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22 Luglio 2024 10:47
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Il cuore grande di Roma si stringe attorno alla famiglia Mihajlovic

È un saluto pieno di commozione quello che in tantissimi stanno riservando a Sinisa Mihajlovic, nella Sala Protomoteca del Campidoglio, aperta al pubblico per l’ultimo addio all’ex calciatore ed allenatore. Centinaia di persone, dalle prime luci del mattino, si sono messe in fila per entrare nella camera ardente adornata da corone di fiori. Oggi l'ultimo saluto della "sua città": Roma

Un fiume infinito di persone ha voluto rendere omaggio da questa mattina a Sinisa Mihajlovic. Un uomo, uno sportivo, un calciatore venuto da lontano che la Capitale su entrambe le spoglie ha accolto, conosciuto e rispettato. Un amore con Roma mai nascosto dal calciatore serbo deceduto venerdì a 53 anni dopo una grave malattia. Nella camera ardente allestita questa mattina in Campidoglio c’è la moglie Arianna Rapaccioni circondata dai cinque figli, Viktorija, Virginia, Miroslav, Dusan e Nicholas, a cui nel 2005 si è aggiunto anche Marko, nato nel 1993 da una precedente relazione del calciatore, Viktoria la mamma di Sinisa ed il fratello Drazen

La bara è quasi sommersa dai fiori bianchi, ai lati la famiglia non smette di fissarlo, mentre sfila il pubblico: sono arrivati i tifosi. I suoi tifosi. Tantissimi laziali, romanisti, ma anche bolognesi, interisti, fiorentini.  C’è chi  lascia un ricordo accanto alla bara: una sciarpa, uno stendardo, un oggetto del cuore. Perché Sinisa era nel cuore di tanti.  Mihajlovic ha lasciato un segno nella sua carriera da calciatore prima e da allenatore dopo. Amore e rispetto. E’ una giornata da brividi e di grandi emozioni umane.

È un saluto pieno di commozione quello che in tantissimi stanno riservando a Sinisa Mihajlovic, nella Sala Protomoteca del Campidoglio, questa mattina aperta al pubblico per l’ultimo addio all’ex calciatore ed allenatore. Centinaia di persone, dalle prime luci del mattino, si sono messe in fila per entrare nella camera ardente adornata da corone di fiori inviate dalla FIFA e dai suoi ex club come Roma e Lazio.  Sul feretro sono state deposte anche le sciarpe di Torino e Bologna. Presenti molti tifosi del Milan.

Claudio Lotito abbraccia Arianna Mihajlovic

A rendergli onore c’è una corona della Fifa e una da inviata dal presidente Infantino, il gonfalone della Lazio. Presente anche il presidente Claudio Lotito che ha consegnato ai figli le maglie della Lazio con scritto Mihajlovic. “Il ricordo che ho è di un grande amico, di un grande uomo e di un grande padre – ha detto in lacrime il presidente della Lazio all’uscita dal Campidoglio – Deve rappresentare l’esempio non solo del calciatore ma dell’uomo. Ha avuto il coraggio di portare avanti una malattia che è stata devastante. Per noi è un esempio di dignità e di forza. Non ha mai fatto trapelare nulla, ha sempre avuto il sorriso. Questo dimostra che è un grande uomo” e anticipa che la Lazio farà in nome di Sinisa: “Qualcosa faremo in suo nome. Purtroppo era ammalato ma è peggiorato tutto insieme, penseremo a iniziative per celebrare il suo nome proprio come testimonial della Lazio e del nostro mondo“.

Il presidente del Senato Ignazio La Russa saluta Arianna la vedova Mihajlovic

Anche il presidente del Senato, Ignazio La Russa si è messo in fila per omaggiare il campione serbo. Il segno della croce davanti alla bara poi il saluto alla moglie Arianna e ai figli. “Mihajlovic è stato un eroe non solo in campo ma anche nella vita, lo ha dimostrato fino all’ultimo“. Queste le parole del presidente del Senato ai microfoni di Rainews24, uscendo dalla camera ardente in Campidoglio . “L’ho apprezzato come allenatore ma anche come tirava calci alla vita. Mi piace ricordare che non solo ha finito con l’Inter ma è stato allenatore vincente anche con il Catania, due squadre a cui sono legato. Alla fine siamo tutti vicini a lui come uomo e alla famiglia”.

