Si scopre così che Leonardo Foa, 24 anni, figlio del presidente designato della Rai dal governo gialloverde, lavora nello staff di comunicazione di Matteo Salvini, alla gestione dei social network per la precisione. Questo è quanto risulta dal profilo Linkedin del giovane Foa, un ragazzo dal curriculum di studi brillante: laurea in Bocconi e master all’Ecole de Management di Grenoble. Un paio di stage. E nel settembre del 2017 il primo impiego, come social media analyst alla “SistemaIntranet.com”, la società di Luca Morisi e Andrea Paganella, che gestisce la comunicazione e l’immagine social di Matteo Salvini.
Infine, come lui stesso scrive su Internet, per Leonardo Foa è arrivata la chiamata nello staff del vicepremier. Che incidentalmente è anche il grande sponsor di suo padre. Quello “estraneo” ai partiti.
Un lavoro che, dalle verifiche dell’Espresso, inizia da prima della formazione del governo e si sviluppa anche attraverso tutta una serie di gruppi, ufficiali e non, della galassia salviniana. Nel gruppo Facebook “Matteo Salvini leader“, hub ufficiale della comunicazione del leghista da cui poi “partono” tutti i messaggi che diventano virali, Leonardo Foa è uno dei più assidui produttori di contenuti, quasi sempre “benedetti” dal like di Morisi. “Il capitano è pronto. E tu?“, “Il capitano è arrabbiato“, “Il capitano ce l’abbiamo solo noi”, con tanto di Salvini arrabbiato da condividere su Facebook.
Probabilmente un tentativo di non farsi notare e non creare imbarazzo al padre candidato alla presidenza Rai. Tentativo che si infrange con la possibilità di recuperare i suoi tweet salviniani accedendo alla cache di Google e con la poca lungimiranza del suo capo Luca Morisi che, qualche giorno fa, ha twittato una foto dell’intero staff di Salvini, in cui compare lo stesso Leonardo Foa.
Chi è Marcello Foa, tra Salvini, Bannon e Putin
L’inchiesta di Malagutti partiva da Sestu, un paesino vicino Cagliari in Sardegna, dove hanno sede sono gli uffici della Moving Fast Media, società da cui dipende la gestione del sito di news “Silenzi e Falsità” che strombazza l’ambizioso obiettivo di raccontare “quello che i media non dicono”. La linea editoriale ma sopratutto politica del sito è molto chiara ed evidente. Totale appoggio e sostengo al governo Conte con titoli enfatici per attaccare quelli che vengono descritti come i nemici dell’esecutivo, partiti o giornali che siano !
La gestione dell’iniziativa è affidata a Marcello Dettori, 28 anni, fratello di quel Pietro Dettori, classe 1986, a lungo collaboratore di Gianroberto Casaleggio e successivamente di suo figlio Davide, ed oggi anche uno dei quattro “soci” della piattaforma Rousseau che incassa 300 euro sotto forma di contributo mensile da ogni deputato e senato del M5S . Marcello Dettori, il gestore di Silenzi e Falsità, ha lavorato due anni (da ottobre 2013 a dicembre 2015) alla Casaleggio associati di Milano.
Ma cosa c’entra il consulente a Cinque Stelle con questi media che operano dalla Svizzera? Marcello Foa, è amministratore delegato della Società editrice del Corriere del Ticino, che l’anno scorso ha assorbito MediaTi holding. Foa doppia cittadinanza, italiana e svizzera, giornalista, blogger e saggista, impegnato in prima linea nella battaglia sovranista, è diventato l’ anello di congiunzione tra due mondi che ideologicamente sembrerebbero essere molto distanti.
Ha lavorato a lungo alla redazione esteri del quotidiano il Giornale di proprietà della famiglia Belusconi, diventando in seguito responsabile del sito online. Nel 2011, il distacco alla galassia berlusconiano diventando manager di punta del gruppo Corriere del Ticino a Lugano. Foa ad onor del vero, non ha mai nascosto il suo appoggio a Salvini, che conosce molto bene.Lo scorso 14 giugno, stato presentato a Milano l’ultimo libro del giornalista dal titolo “Gli stregoni della notizia, atto secondo”, presentazione che annunciava come “special guest” proprio il ministro dell’Interno, che è apparso con un videointervento.
L’incontro pubblico è stato organizzato, secondo quanto recita la locandina, dall’Associazione Più Voci, quella stessa associazione balzata agli onori della cronaca , per aver ricevuto un contributo ( non dichiarato ) di 250 mila euro dal costruttore Luca Parnasi, arrestato lo scorso mese per lo scandalo sulla costruzione del nuovo stadio della Roma Calcio. Meno pubblicizzata è stata la presenza di Foa a un altro evento dal significato politico leggermente più interessante. Infatti lo scorso 8 marzo scorso, pochi giorni dopo le elezioni, è arrivato a Milano Steve Bannon, il guru “sovranista” già vicino a Donald Trump, il quale ha fatto visita a Salvini. E guarda caso….tra i pochi ammessi all’incontro c’era proprio Marcello Foa.