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3 Dicembre 2024 18:41

Il giudice firma lo stop dell’Altoforno AFO2 dell’ ex-ILVa di Taranto: oggi ultimo giorno di attività prima dello spegnimento

I legali incaricati dai commissari dell' ILVA in amministrazione straordinaria in queste ore sono al lavoro per predisporre un nuovo ricorso al Tribunale del Riesame il cui deposito è previsto entro venerdì della settimana prossima, per essere poi discusso il 30 dicembre, data della prima udienza utile

di Giovanna Ferrari

il Tribunale di Taranto

ROMA –  A partire da  domani sabato 14 dicembre, essendo scaduti  infatti i tre mesi precedentemente concessi dal Tribunale del Riesame di Taranto per ottemperare alle prescrizioni di automazione del campo di colata, l’Altoforno AFO2 dello stabilimento siderurgico di Taranto non potrà più essere usato: il giudice Francesco Maccagnano facendo seguito alla decisione di tre giorni fa di rigettare la proroga della facoltà d’uso chiesta dai commissari di ILVA in Amministrazione Straordinaria ha firmato l’ordine di esecuzione di spegnimento.

Quindi domani riprenderà lo spegnimento interrotto in settembre. Il giudice Maccagnano ha richiesto al custode giudiziario Barbara Valenzano di implementare “ogni più utile modalità di custodia tale da assicurare che a partire dal 14 dicembre 2019 l’Altoforno 2 non sia utilizzato“. L’impianto era stato più volte sequestrato e dissequestrato a seguito dell’ inchiesta della Procura di Taranto sulla morte dell’operaio Alessandro Morricella, investito mentre misurava la temperatura del foro di colata dell’altoforno da una fiammata mista a ghisa incandescente nel giugno del 2015. Circostanza questa che sarà tutta da provare in giudizio,  in presenza di un video che sembra confutare la dinamica dei fatti

il governatore pugliese Emiliano, e la sua dirigente regionale Barbara Valenzano

I legali incaricati dai commissari dell’ ILVA in amministrazione straordinaria in queste ore sono al lavoro per predisporre un nuovo ricorso al Tribunale del Riesame il cui deposito è previsto entro venerdì della settimana prossima, per essere poi discusso il 30 dicembre, data della prima udienza utile, ma è possibile anche che secondo le date già calendarizzate dal Tribunale di Taranto,  venga rinviata a quella fissata per il “caso AFO2“, o al più tardi il 7 gennaio 2020.

Il giudice Francesco Maccagnano ha richiesto all’ing. Barbara Valenzano attuale dirigente della Regione Puglia (e considerata molto vicina al governatore Michele Emiliano) custode giudiziario dell’area a caldo dello stabilimento ArcelorMittal di Taranto, una serie di chiarimenti sulle procedure di spegnimento, nella comunicazione inviata ieri sera in viene ordinato di agire per “assicurare che, a partire dal 14 dicembre 2019, l’Altoforno 2 non sia utilizzato“.

In particolare è stato disposto che il custode giudiziario fornisca informazioni entro il 17 dicembre   in relazione “alle modalità di custodia dell’Altoforno in sequestro; alle tempistiche residue del cronoprogramma di spegnimento già avviato prima del 17 settembre 2019 ed agli effetti che detta operazione può avere su tale impianto; alle tempistiche entro le quali, ad Altoforno 2 ‘spento’, Ilva in As potrebbe adempiere alle prescrizioni di cui al decreto di restituzione emesso dalla Procura della Repubblica in data 7 settembre 2015, allo stato non ancora adempiute”, cioè le prescrizioni previste sull’automazione del campo di colata, e sinora disattese da tutti i commissari dell’ ILVA in A.S. che si sono succeduti, a seguito di relazioni tecniche che confutavano le indicazione della Valenzano, che però non hanno convinto il giudice, evidente fermo su una radicata posizione ideologica che emerge dalla sua decisione.

Inoltre, il giudice ha richiesto alla custode Valenzano di curarel’esecuzione del decreto di sequestro preventivo d’urgenza emesso in data 18 giugno 2015 dalla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Taranto (convalidato con ordinanza emanata in data 26 giugno 2015 dal Giudice per le indagini preliminari)“, in ottemperanza alle disposizioni dell’ordinanza del Tribunale del Riesame emessa il 17 settembre scorso. In parole più chiare per il lettore, di applicare il sequestro dell’AFO2 disposto subito dopo l’incidente in cui perse la vita l’operaio Morricella.

ArcelorMittal, a seguito al rigetto tre giorni fa della proroga d’uso dell’AFO2 presentata da ILVA in A.S., ha comunicato ai sindacati il ricorso alla cassa integrazione per 3.500 lavoratori , che comprendono i precedenti 1.273 per i quali era stata annunciata nei giorni scorsi la proroga a partire dal 30 dicembre per altre 13 settimane.

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