Fino all’anno 2025 il Parlamento costa come un anno fa, nonostante il taglio degli eletti, scesi da 945 a 600. L’amara sorpresa viene dalla tabella del MEF allegata alla legge di bilancio 2023: non vi sarà nessun risparmio, considerato che nel 2023 , nel 2024 e nel 2025 resta lo stesso stanziamento del 2021: un miliardo e 455 milioni di euro per Camera e Senato. Lo ha scoperto il quotidiano economico Verità & Affari diretto da Franco Bechis.
Il grande “bluff” della riforma costituzionale
Le spese per la Camera dei deputati rimangono ogni anno di 943,16 milioni di euro come prima, nonostante il taglio di 245 onorevoli. Quelle per il Senato continuano ad essere ogni anno di 505,36 milioni di euro nonostante il taglio di 115 senatori. E’ quindi un bluff quello della millantata riduzione dei costi della politica promessa dal M5S che aveva messo tutti d’accordo sulla riforma costituzionale.
Consulta e Quirinale costano di più
Se chi doveva tirare la cinghia non lo fa, aumentano invece le spese per la Corte Costituzionale e perfino per il Quirinale. La Consulta aveva una dotazione di 58,5 milioni di euro nel 2022. Sale l’anno prossimo a 62,6 milioni di euro, quello successivo a 64,9 milioni di euro e nel 2025 a 66,15 milioni di euro con un incremento di 7,6 milioni complessivo. Il Quirinale resta con la dotazione di 224,259 milioni di euro da qui al 2024, ma nel 2025 ottiene altri 6 milioni di euro arrivando a 230,259.