Sarebbe dovuto diventare uno stabilimento per la produzione di scafi per gli yacht. nell’ex yard Belleli del golfo di Taranto, ma per fortuna della sicurezza nazionale e delle casse dello Stato e della Regione Puglia non lo diverrà. Con una nota, il Gruppo della cantieristica navale di lusso ( controllata da una holding del governo cinese) ha comunicato di aver receduto dal programma di bonifica e reindustrializzazione .
“Nonostante gli sforzi profusi dalle istituzioni, i ritardi accumulati nel lungo iter approvativo e attuativo ci hanno costretto a rinunciare – recita la nota di Ferretti –. Negli anni sono aumentati gli investimenti necessari e diminuite le contribuzioni pubbliche, rendendone l’esito incerto ed eccessivamente oneroso”.
Ma la verità è bene altra. La domanda di accesso al CIS contratto di sviluppo nazionale da parte di Ferretti Tech, interamente controllata da Ferretti spa, per un investimento in attivi materiali e ricerca era soltanto di circa 62,6 milioni di euro, in quanto l’investimento complessivo che il senatore Mario Turco del M5s voleva far realizzare nell’area di Taranto prevedeva un intervento pubblico (soldi del contribuente) aggiuntivo di 137,6 milioni di Euro necessari ad assicurare il pieno recupero ambientale dell’area, e prevedeva anche una partecipazione diretta della Regione Puglia per 41,5 milioni di Euro destinati alla bonifica dell’area ex Yard Belleli. In pratica 179 milioni di euro di soldi pubblici.
L ’Avv. Alberto Galassi, CEO di Ferretti Group. dovrebbero spiegare invece come mai invece in Emilia Romagna hanno acquisito un sito produttivo di oltre 70.000 metri quadrati, comprensivo di bacino di carenaggio, a San Vitale, in provincia di Ravenna senza usufruire di alcun contributo pubblico. A renderlo noto infatti è lo stesso gruppo sul suo sito dove si legge quanto segue:
“L’acquisizione ha previsto un investimento iniziale di circa 40 milioni di euro, ai quali seguiranno ulteriori 40 milioni nel prossimo triennio, per la realizzazione di nuovi spazi produttivi e un centro di ricerca e sviluppo. L’operazione rientra nelle strategie di crescita del Gruppo Ferretti: a piena operatività il nuovo impianto aumenterà la capacità produttiva di circa il 20%. L’acquisizione del nuovo cantiere di Ravenna è stata completamente finanziata con capitale proprio derivante dai proventi derivanti della recente quotazione alla Borsa di Hong Kong“.
La sicurezza nazionale e la base navale di Taranto della flotta della Marina Militare che è la più importante d’ Italia, sono salvi dall’eccessiva vicinanza cinese. Così come sono salvi 179 milioni di euro di soldi pubblici. Ed adesso al senatore grillino Mario Turco ed all’ avv. Sergio Prete presidente dell’ Autorità Portuale non resta altro che inventarsi qualcos’ altro per far contenti i loro cari e generosi “amici” cinesi.
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