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21 Novembre 2024 18:49

Il Governo dei cialtroni

A Genova hanno detto ogni sorta di bugie, sono andati oltre ogni legge, hanno tentato in tutti i modi di aizzare l'odio sociale, la loro vera e unica specialità.

di Giuseppe Turani

Davanti al crollo del Ponte Morandi e ai morti di Genova il governo dei cialtroni ha dato il peggio di sé. Si comincia con quello che Ferrara chiama il Truce padano, cioè, Salvini.

ecco dov’era Salvini la sera del crollo di Genova

1- Lui stava a sbevazzare con amici in Sicilia, ma appena arriva sul posto se la piglia con l’Unione Europea, che, a sentire lui, pone troppi vincoli e quindi non si riesce a tenere le cose in ordine. Naturalmente, da ora avanti ce ne freghiamo dei patti di stabilità e si farà quello che si deve fare per gli italiani.

Viene smentito immediatamente: l’Italia ha avuto larghi finanziamenti e poi, comunque, gli interventi di manutenzione sono fuori dal patto di stabilità. Se qualcosa in Italia non funziona la colpa è solo degli stessi italiani e della loro burocrazia: un pugno in un occhio.

 

Luigi Di Maio

2- Il suo collega di cialtronaggine, Di Maio, ci va giù ancora più pesante. Questo, dice, è il primo governo che non prende soldi dai Benetton, e quindi… Il Pd, invece, li ha presi. Ma si scopre subito che i soldi il Pd non li ha presi. Sono finiti invece alla Lega, cioè al Truce padano. E il presidente-marionetta, Conte, è stato avvocato dell’Associazione autostrade. I soldi, semmai, li hanno presi loro. Ma subito hanno accusato gli altri. Altri due pugni in un occhio.

3- Toninelli, che non è esattamente la mente più lucida della compagnia, frigna perché vuole che il suo ministero, infrastrutture, si costituisca parte civile nel processo che si farà per accertare le responsabilità, in modo da avere un palcoscenico su cui esibirsi. Ma Di Pietro, ex magistrato e ex ministro dei Lavori Pubblici lo gela: guarda che il tuo ministero potrebbe essere fra gli imputati (per i controlli omessi o fatti svogliatamente), e quindi non ti puoi costituire parte civile. Quarto pugno.

Giuseppe Conte

4- Ma è l’avvocato Conte, il presidente-marionetta quello che la spara più grossa: non abbiamo tempo di aspettare la giustizia, si provvederà subito alla revoca della concessione alla società Autostrade: un’affermazione alla Erdogan, forse ancora più scriteriata. Non esiste in alcun luogo democratico del mondo che il potere politico emetta sentenze e provvedimenti, che non siano stati vagliati prima dalla magistratura, che è un potere indipendente. Come misura immediata propone che venga revocata la concessione alla società Autostrade, e ne provoca il crollo in Borsa: per questa impresa, in qualunque paese civile l’avvocato Conte sarebbe già sotto processo e forse dovrebbe fare i conti anche con una class action miliardaria contro di lui. Quinto pugno in un occhio.

5- Come ciliegina finale, ieri, a tarda sera, si rifà vivo il Truce padano con la proposta che la società Autostrade sospenda il pagamento dei pedaggi (non si capisce mai se su quel tratto, dove purtroppo non circola più nessuno, o in tutta Italia). Ma non è importante: trattasi di idea impropria suggerita dagli esaltati della Rete che vorrebbero una pronta esecuzione in piazza della famiglia Benetton, proprietaria di Autostrade. Famiglia che è stata anche accusata, sempre dall’informato Di Maio, di non pagare le tasse perché localizzata in Lussemburgo. Ma viene subito smentito, l’Autostrade, se non altro, è italianissima e paga le tasse al fisco italiano, lo ha sempre fatto. Altra gragnuola dide pugni.

Fin qui i fatti. Poi c’è il commento.

