L’attuale Senato della Repubblica scomparirà se al referendum di ottobre prevarranno i “SI” e si trasformerà trasformato in una Camera delle Autonomie territoriali. I senatori diminuiranno (e quindi con un sensibile risparmio di lauti stipendi) dagli attuali 315 a 100. Cioè 74 consiglieri regionali e 21 sindaci che secondo il nuovo disegno di Legge per la propria presenza svolto a Roma non avranno alcun diritto all’ indennità parlamentare, oltre al loro normale stipendio di amministratori locali, con 5 senatori di nomina presidenziale che dureranno nella carica 7 solo anni e non potranno essere rinominati.
Cosa farebbe il “nuovo” Senato
Secondo il nuovo disegno di Legge del Governo Renzi, con il “nuovo” Senato, i senatori potranno votare solo leggi che riguardano la Costituzione, i sistemi elettorali degli enti locali , le ratifiche dei trattati internazionali ed i referendum popolari, mentre non potranno votare la fiducia al Governo. La trattazione e promulgazione di tutte le leggi sarà esclusivamente di competenza della Camera dei Deputati , alla quale il Governo potrà chiedere di esprimersi e votare entro 70 giorni, quindi molto più rapidamente di ora. Se invece al referendum vinceranno i “NO” tutto rimarrà come è attualmente.
Il Partito Democratico a favore del “SI”
Costanzo Carrieri, vicesegretario provinciale del PD di Taranto, ha annunciato ieri in una conferenza stampa, a cui hanno partecipato gli onorevoli Michele Pelillo e Ludovico Vico ed il consigliere regionale Donato Pentassuglia che da oggi il Pd sarà in tutte le piazze d’Italia per far conoscere ai cittadini il contenuto del quesito referendario, e sostenere le ragioni del “SI“.
“Stiamo vivendo una stagione politica straordinaria di riforme del nostro Paese – ha detto nel suo intervento l’onorevole Michele Pelillo – che culmina con quella della Costituzione. Penso che non sia mai accaduto nella storia della Repubblica italiana, di rivoluzionare l’assetto legislativo in soli due anni . Il Partito Democratico sta dando un’identità diversa al nostro Paese e ce ne accorgiamo dalla credibilitá che l’Italia ha riacquistato sopratutto a livello internazionale. Se oggi l’Europa concede all’ Italia la necessaria flessibilitá é perché ha apprezzato e condiviso questo impulso riformatore che comincia a concretizzarsi. Proveremo a spiegare, ad illustrare meglio nel dettaglio ai cittadini il quesito referendario su cui dovranno esprimersi, e speriamo ci sia una consapevolezza ed informazione completa nel momento in cui gli italiani andranno ad esprimere il loro voto. Che è importante e fondamentale”.