Travolta da un’intercettazione nella quale la Guidi parlava con il suo compagno convivente Gianluca Gemelli , membro della giunta di Confindustria, garantendogli semaforo verde a un emendamento alla legge di Stabilità che andava a favore dei suoi interessi imprenditoriali, il ministro si è dimessa. “Caro Matteo sono assolutamente certa della mia buona fede – scrive la Guidi nella sua lettera di dimissioni al premier Renzi – e della correttezza del mio operato. Credo tuttavia necessario, per una questione di opportunità politica, rassegnare le mie dimissioni da incarico di ministro. Sono stati due anni di splendido lavoro insieme. Continuerò come cittadina e come imprenditrice a lavorare per il bene del nostro meraviglioso Paese“.
Finisce così la guida del Ministero dello Sviluppo Economico della Guidi, che sin dall’atto della sua nomina ha contraddistinto la propria presenza nel Governo Renzi principalmente per i propri conflitti d’interesse. Il presidente del consiglio Renzi dopo qualche ora le ha così risposto dagli Stati Uniti : “Cara Federica ho molto apprezzato il tuo lavoro di questi anni. Serio, deciso, competente. Rispetto la tua scelta personale sofferta, dettata da ragioni di opportunità che condivido: procederò nei prossimi giorni a proporre il tuo successore al capo dello Stato“.
L’intercettazione è presente agli atti di un’inchiesta dell’ attiva Procura della Repubblica di Potenza sulla gestione dei rifiuti nel centro Eni, inchiesta che ha un filone parallelo sugli impianti di estrazione petrolifera nella Val d’Agri. E’ questo filone d’inchiesta che vede indagato il compagno della Guidi, Gianluca Gemelli, accusato di traffico di influenze illecite proprio grazie ai suoi stretti rapporti con il ministro. Il pm aveva persino chiesto l’arresto di Gemelli, che però non è stato concesso perché “sfruttando la relazione di convivenza che aveva col ministro allo Sviluppo economico – si legge nella richiesta di misure cautelari – indebitamente si faceva promettere e otteneva da Giuseppe Cobianchi, dirigente della Total” le qualifiche necessarie per entrare nella “bidder list delle società di ingegneria” della multinazionale francese, e “partecipare alle gare di progettazione ed esecuzione dei lavori per l’impianto estrattivo di Tempa Rossa”.
Oltre alle dimissioni della Guidi, sono sei le persone arrestate per traffico e smaltimento di rifiuti, 60 indagati sospensione della produzione di petrolio Eni in Val D’Agri. Un’inchiesta della procura di Potenza che si espande dalla Basilicata raggiunge, e coinvolge interessi economici e politici in tutta Italia. Sono due i filoni d’inchiesta, il primo sul Centro Olio in Val d’Agri a Viggiano dell’Eni, l’altro sull’impianto estrattivo della Total a Tempa Rossa.
GLI ARRESTATI E GLI INDAGATI
Nell’indagine sei persone, funzionari e dipendenti del centro oli di Viggiano (Potenza) dell’Eni e l’ex sindaco Pd di Corleto Perticara – dove viene trattato il petrolio estratto in Val d’Agri – sono state poste agli arresti domiciliari dai Carabinieri per la tutela dell’ambiente in quanto ritenuti responsabili, a vario titolo, di “attività organizzate per il traffico e lo smaltimento illecito di rifiuti“.
I sei arrestati sono Rosaria Vicino, l’ ex sindaco di Corleto Perticara, Vincenzo Lisandrelli (coordinatore ambiente del reparto sicurezza e salute all’Eni di Viggiano), Roberta Angelini (responsabile Sicurezza e salute dell’Eni a Viggiano). Nicola Allegro (responsabile operativo del Centro oli di Viggiano), Luca Bagatti (responsabile della produzione del distretto meridionale di Eni) e Antonio Cirelli (dipendente Eni nel comparto ambiente). Divieto di dimora deciso per l’ex vicesindaco, Giambattista Genovese, e per Salvatore Lambiase un dirigente della Regione Basilicata. Le accuse: “plurime condotte di concussione e corruzione”.
IL PRIMO FILONE DELL’ INCHIESTA: L’IMPIANTO ENI
Il primo filone dell’indagine riguarda presunti illeciti sulla gestione dei reflui petroliferi al Centro Olio in Val d’Agri a Viggiano dell’Eni, inchiesta riguarda lo “sforamento” dei limiti delle emissioni in atmosfera del Cova.
I managers dell’impianto Eni “qualificavano in maniera del tutto arbitraria e illecita” rifiuti pericolosi definendoli contrariamente al vero come “non pericolosi”, utilizzando quindi un “trattamento non adeguato” degli stessi scarti, e “notevolmente più economico”, ed “alterati” i dati sulle emissioni in atmosfera .
LE DICHIARAZIONI DELL’ ENI
L’ Eni con un proprio comunicato “prende atto dei provvedimenti adottati dall’autorità giudiziaria. E ha provveduto alla sospensione temporanea dei lavoratori oggetto dei provvedimenti cautelari e sta completando ulteriori verifiche interne“. L’attività produttiva (75.000 barili al giorno) in Val d’Agri, al momento è stata sospesa. Eni conferma “sulla base di verifiche esterne commissionate dalla società stessa, il rispetto dei requisiti di legge e delle best practice internazionali“, motivo per cui richiederà la disponibilità dei beni posti oggi sotto sequestro e continuerà ad interloquire con la magistratura, così come avviene da tempo sul tema, garantendo la massima collaborazione.
