Raffaele Fitto non accetta di veder passare l’Italia per la Cenerentola d’Europa sul Piano di ripresa. “Solamente Spagna, Italia e Grecia hanno fatto la richiesta per l’accredito della terza rata del Pnrr”, ha detto il ministro alle Politiche europee, Raffaele Fitto, nel suo intervento all’evento “Forum in Masseria 2023” che si è concluso oggi in provincia di Taranto. Fitto mette in guardia sui contrasti che fanno male al Paese. “L’Italia al 31 dicembre del 2022 doveva raggiungere 55 obiettivi per poter avere questa rata. Non voglio polemizzare, anche se molte dichiarazioni ti tirano per la giacchetta per scendere in questo campo di polemica che non è utile al Paese” ricordando che l’esecutivo si è insediato a ottobre quando erano stati raggiunti 25 obiettivi del 55 previsti, difendendo l’operato del governo Meloni: “Abbiamo realizzato tutti gli obiettivi nei tempi”. Il problema è stato semmai sui vincoli da rispettare. “La fase di assesment è stata più lunga perché nei casi precedenti le rate si ottenevano per obiettivi meno stringenti”.
“Oltre a una critica generica di ritardi sul Pnrr – ha detto Fitto – mi piacerebbe che se ne aprisse una specifica sui singoli temi e sui fatti, e così si potrebbe aprire un dibattito utile per il nostro paese“. “E’ credibile dire che un piano nato due anni fa – ha aggiunto il ministro – negli ultimi 6 mesi ha avuto tutto quello che rappresenta un grande ritardo, come se non ci fosse un prima o una comparazione con gli altri Paesi europei?”.
“Abbiamo operato fino a oggi senza il Patto di Stabilità mentre ora siamo alla vigilia del ritorno del patto e non possiamo fare finta di nulla“. “Il governo non darà alle regioni un importo gemerico affinchè li possano spendere come megli ritengono – ha poi continuato il ministro Fitto a proposito delle critiche ricevute dal presidente della Regione Puglia Michele Emiliano – mentre ora siamo alla vigilia del ritorno del patto e non possiamo fare finta di nulla, ma pensiamo a una serie di obiettivi pochi, con un elenco preciso e un cronoprogramma“.
“I dati della Ragioneria dello Stato – ha detto il ministro – ci dicono che l’utilizzo delle risorse per le politiche di coesione 2014-2020 si è fermato al 34%. E’ un sistema che non funziona. Non voglio replicare a nessuno, non l’ho fatto in questi mesi e non lo farò, ma sottolineo come negli incontri avuti nelle scorse settimane mesi 19 presidenti di regione mi ha detto procediamo e da due sono arrivate critiche“.
“Mi sarei preoccupato se fosse stato il contrario, ovvero 19 presidenti che avessero detto che era tutto un disastro”. Il ministro Fitto è tornato a chiedere critiche sui temi specifici, aggiungendo “altrimenti credo che lo scontro sia un modo per alzare il polverone”, chiarendo che “Io procederò con tutte le regioni allo stesso modo cioè in modo positivo, costruttivo e istituzionale. La situazione della Puglia è esattamente quella delle altre regioni nel senso che stiamo completando la fase di verifica della programmazione ’14-’20 dove le risorse spese sono in tema di confronto e dall’altra stiamo procedendo con un percorso condiviso con tutte le regioni“.
“Il nostro obiettivo come governo Meloni – ha spiegato il ministro – è quello di far “dialogare” i diversi canali di finanziamento che abbiamo a disposizione. Quindi Pnrr, fondo coesione e Sviluppo e coesione vanno coordinati per evitare di avere programmi che non si parlino fra loro. Questo significa che c’è una visione unica, a differenza di ciò che è accaduto fino ad ora. Del resto, se fino ad oggi non sono state spese tutte le risorse che erano a disposizione nella programmazione precedente, ha senso continuare a ad agire con la stessa metodologia? Credo di no. Questo governo procede per obiettivi, non per continuare con le politiche di utilizzo generico dei soldi”.
Sul PNRR Fitto ha sollecita meno chiacchiere e più fatti: “Abbiamo presentato un progetto al ministro Urso e al Governo su come usare i fondi del Pnrr non spesi su Industria 4.0, ambiente e energia. Mi fa piacere che il ministro parli di Impresa 4.0 nella sua intervista, purtroppo questo non è il punto: il punto è che ci si dia una mossa a utilizzare i fondi del PNRR. Se non sono in grado di farlo direttamente, lascino alle imprese il compito di investire e utilizzarli creando occupazione e sviluppo. Sul Pnrr meno chiacchiere e più fatti“.
“Speriamo che nella revisione si possano liberare risorse in progetti che erano incagliati o che erano poco attinenti al PNRR, come gli stadi o i progetti utili ma non realizzabili nei tempi dovuti. – aggiunge Fitto – La prima misura da fare con queste risorse è il Piano Transizione 5.0, si tratta di un Piano che può incentivare e sostenere gli investimenti delle imprese nella tecnologia green e nel digitale di cui necessita il nostro sistema produttivo. Per Transizione 5.0 c’è la necessità di 4-5 miliardi“.
Sulla produzione delle auto Fitto ha rivolto il suo pensiero a Stellantis, dicendo che si deve arrivare a raddoppiarla. “Anche in Italia si debbano e possono produrre 1 milione di autovetture come in Francia mentre nel nostro paese, lo scorso anno, se ne sono prodotte solo 437mila”. Rispetto alla politica industriale in generale ha detto “lo Stato è stato assente in questi anni, è stato lasciato lo spazio ad altri attori, ora non è più possibile“.