di Anna Leone
Il magistrato Nicola Gratteri lascia Catanzaro e passa alla guida della Procura di Napoli, dopo oltre 30 anni in prima linea nella lotta alla ‘ndrangheta, salendo al vertice dell’ufficio inquirente più grande d’Italia e d’Europa, con 112 pubblici ministeri in pianta organica e 99 in servizio, competente su un territorio di quasi un milione e mezzo di abitanti. Gli aspiranti erano cinque: oltre a Gratteri, Amato e Volpe correvano anche il procuratore di Potenza Francesco Curcio e quello di Benevento Aldo Policastro.
Nella delibera approvata dal plenum del Consiglio Superiore della Magistratura viene evidenziato di Gratteri in particolare “l’indiscusso valore” e l'”assoluto rilievo dell’esperienza professionale maturata“, nonchè “prestigio di cui gode negli ambienti giudiziari e forensi, l’impegno e la passione spesi in modo costante nel lavoro giudiziario”. Secondo il plenum del Csm “l’esercizio ultratrentennale di funzioni inquirenti e requirenti nella materia del contrasto alla criminalità organizzata” di Gratteri, “palesa l’esistenza di una conoscenza vastissima e profonda dei fenomeni criminali e degli strumenti investigativi più efficaci”.
A essere determinante per la maggioranza dei consiglieri del plenum del Csm è stato il curriculum del magistrato: 140 latitanti arrestati in tutte le operazioni condotte, alcuni anche nella lista dei 30 più pericolosi. In mattinata era anche arrivata il consenso di Matteo Renzi , attuale leader di Italia Viva, che a suo tempo lo voleva nominare ministro di Giustizia, venendo “bloccato” dal Quirinale a guida Pd (Giorgio Napolitano): “I politici non devono mai valutare le scelte del Csm…”, ha dichiarato a L’aria che tira su La7, “io lo volevo ministro della giustizia, se ora diventerà procuratore di Napoli auguri”.
Magistrato dal 1986 ha sempre svolto funzioni in uffici giudiziari calabresi: prima come giudice al tribunale di Locri, dove, dal 1991, ha iniziato la sua carriera di pubblico ministero, ruolo svolto poi anche alla Procura di Reggio Calabria (di cui nel 2009 è diventato procuratore aggiunto), fino all’incarico direttivo di capo dei pm di Catanzaro svolto dal 2016 a oggi.
Nel suo curriculum sono numerose e rilevanti le indagini antindrangheta condotte, tra cui spiccano quella sulla strage di Duisburg del 2007, e la maxi-inchiesta, in anni più recenti, denominata ‘Rinascita Scott’. La sua esperienza nel contrasto alla criminalità organizzata viene definita “ampia e profonda“, soprattutto nella sua dimensione nazionale e transnazionale, motivo per cui vive sotto nutrita scorta sin dal 1989.
Nel 2009 è stato nominato procuratore aggiunto a Reggio Calabria. Nel giugno 2013 l’allora presidente del consiglio Enrico Letta lo nominò componente del corpo di esperti per l’elaborazione di proposte in tema di lotta alla criminalità organizzata. Nel febbraio 2014 il governo Renzi lo indica come ministro della Giustizia, ma alla fine prevalse l’indicazione Andrea Orlando (Pd), forse a seguito di un mai smentito ostracismo dell’allora presidente della Repubblica Giorgio Napolitano (Pd) . Il 27 febbraio 2014 la senatrice Rosy Bindi, in qualità di presidente della Commissione parlamentare antimafia, annunciò la sua nomina a consigliere della Commissione, che Gratteri accettò compatibilmente col suo ruolo in procura. Nell’agosto 2014 Renzi nominò Nicola Gratteri alla guida della commissione per l’elaborazione di proposte normative in tema di lotta alle mafie.
Nicola Gratteri ha ottenuto 19 voti, prevalendo sugli altri due candidati proposti dalla 5a commissione ( incarichi direttivi) : 5 voti sono andati a Giuseppe Amato, attuale procuratore di Bologna, e 8 a Rosa Volpe, attuale procuratore aggiunto a Napoli. In favore di Gratteri hanno votato, tra gli altri, il vicepresidente del Csm, Fabio Pinelli, e il procuratore generale della Cassazione, Luigi Salvato.
