Roberto Vannacci si candida con la Lega alle prossime elezioni europee. Lo ha annunciato il ministro delle Infrastrutture e vicepremier Matteo Salvini in occasione della presentazione del suo libro alla Fondazione Istituto dei Ciechi di Milano: “Sono contento che un uomo di valore come il generale Vannacci abbia deciso di portare avanti le sue battaglie di libertà insieme alla Lega in Parlamento europeo“. “Sono contento – aggiunge Salvini – che gli italiani nelle liste della Lega in tutti i collegi elettorali possano scegliere anche il nome del colonnello”.
La conferma del generale Vannacci
“Confermo la mia stima nei confronti del ministro Salvini e sottoscrivo la sua dichiarazione. Sarò un candidato indipendente che mantiene la propria identità e che lotterà, con coraggio, per affermare i propri valori di Patria, tradizioni, famiglia, sovranità e identità che condivido abbondantemente con la Lega”. Così all’Ansa il generale Roberto Vannacci, dopo l’annuncio della sua candidatura da parte del leader della Lega.
Vannacci si è soffermato anche sui temi caldi, come la celebrazione della Festa della Liberazione: “Non scendo in piazza, me ne vado al mare con le mie figlie. Non mi dichiaro antifascista perché sono cose successe ottanta anni fa. Questo è solo un pretesto fazioso per continuare a dividere la società”.
Salvini: Meloni? Nostri destini incrociati, dureremo 5 anni
Con la premier Giorgia Meloni “più ci conosciamo e più il rapporto diventa anche personale. Da un anno e mezzo siamo insieme al governo, abbiamo due caratteri belli tosti e, però, abbiamo capito che il nostro dovere è mantenere l’impegno con gli italiani affinché l’esecutivo duri per tutti e cinque gli anni”. Così il vicepremier e ministro dei Trasporti, Matteo Salvini. “I nostri destini sono incrociati» e nel governo «non si può fare competizione interna, gli avversari sono fuori”.
Salvini: grato finché campo a Bossi e Maroni, da loro consigli preziosi
Dal leader della Lega, nel corso della presentazione del suo libro, è arrivato anche un tributo ai suoi predecessori. “Ho dedicato questa fatica anche a Umberto Bossi e a Roberto Maroni – ha detto Salvini – perché se non avessero cominciato loro, voi sareste altrove e io a fare altro, possibilmente il mestiere che c’ho scritto sulla carta d’identità, il giornalista. Sono grato finché campo perché mi hanno cambiato la vita Bossi e Maroni“. E ha aggiunto: Bossi e Maroni “non sempre sono stati generosi nei miei confronti. Ma mi sono più preziosi quelli che quando sbaglio mi dicono che sto sbagliando, piuttosto che quelli che mi dicono che sto facendo bene. Da permaloso lì per lì mi incazzo, ma poi ci ragiono“.
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