Il cuore del primo intervento da premier di Giorgia Meloni a Montecitorio punterà, riferisce un “big” di Fratelli d’ Italia, sull’appello alla responsabilità. Per evitare che ci siano lacerazioni in un momento difficile per l’Italia. Salvaguardare il sistema sociale del Paese, concentrare tutti gli sforzi sul sostegno alle famiglie e alle imprese. Poi successivamente arriverà tutto il resto.
In cima ai pensieri del presidente del Consiglio c’è la situazione economica del Paese . La necessità è quella di affrontare una sfida che richiede un impegno comune. Da qui, commenta un’altro esponente di Fratelli d’Italia, l’auspicio che non ci siano pregiudizi ideologici da parte dell’opposizione e che ci sia la possibilità che tutto il Parlamento agisca nell’interesse dei cittadini.
Oggi il centrodestra, è alla prova fiducia alla Camera dopo le divisioni sorte al momento della formazione dell’esecutivo, . Poi passerà all’esame del voto al Senato. Sotto traccia restano le scorie per le fibrillazioni dei giorni scorsi e c’è ancora la trattativa in corso delle nomine del sottogoverno (viceministri e sottosegretari) che potrebbe creare ulteriori fibrillazioni, mentre a palazzo Chigi si lavora pure agli ultimi tasselli della squadra. La delega sui Servizi potrebbe al momento rimanere in capo al presidente del Consiglio Meloni mentre al “fedelissimo” Fazzolari dovrebbe arrivare la delega per l’attuazione del programma.
Il presidente del Consiglio ha chiesto di fare presto ma per ora i fari sono concentrati sulle prossime mosse. A partire dall’intervento sul caro bollette e al dossier sull’energia con l’Europa che questo il convincimento del presidente del Consiglio – deve avere un ruolo centrale. Altro punto sul quale il premier insisterà sarà la collocazione atlantista ed europeista dell’Italia.
Potrebbe esserci anche un riferimento alla volontà di non arretrare sul piano dei diritti e di portare avanti le riforme come il presidenzialismo. Ma la priorità resta, oltre alla necessità di ribadire il sostegno all’Ucraina, quella di salvaguardare il tessuto sociale del Paese. Nel manifesto annunciato dal presidente di Fdi dovrebbero trovare spazio la riforma fiscale, la necessità di tutelare il lavoro, soprattutto quello femminile e temi sul quale il governo ha puntato molto, come la sovranità alimentare, la natalità e il made in Italy.
Ma tutto osserva un altro esponente del partito di Giorgia Meloni, nel segno del pragmatismo e della necessità di tenuta dei conti pubblici. Il presidente del Consiglio illustrerà il programma di legislatura per 5 anni, con l’obiettivo di realizzare, passo dopo passo, “gli impegni assunti con i cittadini italiani in campagna elettorale“.
Salvini, dal canto suo, punta ad accelerare per mettere subito in agenda le battaglie della Lega, dalla flat tax, al superamento della Legge Fornero, alla pace fiscale. E rilancia sul fronte dell’immigrazione. “Torneremo a essere un Paese che fa rispettare i suoi confini. Il ragionamento è salvare vite, prima di tutto, ma non è possibile che le navi di tutto il mondo arrivino unicamente in Italia“, ha detto il segretario della Lega a “Porta a Porta” che ha sottolineato pure l’impegno alla realizzazione delle opere pubbliche, a partire dal Ponte sullo Stretto di Messina.
Al di là dell’esito del voto di fiducia alla Camera e al Senato la vera prova di compattezza per il centrodestra sarà la legge di bilancio. E la Lega, potendo contare anche sulla presenza di Giorgetti al Mef, punta a rimarcare il proprio peso. “Governeremo per 5 anni”, ha assicurato Salvini ieri in Consiglio dei ministri rimarcando la volontà di lavorare di coalizione, al pari dell’altro vicepremier Tajani espressione di Forza Italia.
Nelle prossime settimane il governo lavorerà sui provvedimenti economici. C’è un programma comune da portare avanti, anche se in campagna elettorale il presidente di Fdi oggi premier, ha più volte rimarcato la necessità di evitare un ulteriore scostamento di bilancio. Per un piano di meno tasse si schiererà anche Forza Italia che al Senato mercoledì dovrebbe far intervenire in aula Silvio Berlusconi.
Un lungo applauso dai banchi del centrodestra ha accolto l’ingresso in Aula alla Camera del presidente del consiglio Giorgia Meloni. I deputati si sono alzati in piedi. I colleghi di centrosinistra e del terzo polo sono rimasti seduti. Intervenendo alla Camera il premier ha rivolto “Un ringraziamento sincero va al Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, che nel dare seguito all’indicazione degli italiani non mi ha fatto mancare i suoi preziosi consigli“.
“Un ringraziamento va ai partiti della coalizione di governo, ai miei Fratelli d’Italia, alla Lega a Forza Italia, a Noi moderati ai loro leader, a quel centrodestra che dopo avere vinto le elezioni ha dato vita a governo in uno dei lassi di tempo più brevi della storia“. Così la presidente del Consiglio Meloni nel discorso per la fiducia alla Camera.
Giorgia Meloni ha ringraziato Mario Draghi per il suo operato “a livello nazionale e internazionale” e perchè “ha offerto tutta la sua disponibilità nel passaggio di consegne, veloce e sereno anche se per ironia della sorte a un governo guidato dall’unico partito di opposizione a quello da lui presieduto“. “Si è molto ricamato – ha detto il presidente del Consiglio nel suo discorso sulla fiducia – su questo aspetto ma non c’è nulla di strano. Così dovrebbe essere sempre, cosi è nelle grandi democrazie“.
“Ringrazio le donne che hanno osato, per impeto, per ragione per amore, come Cristina, Rosalie dei Mille, come Alfonsina contro i pregiudizio Grazia, Tina, Nilde, Oriana, Samantha Chiara, grazie per aver dimostrato valore italiane che spero di fare io”. ha aggiunto il premier intervenendo alla Camera, aggiungendo “Il mio ringraziamento va al popolo italiano, con il rammarico per i tantissimi che hanno rinunciato al voto, cittadini che ritengono inutile il loro voto perchè tanto poi si decide nei palazzi o nei circoli esclusivi. Noi oggi interrompiamo questa grande anomalia italiana, dando vita a un governo politico pienamente rappresentativo della volontà popolare. Intendiamo assumerci pienamenti i diritti e i doveri che competono a chi vince elezioni, essere maggioranza parlamentare e governo per cinque anni, anteponendo l’interesse della nazione a quello di partito: non userò i voti degli italiani per sostituire un sistema di potere con un altro“.