A favore di Gratteri sono andati i voti di tutti i consiglieri laici di di centrodestra: Isabella Bertolini, Daniela Bianchini, Felice Giuffrè e Rosanna Natoli tutti espressione di Fratelli d’Italia; Enrico Aimi, di Forza Italia, e Claudia Eccher della Lega; di Michele Papa del Movimento 5 Stelle ed Ernesto Carbone, di Italia Viva-Azione; del gruppo dei membri togati (cioè magistrati) di Magistratura indipendente, di Antonio Laganà togato di Unicost che ha votato in controtendenza al suo gruppo che ha preferito votare pere Amato, e dell’indipendente Andrea Mirenda. Per il procuratore di Bologna Giuseppe Amato hanno votato gli altri 3 togati di Unicost, la prima presidente della Cassazione Margherita Cassano e l’indipendente Roberto Fontana. Gli 8 voti per Rosa Volpe sono stati quelli del gruppo “sinistrorso” di Area (ancora una volta perdente ed ininfluente nelle decisioni che contano nel Csm) , di Domenica Miele, togata di Magistratura democratica, e del consigliere laico Roberto Romboli in quota Pd. Nel dibattito che ha accompagnato la votazione finale non sono mancate le critiche dei “consiglieri” del Csm perdenti, rivolte al nuovo procuratore di Napoli e al suo modo di operare. Qualcuno si meraviglia ? Noi no. Almeno Gratteri fa il magistrato, non il “politico” sotto mentite spoglie usando la toga.
Come racconta questa mattina il quotidiano LA VERITA’ , tra i maggiori sostenitori dell’opposizione della corrente “sinistrorsa” di AREA c’era il togato Maurizio Carbone ( una nostra vecchia conoscenza…n.d.r.) in passato per un breve periodo segretario nazionale dell’ Anm, il quale è entrato a Palazzo dei Marescialli soltanto come “primo” dei non eletti, secondo cui “quando c’è Gratteri la discussione al plenum diventa quasi sempre un referendum su di lui”. Secondo Carbone noto prevalentemente per la sua attività sindacale come magistrato , Gratteri in audizione al Csm avrebbe portato “solo la la sua immagine” e sarebbe alla ricerca di “un premio alla carriera” ed inoltre “sarebbe emersa “l’immagine negativa di un super procuratore e di un padre-padrone che vede il ruolo di procuratore come “fortemente gerarchizzato” al punto che, secondo il consigliere togato di Area, “si sbarazza di aggiunti e pm, che ritiene non svolgono al meglio il lavoro dal suo punto di vista”.
Ma al consigliere di AREA evidentemente devono essere sfuggite… le centinaia di inchieste e le migliaia di arresti portati a termine da Gratteri nella sua battaglia alla ‘ndrangheta. Un’ennesima occasione persa per tacere e non fare brutte figure.
La politica ha accolto con favore la nomina di Gratteri, dalla destra alla sinistra. Numerosi e provenienti da esponenti politici sia di maggioranza che di opposizione i commenti favorevoli alla nomina di Gratteri e i messaggi di auguri inviati al nuovo procuratore di Napoli. Tra i primi quelli del vicepremier e ministro dei Trasporti Salvini e del sottosegretario alla Giustizia Delmastro che definisce Gratteri “uomo onestissimo e implacabile con la criminalità organizzata“,e rtiene la sua nomina “un’ottima notizia per Napoli e per l’Italia Intera”. Opinione questa condivisa, ed espressa quasi con le stesse parole, anche dal vicepresidente della Camera, Costa.
L’onorevole Michele Schiano, coordinatore di FdI per la provincia di Napoli, ha esternato la propria soddisfazione: “Una ottima notizia. Si tratta di un magistrato dalla carriera esemplare, caratterizzata da un incessante impegno contro la criminalità organizzata“. A Napoli il nuovo procuratore è stato accolto dagli auguri del governatore a Napoli il procuratore è accolto dagli auguri del governatore De Luca e dal benvenuto del sindaco Gaetano Manfredi : “La sua esperienza, il suo senso delle istituzioni e il suo impegno saranno essenziali per garantire la sicurezza della nostra città“.
Numeri anche i commenti favorevoli da parte di esponenti del Pd. A cominciare da Sandro Ruotolo, componente della segreteria del partito, che da giornalista si è occupato per decenni di criminalità organizzata e dai clan è stato anche seriamente minacciato. Ruotolo si rivolge con un post direttamente al magistrato, che conosce personalmente da lungo tempo: “La tua esperienza, il tuo rigore, la tua vita dedicata alla liberazione delle nostre terre dalle mafie ti aiuteranno nella battaglia per la legalità a Napoli. Dobbiamo combattere l’indifferenza“.
Da segnalare anche i messaggi provenienti dalla Calabria, dove evidentemente Gratteri ha lasciato un buon ricordo del suo lavoro: “È stato per tanti anni un argine alla ‘ndrangheta, ha rappresentato un vero e proprio deterrente a delinquere“, commenta il presidente della giunta regionale Occhiuto.