Da tempo giravano voci su trattative tra la famiglia Berlusconi sinora proprietaria attraverso una società di Paolo Berlusconi del quotidiano Il Giornale ed Antonio Angelucci, deputato passato recentemente da Forza Italia alla Lega, ed editore attraverso la propria finanziaria Tosinvest, dei quotidiani Il Tempo e Libero, che ha ceduto a Polimedia il Gruppo Corriere, a cui fanno capo le testate Corriere dell’Umbria, Corriere di Siena, Corriere di Arezzo e Corriere della Maremma.
Fondato nel 1974 a Milano da Indro Montanelli, il Giornale fa capo alla società editoriale See, ha come azionisti con il 71,5% Paolo Berlusconi, col 18,4% Mondadori e per il restante 9,9% Periodica Srl della famiglia Amodei, editore dei quotidiani Corriere dello Sport e Tuttosport, e della concessionaria di pubblicità non solo de Il Giornale ma anche de Il Tempo e di Libero (e persino de Il Fatto Quotidiano). Il Giornale, nonostante la “proprietà” Berlusconi ha registrato lo scorso anno una perdita di circa 8 milioni di euro.
Berlusconi ha venduto @ilgiornale
— Nicola Porro (@NicolaPorro) December 31, 2022
Le prime indiscrezioni erano apparse il 2 dicembre su Bloomberg, secondo cui le parti erano ormai vicine all’accordo. Oggi la conferma: Mondadori e la Pbf di Paolo Berlusconi hanno ceduto le loro quote ad Angelucci. La conferma è arrivata da Nicola Porro, attuale vice direttore del Giornale, che con un tweet ha annunciato la cessione del quotidiano.
Sentito dall’Adnkronos, l’azionista di maggioranza del quotidiano, Paolo Berlusconi, ha dichiarato: “Il Giornale sarà venduto, se sarà venduto, nei prossimi mesi con un passaggio delle azioni. Ad oggi non ci sono ancora passaggi”.
Il comunicato del Cdr durante le trattative
“I giornalisti, che hanno ben chiaro che i cambi di assetto azionario nell’informazione sono fisiologici, chiedono però agli attuali e storici azionisti (la Pbf di Paolo Berlusconi e la Mondadori) di garantire, con responsabilità, la tutela dei posti di lavoro e delle competenze di una redazione che ha già visto assottigliarsi pesantemente l’organico (sceso da 80 a 51 redattori solo negli ultimi 4 anni) e che ha sempre contribuito a sanare le difficoltà economiche della testata“. E poi assicurano: “Esistono tanti modi per garantire l’organico in qualunque passaggio di proprietà. Eguale impegno si sente di chiedere a qualunque eventuale futuro acquirente, perché i giornalisti del Giornale meritano di continuare ad avere un editore vero. Fiduciosi di poter continuare il nostro servizio ai lettori che, nonostante i tempi, restano numerosi e appassionati”