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21 Novembre 2024 21:46

Il Pm di Napoli John Woodcock di fronte alla sezione disciplinare del CSM sul Caso Consip

Si è conclusa la prima udienza del procedimento disciplinare in corso che riguarda anche la pm Celestina Carrano. Ai pm di Napoli l'accusa contesta di aver violato i doveri professionali perché con "inescusabile negligenza" evitarono "l'immediata iscrizione nel registro delle notizie di reato di Filippo Vannoni, già consigliere della presidenza del Consiglio dei Ministri

ROMA – Si è svolta oggi a Roma, davanti alla sezione disciplinare del Csm, la prima udienza del procedimento disciplinare avviato nei confronti del pm di Napoli Henry John Woodcock. I fatti contestati sono strettamente collegati all’inchiesta Consip: da una parte l’audizione, nel 2016, del presidente di Pubbliacqua Firenze, Filippo Vannoni, ascoltato come testimone e non indagato, dall’altra un’intervista rilasciata dal magistrato al quotidiano La Repubblica.

Il giudizio disciplinare riguarda anche la pm Celestina Carrano. Ai due magistrati della procura  di Napoli, l’accusa sostenuta dal sostituto procuratore generale della Cassazione Mario Fresa, contesta di aver violato i doveri professionali perché con “inescusabile negligenza” evitarono “l’immediata iscrizione nel registro delle notizie di reato di Filippo Vannoni, già consigliere della Presidenza del Consiglio dei Ministri  – come riporta l’atto di incolpazione – nonostante il predetto, al pari  del ministro dello Sport Luca Lotti, del comandante generale dei  Carabinieri, Tullio Del Sette, e del generale dei Carabinieri,  Emanuele Saltalamacchia, invece ritualmente iscritti, fosse stato  anche egli attinto dalle medesime dichiarazioni rese il precedente, il  giorno 20 da Luigi Marroni, amministratore delegato Consip, che aveva indicato pure Vannoni come fonte delle sue informazioni riservate”.

Evitando di disporre l’iscrizione di Vannoni nel registro degli indagati, i due pm, nel dicembre 2016, lo sentirono “come persona informata  sui fatti, in assenza di difensore e con modalità tali da essere lamentate come non rispettose della sua dignità dallo stesso Vannoni,  all’atto del successivo interrogatorio fattone dai pm della Procura di Roma il 5 luglio 2017″.  Al pm  Woodcock vengono anche contestate frasi pubblicate dal quotidiano La Repubblica e a lui attribuite nell’ intervista, che secondo l’accusa denotano “un comportamento gravemente  scorretto nei confronti del procuratore facente funzioni di Napoli,  Nunzio Fragliasso“, che chiedeva massimo riserbo nell’indagine soprattutto dopo le frizioni con Piazzale Clodio, ed “una grave scorrettezza” nei confronti dei pm  della Procura di Roma , investiti dello stralcio della indagine Consip, “nella cui  attività giudiziaria comunque egli ha interferito ingiustificatamente“.

il carcere di Poggioreale a Napoli

Nell’integrazione delle accuse al pm napoletano, depositata oggi, il sostituto Procuratore generale della Cassazione Fresa ha evidenziato che all’inizio dell’interrogatorio di Vannoni il pm Woodcock lo invitò “a guardare dalla finestra il carcere di Poggioreale, chiedendogli se volesse fare una vacanza“mostrandogli “dei fili che gli disse essere microspie, facendogli percepire, senza che ciò corrispondesse al vero, di essere intercettato”. N

il pm Woodcock e la Pm Carrano al CSM

Nel documento, il Pg della Suprema corte ha successivamente contestato alla Pm  Celeste Carrano di aver consentito, durante quell’interrogatorio, agli ufficiali e agenti di polizia giudiziaria presenti “di svolgere in maniera confusa e contemporaneamente, una molteplicità di domande, invitando Vannoni a “confessare”.

Un comportamento anomalo ed illegittimo quello contestato ai Pm napoletani nel nuovo atto di accusa perché avrebbero fatto sentire Vannonisconvolto, frastornato e scioccato“.

La sezione disciplinare di Palazzo dei Marescialli ha accolto l’obiezione sollevata dalla difesa dei due magistrati composta dall’ex procuratore di Torino Marcello Maddalena per il pm Woodcock e il procuratore di La Spezia Antonio Patrono per la pm Carrano,  i quali hanno messo in evidenza l’eccessiva genericità dell’accusa sul punto, chiedendo di dichiararne la nullità. La Sezione disciplinare ha scelto diplomaticamente la via di una “necessaria precisazione“,  come è scritto nell’ordinanza  per “valutare l’ammissibilità e la rilevanza delle prove richieste“.

Respinte al termine di una lunga camera di consiglio, le altre istanze avanzate dalla difesa, che aveva posto un’eccezione di incostituzionalità rispetto alla mancanza di un divieto per chi siede nella Sezione disciplinare di far parte anche della Prima Commissione del Csm; Commissione che si sta occupando di Woodcock sempre in relazione all’inchiesta Consip. Rigettata anche la richiesta di astensione per due dei giudici disciplinari, il laico  Antonio Leone, che è il presidente della prima commissione ed il togato (magistrato)  Luca Palamara, componenti  della stessa commissione .

La sezione disciplinare del Csm ha quindi deciso in merito al  procedimento contro i titolari delle indagini sulla Consip, la centrale degli acquisti della Pubblica Amministrazione  sino al trasferimento del filone principale a Roma. Adesso il sostituto Procuratore generale della Cassazione dr.Mario Fresa,  titolare dell’azione disciplinare nei confronti dei due magistrati, dovrà quindi riscrivere l’accusa a carico dei pubblici ministeri della Procura di Napoli Henry John Woodcock e Celeste Carrano. e  dovrà essere meglio specificato quale sia la “grave scorrettezza” che i due magistrati avrebbero commesso durante l’interrogatorio dell’ex consigliere di Palazzo Chigi Filippo Vannoni, uno degli indagati dell’inchiesta Consip.  

il pm Woodcock e la Pm Carrano

Il procedimento disciplinare riprenderà il prossimo 15 marzo quando verranno ascoltati una serie di testimoni. La Sezione disciplinare del Csm ha accolto anche la richiesta dell’accusa di sentire il pm di Napoli, Nunzio Fragliasso, all’epoca dei fatti contestati a capo della procura come “reggente”, e la giornalista Liana Milella del quotidiano La Repubblica  per mettere a confronto le loro dichiarazioni ritenute non collimanti sui tempi di un colloquio telefonico tra la cronista e Woodcock.

Non sono stati accolte le richieste della difesa, di convocare ed ascoltare i pm romani dell’inchiesta Consip Paolo Ielo e Mario Palazzi e neanche l’attuale procuratore di Napoli, Giovanni Melillo.

 

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