LA PROCURA NAZIONALE ANTIMAFIA: “MECCANISMI PER AVVELENARE LA TERRA”
Il Procuratore nazionale antimafia, Franco Roberti così commenta l’inchiesta:
“Dispiace rilevare che per risparmiare denaro ci si riduca ad avvelenare un territorio con meccanismi truffaldini”
“Non è giustizia a orologeria ” aggiunge, con chiaro riferimento al prossimo voto referendario previsto il 17 aprile sulle trivellazioni e le comunali a giugno ” le indagini sono iniziate nel 2013 e sono state complesse e delicate: le richieste di misura cautelare sono state presentate tra agosto e novembre del 2015. Quindi prima del referendum e in tempi non sospetti“.
IL SECONDO FILONE D’INCHIESTA: TEMPA ROSSA
Secondo le indagini delegate alla Polizia di Stato, l’ex sindaco di Corleto Perticara si sarebbe adoperata a favore di alcuni imprenditori per l’affidamento in loro favore di appalti e lavori per l’infrastrutturazione del giacimento ‘Tempa Rossa’ realizzato dalla Total.
Fra gli indagati, come detto, anche Gianluca Gemelli, compagno dell’ormai ex-ministro Federica Guidi. imprenditore ed attuale commissario di Confindustria Siracusa, il quale viene accusato di traffico di influenze illecite perché “sfruttando la relazione di convivenza che aveva col ministro allo Sviluppo economico” si faceva promettere e otteneva indebitamente da Giuseppe Cobianchi, dirigente della Total ” le qualifiche necessarie per entrare nella “bidder list delle società di ingegneria della multinazionale francese, e partecipare alle gare di progettazione ed esecuzione dei lavori per l’impianto estrattivo di Tempa Rossa”.
COS’E’ TEMPA ROSSA
Il progetto Tempa Rossa, secondo quanto riportato dalla Total nelle sue informazioni ufficiali e rese note al nostro giornale, in una visita ufficiale allo stabilimento con i giornalisti di Taranto, è un giacimento petrolifero situato nell’alta valle del Sauro, nel cuore della regione Basilicata, nel sud Italia. Si estende principalmente sul territorio del Comune di Corleto Perticara (PZ), a 4 km dal quale verrà costruito il futuro centro di trattamento. 5 pozzi si trovano anch’essi sul territorio del Comune di Corleto Perticara, mentre il sesto pozzo si trova nel Comune di Gorgoglione. Altri due pozzi saranno perforati una volta ottenute le autorizzazioni. L’area dove verrà realizzato il centro di stoccaggio GPL si trova invece nel Comune di Guardia Perticara. A regime l’impianto – tra i più evoluti nel settore petrolifero – avrà una capacità produttiva giornaliera di circa 50.000 barili di petrolio, 230.000 m³ di gas naturale, 240 tonnellate di GPL e 80 tonnellate di zolfo.
Il progetto di sviluppo
- Messa in produzione di 8 pozzi (6 già perforati e altri 2 da perforare una volta ottenute le autorizzazioni).
- Costruzione di un centro di trattamento oli dove gli idrocarburi estratti, convogliati tramite una rete di condotte interrate (pipeline), verranno trattati e separati nei diversi sottoprodotti (grezzo, gas combustibile, zolfo, GPL) e poi, a seconda del prodotto, spediti tramite canalizzazioni interrate.
- Costruzione di un centro di stoccaggio GPL (2 serbatoi interrati della capacità totale di 3.000 m³) dotato di 4 punti di carico stradale.
- Costruzione o modifica di infrastrutture di servizio (adeguamento di strade comunali, realizzazione dei sistemi per l’alimentazione di acqua ed elettricità per il centro di trattamento, connessione alle reti esistenti per il trasporto e la distribuzione degli idrocarburi).
UN PROGETTO TECNICO CON SOLUZIONI APPROPRIATE
Scoperto nel 1989, il giacimento Tempa Rossa, nella concessione Gorgoglione, è particolare per la natura degli idrocarburi presenti (olii pesanti da 10 a 22 API e presenza di zolfo) ma anche per il suo contesto ambientale: situato tra il parco regionale di Gallipoli Cognato e il parco nazionale del Pollino, la concessione si trova nel cuore di una regione ad alto valore turistico per la bellezza dei suoi paesaggi; si estende su un territorio geologico segnato da una sismicità non trascurabile e una rete idrogeologica complessa. A queste particolarità si aggiunge un patrimonio archeologico di primo piano. La valorizzazione di un tale giacimento rappresenta dunque una sfida che Total e i suoi partners accettano mettendo in opera le tecniche più adatte dell’industria petrolifera in materia di esplorazione e produzione, e anche per quanto riguarda la sicurezza delle operazioni, il rispetto dell’ambiente e della natura.
UN PROGETTO DI DIMENSIONE INTERREGIONALE
Il giacimento Tempa Rossa beneficia della vicinanza di infrastrutture esistenti, distanti 8 km. Così il gas sarà facilmente convogliato alla rete locale di distribuzione SNAM e il petrolio trasportato tramite condotta interrata fino all’oleodotto “Viggiano-Taranto“, oleodotto con un diametro di 51 cm e lungo 136 km (di cui 96 in Basilicata) che collega le installazioni petrolifere della Val d’Agri alla Raffineria ENI di Taranto, suo terminale di esportazione.
I PARTNERS DEL PROGETTO
Lo sviluppo del progetto Tempa Rossa riunisce grandi gruppi petroliferi mondiali. Al fianco di TOTAL E&P Italia, operatore incaricato dello sviluppo del progetto, figurano anche Mitsui E&P Italia B S.r.l. e Shell, entrambi con il 25%.