anno, Russo, torna a far parlare di sè, nel frattempo diventato giudice di pace a Taranto, a seguito della sua espulsione decretata all’unanimità dal plenum del Consiglio Superiore della Magistratura, sia dal ruolo che dalle funzioni di giudice di pace presso il Tribunale di Taranto, con delle valutazioni sul suo operato che definire imbarazzanti è a dir poco imbarazzante !
NicolaRusso_CSMAdesso Nicola Russo dopo il fallito tentativo di salire agli onori delle cronache con le sue attività, fortemente criticate dal Csm, che ha definito i suoi “provvedimenti abnormi, con gravi violazioni di Legge, tanto da denotare un’ inidoneità all’esercizio delle funzioni giudiziarie e comunque da compromettere il prestigio delle funzioni attribuitegli”
Russo nei suoi recenti ultimi atti da giudice di pace…definiva i decreti Legge 9/2020, 11/2020, 18/2020, 23/2020 e 30/2020, “promulgati e resi operativi dl Presidente della Repubblica Prof. Dott. Sergio Mattarella, Organo incompetente e privo di poteri, eletto da Parlamentari nominati illegittimamente e privi di capacità giuridica nell’esercizio di tale funzioni“
Incredibilmente Russo nella sua memoria difensiva dinnanzi al Consiglio Giudiziario di Lecce, sosteneva che aveva “sindacato il provvedimento del Presidente del Tribunale di Taranto (dr.ssa Anna De Simone, facente funzione n.d.a) ritenendolo viziato da numerose violazioni di Legge e rappresentava anche di aver presentato denuncia alle Procure di Roma e Catanzaro“.
Secondo il Csm anche il contenuto dei messaggi pubblicati sulla pagina Facebook del Russo “appare meramente confermativo della carenza di equilibrio del magistrato onorario” aggiungendo che i “provvedimenti adottati (dal Russo – n.d.a.) sono abnormi e comunque fondati su gravi violazioni di legge determinate da ignoranza o negligenza. Al riguardo , va evidenziato che i provvedimenti in questione recano lunghe ed abbondanti motivazioni in parte scarsamente comprensibili, fondate su argomentazioni giuridiche di assoluta superficialità“
E per tutto ciò e molto altro ancora , il Csm ha deliberato che è conseguita “la revoca dell’interessato dall’incarico ricoperto“. E quindi da oggi Nicola Russo non è più un giudice di pace. Per fortuna della giustizia, che a volte è giusta e trionfa anche su chi si reso spesso protagoniste di ripicche ed ingiustizie, utilizzando il proprio precedente incarico per ripicche e vendette “personali”.