di REDAZIONE POLITICA
E’ prevista per fine ottobre la conclusione della sperimentazione del vaccino di Oxford . Il premier italiano Giuseppe Conte oggi ha annunciato: “Se le ultime fasi di preparazione, il cosiddetto ‘rolling review’, del vaccino Oxford-Irbm Pomezia-Astrazeneca saranno completate nelle prossime settimane, le prime dosi saranno disponibili all’inizio di dicembre“.
Un altro candidato affidabile cioè quello dell’azienda americana Moderna pubblicherà i risultati dei test entro novembre. Alcuni impianti nel mondo, hanno già iniziato la produzione delle prime dosi ancor prima della fine dei test di verifica, fra cui l’enorme hub indiano del Serum Institute, capace di produrre già nei prossimi mesi un miliardo di dosi del vaccino di Oxford.
Nel frattempo l’ Ema agenzia che regola i farmaci in Europa è partita con la revisione dei dati, sia del candidato di Oxford, prodotto dall’azienda anglo-svedese Astra Zeneca con la collaborazione della biotech di Pomezia Irbm, sia del vaccino di BioNTech e Pfizer, che hanno annunciato le prime dosi per la fine dell’anno. La società italiana Catalent di Anagni, che si occuperà dell’infialamento del vaccino di Oxford per tutta Europa, è già al lavoro per garantire presto le prime confezioni.
Il presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, in un’anticipazione dell’ultimo libro di Bruno Vespa “Perché l’Italia amò Mussolini (e come ha resistito alla dittatura del Covid)” in uscita il 29 ottobre, edito da Mondadori- Rai Libri. ha detto: “Se le ultime fasi di preparazione (il cosiddetto ‘rolling value’) del vaccino Oxford-Irbm Pomezia-Astrazeneca) saranno completate nelle prossime settimane, le prime dosi saranno disponibili all’inizio di dicembre”.
“Già all’inizio avremo i primi due o tre milioni di dosi – ha aggiunto Conte – Altri milioni ci arriveranno subito dopo. La Commissione Europea ha commissionato ad Astrazeneca e ad altre societa’ alcune centinaia di milioni di dosi. Penso che per contenere completamente la pandemia dovremo aspettare comunque la prossima primavera”.
Arrivare a coprire tutta la popolazione, sarà un lavoro che richiederà mesi o anni. Anche perché l’immunità del vaccino comincia circa un mese dopo l’inoculazione e la maggior parte dei vaccini allo studio (Oxford incluso) prevede un richiamo uno o due mesi dopo la prima dose. Per Andrea Crisanti, direttore del laboratorio di microbiologia dell’Università di Padova “Non penso che se ne parli prima del 2022. Solo allora tutti potranno avere accesso a un vaccino che funzioni“. Su questa operazione si riflette uno dei quesiti più importanti del vaccino, e cioè la durata della sua protezione. Il timore è che non possa superare uno o due anni. In questo caso terminata l’immunizzazione di tutta la popolazione, sarà necessario ripartire.
Nel frattempo l ‘azienda americana Moderna che per mettere a punto un vaccino anti Covid ha utilizzato un metodo pionieristico, mai usato in precedenza, denominato dell’Rna messaggero, adottato anche da Pfizer e BioNTech, ha annunciato di poter distribuire le prime dosi a dicembre. “Faremo una richiesta di autorizzazione di emergenza alla Fda” come ha dichiarato sul Wall Street Journal il Ceo Stéphane Bancel . L’Fda è l’ente regolatorio statunitense chiamato a valutare l’efficacia e la sicurezza dei nuovi vaccini. “La prima analisi da parte dell’Fda – ha spiegato Bancel – avverrà probabilmente in novembre, ma è difficile dire esattamente in che settimana perché dipende dal numero dei casi. Se invece ci vorrà di più ad ottenere i risultati il via libera potrebbe arrivare l’anno prossimo“.
Anche la Russia ha promesso la pubblicazione dei risultati entro novembre sui primi 5-10mila volontari immunizzati con il suo vaccino Sputnik. La Cina, che si è detta in grado di iniziare l’immunizzazione della popolazione generale entro l’anno, procede a passo di carica con le sperimentazioni dei suoi cinque candidati arrivati ai test finali. Il vaccino di Sinovac viene offerto in questi giorni a tutti i residenti della città di Jiaxing. Quello del China National Biotech Group è invece somministrato gratuitamente a tutti gli studenti cinesi che vogliono andare a studiare all’estero.