Nella Sala della Protomoteca è arrivato, a rendere omaggio a Sinisa, anche Andrea Della Valle, ex presidente della Fiorentina. L’imprenditore marchigiano ha abbracciato Arianna Mihajlovic, alla cui famiglia è legato da profonda amicizia. 

Con gli occhi bassi e velati dalle lacrime è arrivato anche Luciano Spalletti, attuale allenatore del Napoli . Il segno della croce e poi l’abbraccio alla famiglia con cui si è seduto in preghiera e religioso silenzio. Il suo viso parlava manifestando il dolore per aver perso un vero amico. “Il mio ricordo legato a Sinisa è quando ci siamo visti a Bologna l’ultima volta. Mi disse frasi carine sul Napoli, aveva a cuore la nostra situazione, gli piaceva come squadra e come città. Ci siamo sentiti spesso negli ultimi tempi, quando allenava il Bologna e aveva bisogno di un collaboratore mi aveva chiesto informazioni su uno che io conoscevo: abbiamo approfondito lì la nostra stima e la nostra amicizia”. ha detto Spalletti aggiungendo “Mihajlovic era uno che ti faceva subito capire chi avevi di fronte, non aveva il timore di doversi nascondere per poi fregarti o aggirarti. Era molto diretto, suscitava subito questo senso di persona vera”.

Giorgia Meloni fa le condoglianze alla vedova di Mihajlovic

Anche il premier Giorgia Meloni, ha reso omaggio alla camera ardente al Campidoglio, dichiarando:Il significato che lascia nel mondo, non solo quello del calcio, una figura come quella di Sinisa Mihajlovic è il coraggio. Il coraggio porta con sé un insegnamento che Mihajlovic sapeva dare ed è la ragione per la quale era rispettato dalle persone che tifavano per le sue squadre e da quelle che tifavano contro le sue squadre. La vita – ha aggiunto Meloni parlando con i giornalisti – è una battaglia, devi saperla combattere. Lui l’ha fatto con onore, nel rispetto delle regole, nella sua vita calcistica, nella sua vita da uomo e nella sua lotta contro la malattia, fino all’ultimo. E questo vale la pena di sottolinearlo, perché è un grande insegnamento, al di là del ruolo che aveva nella società. Puoi essere un allenatore, un calciatore, qualsiasi cosa. Il punto è che quando hai un’influenza sugli altri il modo in cui conduci la tua vita lo trasferisci agli altri e lui questo lo sapeva fare. È il motivo per cui vale la pena di ringraziarlo“.

Alla camera ardente sono arrivati anche Bruno Giordano – visibilmente commosso – e la moglie che ha parlato a lungo con Arianna Mihajlovic. Presente anche il ds della Fiorentina Daniele Pradè che ha ricordato Mihajlovic: “È stato un campione nella vita. Tutto l’amore che adesso è intorno a questa famiglia è la dimostrazione di quello che ha fatto nella vita. Tutto questo amore servirà ad accompagnarli e a lenire la sofferenza. Un abbraccio fortissimo a loro, sono persone stupende“. Presente anche Pantaleo Corvino (ex ds dei viola ed attualmente al Lecce Calcio).

Aggiornamento di lunedì 19 dicembre 2022

Roma si è fermata questa mattina per l’ultimo saluto a Sinisa Mihajlovic. L’orario dei funerali era fissato alle 11.30, ma già alle 10 oltre duemila persone erano radunate all’esterno della basilica di Santa Maria degli Angeli e dei Martiri. Tifosi presenti: tantissimi laziali ma anche bolognesi, milanisti, interisti, sampdoriani e della Stella Rossa di Belgrado. Il feretro di Sinisa ha lasciato il Campidoglio intorno alle 9.40 e ha raggiunto piazza della Repubblica – parzialmente chiusa al traffico per l’occasione – alle 10.15, seguito dalla famiglia Mihajlovic. La folla ha accolto l’arrivo con un lungo applauso.

