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3 Luglio 2024 05:47
3 Luglio 2024 05:47

Il mondo del calcio perde il suo “O Rei”: è morto Pelé

L’ex calciatore era ricoverato dal 29 novembre per una rivalutazione del suo trattamento chemioterapico dopo l'individuazione di un tumore al colon nel settembre 2021. Fatali gli sono state l’insufficienza renale e cardiaca che hanno indebolito il fisico già debilitato dalla malattia.
di Alessandra Monti

Tutto il mondo del calcio che ha perso il suo “O Rei”. L’ex calciatore era è ricoverato dal 29 novembre per una rivalutazione del suo trattamento chemioterapico dopo l’individuazione di un tumore al colon nel settembre 2021. Fatali gli sono state l’insufficienza renale e cardiaca che hanno indebolito il fisico già debilitato dalla malattia. Edson Arantes Do Nascimiento come si chiamava prima di diventare il bisillabo più famoso dello sport cioè Pelè, ci ha lasciato. Una vita da copertina in cui ha regalato record, è stato l’ unico calciatore a vincere tre mondiali, segnando nella sua eccezionale carriera 1279 reti ma soprattutto facendo sognare bambini, giovani e vecchi di tutto il mondo.

È stato intervistato e fotografato più di qualsiasi altra persona al mondo, dagli statisti ai divi del cinema e tycoon vari. È stato accolto da ‘Rei‘ in 88 nazioni, e ricevuto da 70 premier, 40 capi di Stato e tre Papi. In Nigeria venne dichiarata una tregua di 48 ore ai tempi della guerra con il Biafra perché tutti, da entrambi gli schieramenti, potessero vederlo giocare. Lo Scià di Persia lo aspettò tre ore in un aeroporto solo per potersi fare una foto con lui, le guardie alle frontiera cinese abbandonarono i loro posti e si spostarono a Hong Kong, attirandosi le ire del regime, solo perché avevano saputo che la Perla Nera si trovava quel giorno nella città-colonia. Pelé fu espulso durante una partita In Colombia, ma la folla invase il campo costringendo l’arbitro alla fuga. La partita riprese solo con il ritorno in campo del grande brasiliano, ed a quel punto la folla tornò disciplinatamente sugli spalti da sola pur di vederlo giocare.

Nessun altro sportivo ha avuto più spettatori di lui, e la sua faccia è tuttora, molti anni dopo il suo ritiro, tra le più popolari del pianeta. “Sono conosciuto più di Gesù Cristo“, dichiarò anni fa in un’intervista all’Ansa. Una frase che gli attirò critiche: ma a pensarci bene non aveva torto perché “anche se è una cosa blasfema – spiegò – c’è una logica. Io sono cattolico, e so cosa significhi Gesù con i suoi valori. Ma nel mondo è pieno di gente che crede in altro: in Asia, ad esempio, ci sono centinaia di milioni di buddisti. Magari non sanno chi è Cristo, ma di Pelé hanno sentito parlare...”.

L’ex calciatore era ricoverato dal 29 novembre per una rivalutazione del suo trattamento chemioterapico dopo l’individuazione di un tumore al colon nel settembre 2021. Fatali gli sono state l’insufficienza renale e cardiaca che hanno indebolito il fisico già debilitato dalla malattia. Atleta del secolo (riconoscimento assegnato dal Cio nel 1999), calciatore del secolo (ex aequo con Maradona). O Rei è stato, ed è tuttora con Muhammad Alì, l’atleta sportivo più celebre della storia, famoso nei punti più remoti dell’Asia Minore come nel cuore dell’Africa, nei deserti australiani come nelle grandi capitali.

La scomparsa di O’Rei ha scosso l’intero mondo del calcio: sono tantissimi i messaggi che stanno arrivando sui social per omaggiare il campione. Il Santos ha voluto postare sul proprio profilo la foto di una corona accompagnata dal commento “Eterno“, così come il Brasile che nella foto pubblicata per ricordarlo al posto dell’anno in cui è morto ha scelto di inserire il simbolo dell’infinito.

Il messaggio di Cristiano Ronaldo

Le mie più sentite condoglianze a tutto il Brasile, e in particolare alla famiglia di Edson Arantes do Nascimento. Un semplice ‘addio’ all’eterno Re Pelé non sarà mai sufficiente per esprimere il dolore che attualmente condivide l’intero mondo del calcio“, è il messaggio di cordoglio di Cristiano Ronaldo: “Un’ispirazione, un riferimento ieri, oggi, per sempre. L’affetto che ha sempre dimostrato per me è stato reciproco in ogni momento condiviso, anche a distanza. Non sarà mai dimenticato e il suo ricordo vivrà per sempre in ognuno di noi amanti del calcio. Riposa in pace, O’Rei Pelè“, chiosa l’ex attaccante di RealJuve e Manchester United.

L’omaggio di Neymar: “Ha cambiato il calcio

Il numero 10 del Brasile Neymar ha detto: Prima di Pelé, il 10 era solo un numero. Ho letto quella frase da qualche parte, ad un certo punto della mia vita. Ma quella frase, bellissima, è incompleta: direi che prima di Pelé il calcio era solo uno sport. Ha cambiato tutto. Ha trasformato il calcio in arte, in intrattenimento. Ha dato voce ai poveri, ai neri e soprattutto, ha dato visibilità al Brasile. Il calcio e il Brasile – prosegue Neymar – hanno alzato il loro status grazie al Re! Se n’è andato, ma la sua magia rimarrà. Pelè è eterno!!

L’omaggio di Mbappé e Messi

Il re del calcio ci ha lasciato ma la sua eredità non sarà mai dimenticata: riposa in pace, Re“. Così Kylian Mbappé, sul suo profilo Instagram, ricorda Pelé, associando il messaggio a una foto che li ritrae abbracciati. Il fenomeno francese si era reso protagonista, durante i Mondiali, di un commovente scambio social con il brasiliano in cui gli augurava una pronta guarigione. Lionel Messi, compagno di Mbappé al Psg, ha postato una foto che lo ritrae abbracciato a Pelé scrivendo “Riposa in pace“.

Beckenbauer: “È stato il più grande della storia

“Il calcio oggi ha perso il più grande della sua storia, e io un amico unico. Il calcio sarà tuo per sempre. Riposa in pace“. Così Franz Beckenbauer, campione del mondo con la Germania nel ‘74 e compagno di squadra di Pelé ai Cosmos, ha ricordato Pelé in una nota diffusa dal Bayern Monaco di cui è presidente onorario. Dal Kaiser a O Rei: “Sono partito per gli Stati Uniti nel 1977, perché volevo davvero giocare al fianco di Pelé al Cosmos di New York. Questo periodo al suo fianco è stata una delle migliori esperienze della mia carriera. Siamo diventati campioni degli Stati Uniti al nostro primo tentativo e da quel momento Pelé mi ha designato riferendosi solo a me come suo fratello, un onore inimmaginabile per me”.

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