1- L’ala 5 stelle del governo arriva a Genova con un peso di quelli difficili da togliersi di torno. Sono stati loro per anni con marce in piazza e con video del loro ignobile guru, Beppe Grillo, a irridere quelli che denunciavano la pericolosità del ponte Morandi e la necessità di avviare i lavori (già finanziati ma guarda uh po’, da Bruxelles) della Gronda, una variante che avrebbe alleggerito il traffico sul ponte crollato e che forse avrebbe evitato il disastro. Questa colpa grava sul loro movimento e non è evitabile. Sono loro ad aver definito una “favoletta” l’avviso che il ponte sarebbe crollato entro dieci anni (è venuto giù dopo 5).

2- Allora arrivano a Genova e hanno interesse solo a una cosa: indicare dei colpevoli, senza attendere alcuna indagine, subito, per deviare un po’ l‘opinione pubblica e far dimenticare le proprie responsabilità. Ma anche perché il loro “popolo” di sciagurati questo pretende: giustizia sommaria, impiccagioni immediate di qualcuno.

3- Non passano nemmeno 24 ore e la storia della revoca delle concessioni (sgangherata e folle, solo un demente poteva proporla prima di ogni accertamento giudiziario) viene ritirata. Si dice, adesso, che si sta studiando.

4- Il Truce padano si rifà vivo di nuovo, sempre con le sue proposte da bar sport: se la società Autostrade ricostruisce il Ponte, costruisce la Gronda a sue spese (ma bisogna vedere che cosa dice Grillo, contrarissimo) e ci dà mille miliardi per i danni subiti, possiamo discutere. Già che era entrato in questa fase contrattuale da mercato delle vacche (sempre prima di ogni accertamento di responsabilità) Salvini poteva anche chiedere due mila felpe e 100 coni gelati.

In tutta queste serie di eventi non esiste alcun comportamento serio. Da parte di nessuno. Tutti cialtroni. Tutti interessati soltanto a indicare un colpevole su cui riversare l’ira popolare per i disastro. Si accusa persino la famiglia Benetton di essere protetta perché controlla i giornali. Ma, di nuovo e casualmente, non è vero: ne potrebbero comprare dieci (sono ricchissimi), ma non ne hanno nemmeno uno. Forse per fare un dispetto a Di Maio o forse perché non gli piacciono i giornali.

Il metodo di governo dei cialtroni è questo: dare sempre e in ogni caso la colpa a altri, puntare di preferenza verso la giustizia sommaria, fregarsene alla grande di leggi e Costituzione, tenere alta la tensione con l’Europa.

Posso sbagliarmi (me lo auguro), ma questi stanno cercando in tutti i modi di litigare con l’Europa per farci buttare fuori, mettere in crisi l’euro e tornare a stampare la lira. Poi si tagliano le tasse, finalmente, si distribuisce il tanto atteso reddito di cittadinanza, si nazionalizza tutto (Ilva, Poste, Alitalia, Autostrade, ecc.), con loro a timone di questo nuovo Stato Venezuelano-Bulgaro, che farà default in due settimane stampando una moneta che nessuno vorrà e che non varrà niente.

Nell’attesa, stanno meditando di rapinare un po’ di pensionati, indicati naturalmente (perché al di sopra dei 4 mila euro/mese) come profittatori di regime e mascalzoni. Tanto quelli mica possono andare in piazza con le carrozzelle spinte dalle badanti.

Questi non sanno niente e hanno idee dementi su quello che dovrebbe fare la settima potenza industriale del mondo. Ma sanno come arrivare alla loro sognata società silvo-pastorale nella quale si è finalmente tutti poveri e appiedati: incrementare, diffondere, generalizzare l’odio sociale. Più la tensione sale, più loro incassano voti. Adorano i processi popolari, immediati, qualche impiccato farebbe anche comodo, peccato non avere più la pena di morte.

Sono i più grandi avvelenatori di pozzi mai apparsi nella storia.

Per questo vanno non battuti, ma proprio distrutti, estirpati, cacciati fuori dalla storia, nella quale sono indegni di rimanere.

*editoriale tratto dal sito Uomini&Business

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