Una delegazione del Bologna composta dal gruppo della prima squadra, Primavera e dirigenza – ha raggiunto la basilica. E Poi sono arrivati i giocatori e la dirigenza della Lazio. Presenti anche il ministro dello Sport Andrea Abodi e quello dell’Agricoltura Francesco Lollobrigida, il ct azzurro Roberto Mancini, Stefano Fiore, Vincenzo Montella e Massimo Ferrero, il presidente del Coni Giovanni Malagò, il presidente del Torino Urbano Cairo e il sindaco di Roma Roberto Gualtieri. Presenti anche Salsano Lombardo, Liverani Marchegiani, Iachini, Sereni, Orsi, Juric, Branca, Montella, Peruzzi e Luca Cordero di Montezemolo e tanti altri.

Presente anche una delegazione della Stella Rossa. Ci sono anche Gigio Donnarumma, Francesco Totti e Daniele De Rossi: Totti praticamente camuffato con cappuccio e felpa, De Rossi ha infilato l’ingresso laterale. I due hanno preferito rimanere fuori dalla zona riservata ad autorità e familiari e sono in piedi vicino ad Angelo Di Livio. Ci sono anche Stankovic, Jugovic, Franco Baresi, Gianni Morandi e Serse Cosmi. Sono entrati nella basilica, tra gli altri, anche l’ex portiere della Lazio Luca Marchegiani e Bruno Conti. A fare l’ingresso in chiesa per i funerali di Sinisa Mihajlovic anche l’aquila Olimpia, simbolo della Lazio, che è stata poi fatta uscire pochi minuti dopo.

Durante il funerale celebrato dal cardinale Matteo Maria Zuppi arcivescovo di Bologna è stata letta la lettera di San Paolo agli Efesini. “Con tante domande accompagniamo in quest’ultimo tratto Sinisa… – ha detto il card .Zuppi durante l’omelia – togliamo tante pietre dal nostro cuore come ha detto Sinisa. Ci stringiamo fra noi, anche fisicamente, e quanto fa bene…“. E ha poi aggiunto: “Oggi sentiamo l’ingiustizia, nei nostri pensieri ci aiuta il Natale, Dio nasce per amore e accetta anche la morte per rinascere in cielo… Dio vuole che la morte, che è sempre ingiusta, non sia la fine ma la nascita. La malattia ci fa pellegrini alla scoperta di sé, Sinisa fece questa esperienza anche durante la guerra, che aveva un solo colore, il rosso del sangue, e aveva ragione. Grande è chi aiuta e ama la sua squadra, chi valorizza il talento, chi crede in lui quando non è nessuno, Sinisa lo ha fatto. Contro il vero grande nemico disonesto che è il male, è questa la squadra che serve”

La moglie di Sinisa, Arianna Rapaccioni circondata e protetta dai suoi figli

La famiglia di Sinisa era la sua squadra del cuore, amato fino alla fine. La sua squadra del cuore ha giocato come voleva lui, poche ore prima in clinica Arianna giocava con Violante e mi ha commosso. Per quella squadra dava tutto. È rimasto lo stesso: ruvido, schietto, generoso. E allo stesso tempo dolce e tenero. La sua autenticità spesso lo ha portato al limite. A Medjugorje disse: ho cominciato a piangere, come un bambino, non riuscivo a trattenermi e mi sono sentito piu forte e più uomo quel giorno che in tutta la mia vita. Su quella panchina mi sono ripulito, ho iniziato a pregare e da lì l’ho fatto sempre. Non per dire voglio, ma grazie. Mi sono sentito appagato e puro, come un bambino appena nato. Le fragilità non sono ostacoli ma opportunità. Sinisa non scappava, l’ha affrontato con coraggio e credo che ha dato tanto coraggio parlandone, piangendo davanti agli altri, condividendo il passaggio verso la fragilità. Il guerriero ha vinto con la dolcezza della fragilità. La fragilità è una porta, non un muro. Voglio dire a tutte le persone di non abbattersi. Grazie Sinisa. Il fischio finale per ogni credente è che con la morte di apre il secondo tempo della vita, spero tu stia bene. Oggi Sinisa è libero con te“. Toccante anche il discorso pronunciato da Vincenzo Cantatore, ex pugile con un passato nello staff tecnico del Bologna nel 2019: “Sinisa è stato semplicemente un guerriero”.

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