ROMA – Per la prima volta sarà una donna, Elisabetta Garzo il magistrato designato alla presidenza del Tribunale di Napoli, dopo la sua nomina avvenuta all’unanimità nel plenum del Consiglio superiore della magistratura, che nella stessa seduta ha designato Giuseppe Borrelli a capo della Procura di Salerno. “Soddisfazione per la prima donna alla guida del tribunale di Napoli” è stata espressa da Mario Suriano presidente della Commissione Direttivi del Csm .
Elisabetta Garzo era già stata Presidente di sezione ai Tribunali di Santa Maria Capua Vetere e di Vallo della Lucania, e dal 2014 era al vertice del Tribunale di Napoli Nord (Aversa). “È riuscita, grazie alle sue doti ed alla sua capacità organizzativa a rendere il tribunale di Napoli Nord , che era in grave sofferenza per le carenze logistiche e di personale, in un Ufficio efficiente e strutturato”, ha commentato il relatore Michele Cerabona, membro laico del Csm (indicato da Forza Italia) .
Giuseppe Borrelli è il nuovo capo della procura di Salerno, dopo aver ricoperto per anni l’incarico di procuratore aggiunto di Napoli, designato dal plenum del Csm che lo ha nominato con 19 voti a favore e cinque astensioni. La Commissione per gli incarichi direttivi aveva già proposto nel luglio 2019 la sua nomina, successivamente congelata la decisione a seguito della pubblicazione di alcune conversazioni intercettate tra il pm romano Luca Palamara e il magistrato Cesare Sirignano della Direzione Nazionale Antimafia , nella quale i due colleghi parlavano di Borrelli e della sua candidatura all’incarico di procuratore di Perugia.
Intercettazioni dalle quali secondo la la delibera approvata oggi dal Csm non è emerso “nessun rilievo ostativo” per la nomina di Borrelli al vertice della Procura di Salerno . Dall’audizione di Borrelli da parte del Csm “non sono emersi elementi sulla base dei quali poter fondatamente ipotizzare eventuali forme di coinvolgimento, diretto o indiretto, del dott. Borrelli nelle note vicende riconducibili ad alcuni ex componenti del Consiglio Superiore della Magistratura, né, più in generale, è emerso che il dott. Borrelli si sia attivato per caldeggiare, in qualsiasi forma, la sua candidatura nelle procedure di conferimento degli incarichi direttivi per i quali aveva fatto domanda“.
Con tutto il rispetto ed il garantismo dovuto nei confronti del magistrato Borrelli, sarebbe stato folle, attivarsi per caldeggiare la propria candidatura a procuratore capo, dopo essere stato coinvolto nelle intercettazioni telefoniche sulle nomine del Csm, che ancora una volta dimostra che a Palazzo dei Marescialli non sembra essere cambiato nulla in materia di nomine. Come dimostrano i cinque astenuti.