di Francesca Lauri
Ciro il figlio 19enne di Beppe Grillo, difeso dall’avvocato Enrico Grillo, e tre suoi amici sono indagati per una presunta violenza sessuale di gruppo, che sarebbe avvenuta nella villa del comico a Porto Cervo, dopo la denuncia di una modella di origini scandinave incontrata in una discoteca in Costa Smeralda. La vicenda è riportata dai quotidiani “Il Secolo XIX” e “La Stampa“. Secondo ciò che racconta lei, modella di origini scandinave, vent’anni ancora da compiere, si sarebbe trattato di uno stupro, forse avvenuto al termine di una notte di eccessi alcolici.
Sono due gli elementi al vaglio degli inquirenti dopo l’interrogatorio dei ragazzi accusati di stupro. In primo luogo c’è da chiarire se i protagonisti della vicenda, presunta vittima compresa, avessero fatto o meno abuso di alcol o droghe, in secondo luogo – ma i due aspetti sono collegati – si valuta lo stato di minorata difesa legato alla superiorità fisica e numerica dei quattro ragazzi, specie se si confermasse l’ipotesi che la modella era in stato di alterazione psicofisica.
Nella versione dei quattro giovani – tutti figli di imprenditori, medici e professionisti della Genova bene – il rapporto è stato consenziente. I quattro giovani ieri sono stati interrogati per ore dal magistrato Laura Bassani, pubblico ministero della Procura di Tempio Pausania, titolare del fascicolo. Con Ciro Grillo sono indagati Edoardo Capitta, Francesco Corsiglia e Vittorio Lauria.
Nel frattempo i Carabinieri di Milano, hanno perquisito i ragazzi in cerca di indizi sulla vicenda, e sono stati acquisiti tutti i loro cellulari e un video, che sarebbe la prova più importante dell’inchiesta. Gli accertamenti sui cellulari dai ragazzi – sequestrati dai carabinieri di Milano – non sono stati ancora compiuti. Saranno effettuati non appena verrà conferito l’incarico secondo le garanzie di legge previste per le parti coinvolte.
Per la vittima dimostrerebbe la violenza, per gli avvocati difensori il contrario, e cioè che la ragazza era consenziente. I giovani si sono difesi negando ogni addebito. E i legali hanno messo in luce alcune debolezze del racconto fornito dalla ragazza alle forze dell’ordine.
Tre su tutte: il ritardo della denuncia, presentata dalla modella al suo ritorno a Milano, una decina di giorni dopo i fatti; la continuazione della vacanza per un’altra settimana e la pubblicazione di foto del viaggio sui social network, anche dopo che si sarebbe consumata la presunta violenza sessuale.
Alle forze dell’ordine la modella avrebbe detto di aver conosciuto i quattro giovani in una discoteca e di aver accettato di accompagnarli nella casa di uno di loro. Secondo la sua versione, si sarebbe appartata con uno di loro e poi si sarebbero aggiunti gli altri tre, che l’avrebbero costretta a un rapporto sessuale contro la sua volontà. I quattro amici raccontano però qualcosa di completamente diverso: la ragazza se ne sarebbe andata ringraziando per la serata, senza esprimere nessun disagio, e a confermarlo ci sarebbe la continuazione della vacanza da parte di lei. Gli inquirenti stanno cercando di capire quale sia la verità.
Scelgono di non parlare e di non commentare anche gli avvocati che difendono i quattro giovani. Si tratta dei legali genovesi Enrico Grillo (difensore di Ciro Grillo), Paolo Costa (difensore di Vittorio Lauria), Ernesto Monteverde (difensore di Edoardo Capitta), Romano Raimondo e Gennaro Velle (difensori di Francesco Corsiglia). Al momento non ci sono provvedimenti. Già nei prossimi giorni dovrebbe essere analizzato ancora il video sequestrato nel corso delle perquisizioni dei carabinieri nelle case degli indagati. Sul fatto che ci sia stato un rapporto sessuale non ci sarebbero dubbi. È invece da chiarire se la ragazza sia andata a letto con i suoi quattro coetanei – come loro hanno ribadito anche nell’interrogatorio di ieri – o se sia stata costretta, come lei ha denunciato già un mese fa
Gli elementi dirimenti per la Procura tempiese sono essenzialmente due: chiarire se i protagonisti della vicenda, presunta vittima compresa, avessero fatto o meno abuso di alcol o droghe, e valutare lo stato di minorata difesa legato alla superiorità fisica e numerica dei quattro ragazzi, specie se si confermasse l’ipotesi che la modella fosse in stato di alterazione psicofisica.
“Faremo presto, a garanzia degli indagati e della parte offesa“. È l’unico commento che Gregorio Capasso, capo della Procura di Tempio Pausania. E’ stato lo stesso Capasso a condurre giovedì gli interrogati dei quattro indagati per violenza sessuale.