di Paolo Campanelli
Partono subito gli applausi per queste parole del Papa : “Bambini pregate per noi, pregate per i genitori, pregate per la pace”. In piazza San Pietro ci sono i bambini della Giornata Mondiale. E c’è anche la premier Giorgia Meloni con la figlia Ginevra, siedono nel primo banco sul sagrato accanto al sindaco di Roma Capitale Roberto Gualtieri. Alle loro spalle gli ambasciatori e altre autorità. La prima edizione della manifestazione mondiale interamente dedicata all’infanzia era prevista più numerosa di quella che è risultata. Allo stadio Olimpico ieri erano presenti oltre 50 mila partecipanti contro le previsioni che prevedevano un’overbooking con oltre 80 mila partecipanti. La gente ha iniziato ad affluire per non perdersi anche lo show di Benigni previsto dopo l’Angelus, al termine della messa.
Lo show di Benigni in piazza San Pietro ha conquistato le risate di tutti: “Mettiamo sulla scheda il nome Jorge Mario Bergoglio, detto Francesco: vinciamo subito“. Con questa battuta è iniziato il suo monologo, dopodichè il premio Oscar dopo averlo baciato si è rivolto direttamente al Papa, ha chiamato “Signor Presidente” con la Meloni che si è messa a ridere, poi ha incoraggiato i bambini a sognare, a non farsi intimidire, a sbriciolare steccati e gabbie, ad amare il prossimo.
“Ah come mi sento felice qui con voi”. ha esordito “Sapete: siete la speranza per il futuro. Voi potete fare una vera rivoluzione”. Il Papa ha trascorso un pomeriggio lieto e diverso dal solito Papa Francesco in mezzo al vociare di un esercito di bambini arrivati all’Olimpico da ogni parte d’Italia e del mondo. Se Papa Wojtyla amava chiamare i giovani “le sue Sentinelle del mattino”, Bergoglio preferisce immaginarli e vederli nei panni di piccoli rivoluzionari.
Nello stadio Olimpico tra altoparlanti, telecamere, con la conduzione di Carlo Conti che introduceva gli ospiti e i cantanti, di fatto ha preso forma un movimento di pacifisti in erba, alcuni muniti di bandiere arcobaleno che cantavano a squarciagola “We are the world” e facevano la ola dagli spalti anche se non tutti i settori dell’Olimpico si sono riempiti come si immaginava alla vigilia della prima Giornata Mondiale dei Bambini, ritenuta una specie di test per il Giubileo. Erano previsti più di 80 mila partecipanti, che rischiavano di non riuscire ad entrare sugli spalti, ma invece erano presenti circa 50 mila persone con lasciando vistosi spazi vuoti.
“So che siete tristi per le guerre. Vi faccio una domanda: siete tristi per le guerre?” I ragazzini senza esitazione rispondevano urlando: “Sì, sì sì” ma Papa Francesco fingeva di non comprendere mentre le telecamere allargavano con le telecamere i primi piani su di lui tutto divertito. “Non sento” aggiungeva Bergoglio. E la folla urlava ancora più forte: “Sisisi“. Il Papa diceva: “Oggi ho ricevuto dei bambini fuggiti dall’Ucraina, alcuni erano feriti». Pausa. “La guerra è una cosa bella? “. La risposta dei presenti era corale e chiara: “Noo“. Anche questa volta con una smorfia Papa Francesco portava una mano all’orecchio. “Non sento”. «Noo». “Vi chiedo: la pace è una cosa bella?”. “Sii“. Un botta e risposta andato avanti a lungo trasferendosi sul piano catechetico, per esempio sul ruolo del diavolo e la figura di Gesù che salva perché ama tutti.
Mentre la scaletta del programma andava avanti veloce sotto l’attenta regia di padre Enzo Fortunato il francescano che ha ideato la kermesse e la conduzione di Carlo Conti , Papa Francesco Bergoglio ha recitato una Ave Maria . Un evento destinato a trasferirsi in piazza san Pietro con la messa papale di stamattina e lo show sul sagrato della basilica di Roberto Benigni chiamato ad interpretare un monologo dedicato a come i bambini guardano il mondo sognando un futuro senza confini, rancori, guerre e problemi vari.
Il colpo d’occhio su piazza san Pietro era davvero gioioso. Palloncini colorati, bandiere, striscioni. A questo bell’evento hanno risposto i gruppi ele diocesi di tutta Italia e anche qualche comitiva dall’estero. Papa Francesco era il primo ad essere soddisfatto e si intuiva da come si rivolgeva ai suoi piccoli ospiti durante la messa. Nell’omelia a braccio ha intrattenuto un dialogo a distanza coi bambini, avviando una sorta di lezione di catechismo per insegnare a loro la trinità e il concetto dello Spirito Santo. L’omelia che era stata preparata la ha cestinata in blocco come spesso fa, forse per avere la possibilità di un colloquio diretto con i bambini, esattamente come ha fatto ieri all’Olimpico. “Gesù perdona anche il più brutto dei peccatori, perdona tutto e sempre, basta chiedere perdono e dire ho sbagliato, che si vorrebbe cambiare vita”.
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