di Alessia Di Bella
L’ Autorità Garante della Privacy si è espresso sul ricorso d’urgenza presentato da Vito Crimi per sbloccare lo stallo con Rousseau. Dando ragione al Movimento. L’Authority ha ordinato all’associazione milanese di fornire entro cinque giorni i dati degli iscritti al Movimento Cinque Stelle in quanto titolare del trattamento e quindi ha “diritto di disporre dei dati degli iscritti e di poterli utilizzare per i suoi fini istituzionali“. I pentastellati esultano ed attaccano Davide Casaleggio: “Dispiace aver perso tempo a causa degli ostacoli che in maniera strumentale sono stati messi in campo da qualcuno per rallentare il processo di rifondazione del Movimento a cui sta lavorando Giuseppe Conte“. L’ex premier a sua volta afferma che “il provvedimento del Garante della privacy fa chiarezza e spazza via qualsiasi pretesto, confermando le ragioni del Movimento. Ora si parte, si guarda avanti”.
La comunicazione dei grillini invita i parlamentari a sostenere e rilanciare la notizia. “La pronuncia del Garante è chiarissima e sgombra il campo da ogni tipo di rivendicazione sulla titolarità dei dati degli iscritti. Adesso, come ha giustamente detto Giuseppe Conte, non c’è altro tempo da perdere” commenta il capogruppo M5S al Senato, Ettore Licheri. Mentre la vicepresidente del Senato Paola Taverna dimenticando il proprio ruolo istituzionale ricoperto, tanto per non smentirsi, attacca “l’insensata resistenza dell’associazione Rousseau che ci ha fatto perdere tempo prezioso”.
Luigi Di Maio prova da consolidato equilibrista a guardare un po’ più avanti, in prospettiva sottolineando che Conte è “al timone del M5S e cerca una via verso il dialogo. Scontri e ricorsi ci allontano dai cittadini” sostiene l’ex capo politico del movimento che teme un calo di consensi per via delle liti con Rousseau, sopratutto guardando i sondaggi che segnalano una perdita del 20% circa dei consenti al Movimento rispetto alle elezioni del 2018.
Davide Casaleggio replica a stretto giro, facendo capire che i nodi sono tutt’altro che risolti. Precisa anzitutto come la pronuncia dell’Authority sia avvenuta in una “inusuale modalità monocratica, decisa dal solo avvocato Pasquale Stanzione, scelto durante lo scorso governo Conte”. Poi mette in chiaro quello che a suo dire è il vulnus della situazione. “Il Garante non specifica nel suo atto e nella sua disposizione l’aspetto fondamentale ossia indica di consegnare genericamente i dati al M5S, ma non indica chi sia la persona che riveste il ruolo di rappresentante legale, quindi il legittimo titolare dei dati al quale Rousseau può consegnarli”.
“Oggi stesso chiederemo al Garante della Privacy di indicarci la persona alla quale consegnare i dati del Movimento e che lui, quindi, ritiene essere il titolare e rappresentante legale del Movimento” aggiunge Casaleggio. Una mossa strategica che complica le cose ancor di più. Diverse fonti fanno notare come non sia tra i compiti del garante stabilire il legale rappresentante e nel Movimento c’è chi sottolinea come il mandato di Crimi anche secondo i dettami indicati da Beppe Grillo sia scaduto da oltre un mese e quindi il ricorso presentato da una persona priva dei poteri di rappresentanza. Eventuali ricorsi sono più che prevedibili. Lo stesso Casaleggio, indica una terza via per risolvere lo scontro, attraverso un percorso che passa dalla votazione del comitato direttivo e dal saldo del “debito” vantato dall’ Associazione Rousseau: “Qualunque strada diversa da quella indicata come prendere la lista degli iscritti e votare su altra piattaforma creerebbe notevoli problemi mettendo in atto ennesime violazioni dello Statuto e creando una situazione di stallo completo, almeno giuridico, del Movimento». E ricorda: “Per candidarsi bisogna essere iscritti e Giuseppe Conte non è iscritto“.