di Alessia Di Bella
Con una vittoria meritata e sofferta il Lecce è risalito nell’Olimpo del calcio italiano con una promozione conquistata con pieno merito dalla squadra guidata da mister Marco Baroni, che ha chiuso prima in classifica il campionato più difficile e complicato degli ultimi venti anni. Ha vinto il progetto di una società che pur mantenendo sempre un profilo basso, cercando di non parlare di serie A fino all’ultimo centimetro del rettilineo finale, non ha mai smesso di credere nelle proprie capacità ed ha sempre giocato e lottato con tutte le proprie forze per raggiungere il prestigioso obiettivo. Da Sticchi Damiani a De Picciotto, da Liguori ad Adamo, dai Carofalo sino ai Barbetta, appena entrati nel club e subito catapultati nel paradiso della serie A.
Il gruppo societario al netto di qualche piccola incomprensione ha funzionato al meglio consentendo al responsabile dell’area tecnica Corvino a cui ieri sera è stato dedicato un giro d’onore dello stadio accompagnato dall’allenatore mister Baroni, ed al direttore sportivo Trinchera di mettere in piedi un gruppo di giocatori dall’ ‘età media relativamente bassa, ma sopratutto di qualità e competitivo per disputare e vincere un campionato superaffollato e ricco di pretendenti alla promozione. Non è stato infatti per niente facile centrare tutti gli obiettivi dovendo fare i conti con un budget limitato rispetto a quello di tanti altre squadre come ad esempio il Monza di Berlusconi-Galliani ed il Parma con i nuovi soci americani.
C’è voluto quindi un grande sforzo di creatività oltre alla competenza di saper selezionare e trovare gli elementi giusti nei campionati europei meno frequentati dagli addetti ai lavori del calcio internazionale e quindi alla portata delle tasche del budget della società del Lecce. Se a Lecce sono arrivati tanti calciatori stranieri, giovani e forti, alcuni di prospettiva e per questo destinati ad approdare in grandi club, Corvino e Trinchera per la scelta dell’allenatore hanno puntato forte su Marco Baroni, affidandogli il compito di portare in alto la squadra giallorossa senza mai rinunciare a valorizzare i giovani della rosa, tutti rigorosamente di proprietà, altro aspetto importante e fondamentale di questa promozione di seria A.
Il Lecce è andato sul sicuro sulla scelta di Baroni per svariati motivi, alcuni legati anche al suo passato nella veste di calciatore giallorosso, ai tempi di mister Mazzone. Una bellissima esperienza per il tecnico fiorentino arricchita anche dalla promozione in serie A del 1988 conquistata al termine di un campionato giocato da protagonista, all’alba di una carriera che successivamente lo ha portato a misurarsi ad alti livelli, fino a vincere lo scudetto con il Napoli, al fianco del fenomeno Diego Armando Maradona.
La fotocronaca dei festeggiamenti
Riportare la serie A allo stadio di Via del Mare, davanti ai tifosi del Lecce, è stato un momento di riconciliazione con la vita dopo due anni di grandi sofferenze e di tifo a distanza a causa del covid. Lo spettacolo manifestato ieri sera dai 27mila spettatori sugli spalti è stato a dir poco eccezionale, sicuramente degno del massimo campionato di calcio italiano. Bisogna dire grazie al Lecce se, a partire dalla prossima stagione calcistica 2022-2023, la serie A non si fermerà più allo stadio di Napoli, ma arriverà fino allo stadio del Mare di Lecce nel tacco d’Italia grazie al successo sportivo compiuto dalla squadra salentina.
Dal capocannoniere Coda a Strefezza, da Hjulmand a capitan Lucioni proseguendo con Gabriel, Di Mariano, Gargiulo e tutti gli altri elementi della rosa ognuno di questi giocatori ha offerto il proprio grande contributo per conquistare l’obiettivo finale: la promozione in serie A. E’ noto che nel calcio fa più clamore chi segna e in questo senso il Lecce può gioire per le prodezze di Massimo Coda, eletto miglior calciatore dell’anno in serie B, capocannoniere del campionato 2021-22 e per questo primo vincitore del “Premio Pablito“. E può esultare per le prodezze di Gabriel Strefezza, funambolico calciatore italo-brasiliano. L’ accoppiata Coda e Strefezza hanno chiuso la stagione con un bilancio di 33 gol in due: mentre per il centravanti originario di Cava de’ Tirreni, autore di 20 reti, far gol è il suo mestiere, per Strafezza esterno d’attacco arrivato dalla Spal invece rappresenta una novità, un risultato raggiunto alla fine di una propria stagione calcistica esaltante, sicuramente la migliore della sua carriera.
Adesso è il momento della festa di una squadra, di una città, di un territorio tra qualche giorno però bisognerà cominciare a pensare al modo migliore per affrontare il 17° campionato di serie A giocato dal Lecce che esordì nel massimo campionato nella stagione calcistica 1985/86. Un nuovo campionato che si annuncia ancora più difficile rispetto al passato, con le squadre di testa sempre più forti e inarrivabili, e le altre pronte a recitare il ruolo di outsider mentre cinque, sei squadre saranno chiamate a lottare in ogni partita per restare nel massimo campionato italiano. Forza Lecce, bentornato in serie A !