Dall’indagine dal titolo “Studi di biomonitoraggio e tossicità degli inquinanti presenti nel territorio di Taranto” presentata oggi a Roma dal Ministero della Salute e dall’Istituto superiore di sanità, a cui hanno partecipato anche Arpa Puglia, Ares Puglia e Asl Taranto, smentite le teorie del Governatore della Regione Puglia Emiliano e degli ambientalisti “last minute” privi di alcuna competenza specifica. Nessuna sua dichiarazione (e come avrebbe potuto ?) del governatore pugliese, presente in aula, il quale immancabilmente ha postato sulla sua pagina Facebook un “selfie” polemizzando con il M5S. ma senza dire una sola parola sullo studio che smentisce le sue “teorie” politiche prive di fondamento sanitario-scientifico.
I dati del ministero della Salute quindi smentiscono l’allarme lanciato dopo il dossier sull’aumento dei tumori nell’area del siderurgico realizzato senza alcun valore scientifico dal Centro Salute e Ambiente della Regione Puglia, in collaborazione con il Dipartimento di Epidemiologia Regionale di Civitavecchia, della Asl di Taranto, di Arpa Puglia e di Ares Puglia.
Infatti dall’indagine di natura scientifico- sanitaria effettuata dal Ministero della Salute e dall’Istituto Superiore di Sanità emerge a seguito dell’inquinamento dell’ILVA nella città di Taranto, un quadro complessivo che ha confermato che per gli inquinanti “genotossici aerodispersi” analizzati, con la presenza di un carico non superiore a quello di Roma, relativamente nelle aree coperte dalle stazioni di campionamento“. Quattro i siti e le postazioni di controllo ubicate in Taranto, via Machiavelli nel rione Tamburi ; Statte (Taranto), Roma, viale Regina Elena (una delle aeree più trafficate della Capitale), Viterbo, area rurale.
Il quartiere Tamburi ed il Comune di Statte sono adiacenti allo stabilimento siderurgico dell’ ILVA . Lo studio effettuato fa presente che “I risultati ottenuti nel corso di questa indagine e le relative implicazioni sui livelli di contaminazione atmosferica nei siti studiati sono specificamente riferibili ai periodi in cui sono stati effettuati i campionamenti, e possono non essere rappresentativi per periodi precedenti, in cui varie attività antropiche possono avere avuto un impatto diverso. Considerando i limiti intrinseci dello studio in vitro, la bassa numerosità campionaria analizzata ed il limite temporale dei rilevamenti ambientali, i risultati dello studio non possono ritenersi conclusivi e sono solo rappresentativi dei periodi in cui sono stati effettuati i campionamenti“.
Dallo studio svolto dall’Istituto Superiore di Sanità viene inoltre precisato che i risultati dei test in vitro di immunotossicità, potenziale pro-infiammatorio e enotossicità confermano la presenza di sostanze genotossiche, immunotossiche e con potenziale pro-infiammatorio nel particolato aerodisperso delle aree urbane ma “non evidenziano specificità per la città di Taranto rispetto ad un altro sito urbano di riferimento“.
Adesso anche il Sindaco di Taranto Ippazio Stefàno può prendere la sua bella ordinanza di chiusura ( ad suo mediatico) dello stabilimento di ILVA che aveva preparato da due mesi e mostrato orgoglioso a favore di telecamere in incontro con la stampa, dove fummo l’unico giornale che confutò la valenza dell’ allarme diffuso dal Centro Salute e Ambiente della Regione Puglia, in collaborazione con il Dipartimento di Epidemiologia del Servizio Sanitario Regionale di Civitavecchia, della Asl di Taranto, di Arpa Puglia e di Ares Puglia, e rimetterla fra le cartacce nel cassetto del suo capo di gabinetto, che potrà riciclarle in altro modo.
Ai fini di una più completa informazione vi forniamo il link dell’ Istituto Superiore della Sanità da cui è possibile scaricare lo studio completo in PDF (clicca QUI)