E’ stata accolta dal Gip di Lecce l’ emissione richiesta di un decreto penale di condanna, a seguito di quanto proposto dal dr. Cataldo Motta, procuratore capo della Direzione Distrettuale Antimafia presso la Procura della repubblica di Lecce, al termine le indagini dell’inchiesta aperta nel 2013 a seguito dell’avvenuta scoperta da parte della Commissione di Catania di ben 103 elaborati poco credibili, successivamente annullati, in occasione gli esami di abilitazione alla professione di avvocato che si svolsero a Lecce nel dicembre 2012 ed ai quali si erano presentati oltre 1.000 candidati, originari delle province di Lecce, Brindisi e Taranto. E’ stata quindi emessa un’ordinanza di pagamento per una pena pecuniaria pari a 11 mila euro per ciascuna delle 103 persone coinvolte (che a suo tempo soltanto il Corriere del Giorno – unico giornale a Taranto – aveva rivelato ) nell’inchiesta, 40 delle quali sono iscritte all’albo Praticanti degli Ordini di Lecce, Brindisi e Taranto, uno a quello di Foggia. Al momento contro questo decreto penale di condanna non risultano depositate impugnazioni, cioè opposizioni, che qualora venissero accolte sfocerebbero in un processo ordinario ….che non sarebbe molto edificante per i “furbetti”…. cioè i copioni del diritto,
Fra gli aspiranti avvocati tarantini, rivelatisi in realtà dei “copioni” incapaci di affidarsi alle proprie competenze e qualità, compare anche Luca Lazzàro presidente della Confagricoltura di Taranto, il quale in rappresentanza degli agricoltori ricopriva anche il ruolo di membro della giunta della Camera di Commercio di Taranto nell’ultima giunta camerale dove è stato cooptato soltanto alla fine della primavera scorsa, a poche settimane dalla scadenza naturale del consiglio camerale. Una rappresentanza poco esperta e qualificata, quella di Lazzaro per gli agricoltori tarantini, sopratutto in considerazione del fatto incredibile cheLazzàro non è neanche agricoltore, non svolgendo alcuna attività agricola, dopo la cessione dell’azienda di famiglia avvenuta diversi anni fa. Fu proprioLazzàro in un imbarazzante comunicato ad attaccare la scorsa estate i rappresentanti delle forze di Polizia Giudiziaria e dell’Ispettorato del lavoro, che colpirono in maniera rigida il fenomeno del “caporalato” molto diffuso fra gli agricoltori jonici senza scrupoli.
Ancora una volta la collettività deve dire “grazie” al prezioso operato dell’ autorità giudiziaria e sopratutto al procuratore distrettuale antimafia di Lecce dr. Cataldo Motta. Pensate in che mani sarebbero finiti i poveri inconsapevoli futuri clienti di questi 103 “copioni” !